“L’invasione russa dell’Ucraina ha molte conseguenze, prima di tutto un devastante impatto umanitario. E pur non potendo ignorare il numero di persone direttamente colpite, in quanto investitori siamo consapevoli che questo è un momento di grande incertezza”. Premesso ciò, James Luke, gestore del fondo Schroder ISF Global Gold di Schroders, illustra in seguito nel dettaglio la propria view.
Durante i periodi di turbolenza sui mercati, gli investitori tornano a guardare all’oro, che viene percepito come un bene rifugio. Quando le truppe russe hanno invaso l’Ucraina il 24 febbraio, il metallo giallo ha raggiunto i 1.974 dollari/oncia, il massimo da settembre 2020.
Prima della crisi attuale, il prezzo dell’oro si aggirava intorno ai 1.800 dollari/oncia, senza grandi miglioramenti dalla fine del 2020.
Le ingenti vendite da parte dei grandi investitori istituzionali, in particolare in Nord America, hanno più che compensato la forte domanda dei produttori di gioielli, delle banche centrali (come bene di riserva) e di lingotti e monete (spesso una forma di risparmio/investimento). L’oro tende a riflettere bene i cambiamenti delle condizioni macroeconomiche, e i cali di prezzo di fine 2020 e del 2021 erano in gran parte dovuti all’anticipazione della normalizzazione della politica monetaria/fiscale dopo la crisi da Covid-19.
La domanda di oro stava già aumentando prima della crisi
I prezzi dell’oro sono stati resilienti a gennaio e all’inizio di febbraio, nonostante i forti aumenti dei tassi d’interesse reali statunitensi, che di solito pesano su queste quotazioni. Ciò è in parte dovuto allo stress geopolitico della situazione Russia/Ucraina, e questo potrebbe continuare a sostenere i movimenti al rialzo se il conflitto peggiorasse o se le sanzioni non avessero l’effetto desiderato.
Tuttavia, anche prima che la situazione si intensificasse, stavamo già notando che la domanda istituzionale di oro come strumento di protezione dei portafogli stava diventando positiva. Riteniamo che ciò continuerà nel corso del 2022, indipendentemente dall’evoluzione della situazione geopolitica.
Ma perché investire sull’oro in questa fase? Oltre a cercare una riserva di valore in tempi di forte stress sui mercati, crediamo che molti investitori vedano il prossimo ciclo di rialzo dei tassi come estremamente rischioso, dato il contesto macroeconomico anormale.
Oltre a essere altamente indebitate, le economie sviluppate sono diventate dipendenti dai massicci stimoli monetari e fiscali. C’è quindi un elevato rischio che, quando gli stimoli verranno rimossi e i tassi alzati, si inneschi una reazione a catena con un impatto negativo su economia reale e mercati finanziari.
In altre parole, è del tutto possibile che i rialzi dei tassi e la rimozione del quantitative easing possano avere un impatto così negativo sulle economie, in cui i consumatori stanno già affrontando una crescita negativa del reddito reale, che non passerà molto tempo prima che vengano invertiti.
La possibilità che ciò risulti in un periodo di stagflazione (bassa crescita e inflazione alta o in aumento) è elevata, così come la probabilità di ritrovarci in un lungo periodo di repressione finanziaria con tassi di interesse reali negativi. Questo è un contesto macroeconomico molto positivo per l’oro.
Le altre fonti di diversificazione del portafoglio sembrano meno attraenti
Le attuali incertezze suggeriscono che le istituzioni continueranno probabilmente a considerare maggiormente fonti di diversificazione del portafoglio come l’oro, dato che le altre opzioni sembrano meno attraenti.
Il segmento delle criptovalute, che potrebbe aver sottratto capitale all’oro negli ultimi trimestri, è sotto una crescente pressione normativa.
Nel frattempo, in netto contrasto con il 2013 (quando l’oro è stato trascurato, in gran parte a favore di allocazioni sull’azionario) le valutazioni azionarie di partenza sono molto alte.
Più in generale, è difficile sostenere che i tradizionali strumenti di hedge, come i titoli di Stato, siano così attraenti come lo sono stati in passato, anche perché le economie sono altamente indebitate, i rendimenti sono ancora vicini ai minimi storici e l’inflazione potrebbe essere strutturalmente più elevata.
L’oro potrebbe diventare l’unica alternativa disponibile?
Nel complesso, continuiamo a credere che l’oro dovrebbe registrare una buona performance nel 2022. Mentre il conflitto in Ucraina potrebbe sostenere ulteriori movimenti verso l’alto, con poche altre opzioni per diversificare i portafogli, crediamo che l’oro sia sulla buona strada per diventare l’unica alternativa disponibile in quanto a beni rifugio nei prossimi anni.