Investimenti, crisi Ucraina: quattro modi per difendere il portafoglio

“A seguito dell’inaspettata invasione dell’Ucraina da parte della Russia, crediamo che gli investitori debbano ora proteggere i loro portafogli da altri imprevisti e da un ulteriore aumento dell’inflazione. Gli investitori hanno a disposizione una gamma di investimenti difensivi che include esposizioni obbligazionarie a breve termine e debito governativo cinese, indici azionari e settori meno impattati dal conflitto e Dividend Aristocrats dei mercati emergenti“. Parola di Francesco Lomartire, respensabile di SPDR ETFs Southern Europe, che di seguito spiega nei particolari la view.

In questo contesto, vediamo quattro aree in cui gli investitori possono trovare esposizioni difensive o ripararsi da una potenziale tempesta.

Fixed Income: Considerare la Cina e le strategie con bassa duration

Sembra che l’onda d’urto iniziale si sia esaurita, ma è probabile che gli investitori rimangano diffidenti verso gli asset rischiosi, data l’incertezza su come evolverà la situazione. Quindi potrebbe esserci un po’ di cautela sul credito in generale e sull’high yield in particolare. Allo stesso modo, indici esposti al debito dei mercati emergenti in valuta locale potrebbero incontrare difficoltà non solo se esposti all’Europa dell’Est, ma anche perché il dollaro USA di solito si rivaluta in questo tipo di ambiente. Tuttavia, esposizioni più mirate, come i titoli di stato cinesi, hanno tenuto bene.

Le strategie a breve termine restano le più difensive. I mercati monetari prezzano ancora una politica monetaria molto restrittiva della banca centrale USA, che dovrebbe fungere da cuscinetto. Se la guerra si trascinerà, è probabile che le banche centrali intraprenderanno un percorso più basato sui dati per aumentare i tassi. Anche la parte breve della curva è meno a rischio  di un improvviso rimbalzo della propensione al rischio e dalla trasmissione di pressioni inflazionistiche più elevate.

Equities: Cercare i Paesi meno colpiti

Le azioni statunitensi e giapponesi potrebbero fornire un certo grado di protezione data la loro minore vicinanza all’epicentro dell’invasione russa. Inoltre, Stati Uniti e Giappone dipendono meno dalle materie prime russe.

Negli Stati Uniti, riteniamo che l’S&P MidCap 400 sia meglio posizionato nel contesto attuale, dato il suo profilo più domestico rispetto alle large cap. Inoltre, le valutazioni delle società a media capitalizzazione offrono un cuscinetto, essendo scambiate a un P/E a 12 mesi di 14,6x mentre l’S&P 500 è scambiato a un P/E di 18,8x (Dati: Bloomberg Finance L.P. alla chiusura del mercato del 24 febbraio 2022).

Il Giappone potrebbe essere meno colpito dalle conseguenze dell’invasione e, come per le mid cap statunitensi, i multipli del MSCI Japan non sono troppo tirati, con il P/E a 12 mesi a 12,3x. Le valutazioni non troppo elevate possono essere un fattore importante in entrambi i casi, poiché le esposizioni con multipli P/E elevati sono ora messe in discussione non solo dal previsto inasprimento delle politiche monetarie, ma anche dal deterioramento del sentiment. Sia il dollaro che lo yen potrebbero servire come valute rifugio e quindi incontrare una domanda più sostenuta.

Settori: l’Energy è in testa mentre l’health care può offrire riparo

Abbiamo visto flussi elevati negli ETF sull’energia nell’ultima settimana,  ma non è una sorpresa, data l’importanza del prezzo del petrolio e del gas in questo conflitto. Il nuovo massimo da sette anni del prezzo del greggio contiene chiaramente un premio di rischio, ma potrebbe essere sostenuto dal significativo squilibrio tra domanda e offerta.

Questo squilibrio sembra destinato a crescere, con l’attività post-pandemica che si riprende in contemporanea con la possibile interruzione delle forniture dalla Russia. Il nuovo prezzo minimo per il Brent potrebbe diventare 100 dollari al barile. Per mesi i prezzi delle azioni del settore energetico hanno reagito in ritardo rispetto all’incremento del prezzo del petrolio e il divario si è ampliato la scorsa settimana. Anche i prezzi del gas sono in aumento, data la posizione dominante della Russia nella fornitura di gas in Europa e l’arresto del progetto Nord Stream 2. Nonostante la forte performance per più di un anno, la valutazione del settore energetico è ancora al di sotto della sua media a lungo termine.

Dai dati in custodia presso State Street notiamo che gli investitori istituzionali stanno aggiungendo esposizione sull’healthcare nei loro portafogli, in seconda posizione dopo il settore energetico. Tuttavia, in media, il settore sanitario è ancora estremamente sottopesato. Una delle principali preoccupazioni degli investitori è stata l’introduzione di limiti ai prezzi dei farmaci con prescrizione negli Stati Uniti, ma con questa crisi che va ad aggiungersi all’agenda politica di Biden, il risultato è diventato meno scontato per l’attuale amministrazione.

Stabilità dei dividendi: Andare verso i mercati emergenti durante l’instabilità geopolitica

Cercare la stabilità dei dividendi nelle azioni dei mercati emergenti potrebbe fornire una certa protezione contro l’emergere dell’instabilità geopolitica. Prima dell’escalation del conflitto in Europa orientale, i mercati azionari globali stavano già considerando l’impatto che un cambiamento nel regime di tassi di interesse avrebbe avuto su titoli Growth rispetto a quelli Value. La convergenza dell’instabilità geopolitica con un ambiente pro-crescita meno attraente crea un contesto interessante per gli investitori ad implementare un approccio più difensivo,  nella loro esposizione azionaria sui mercati emergenti.

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