Obbligazioni: le nuove emissioni governative e corporate sotto i riflettori

Assurdo dover vedere una volatilità sui mercati per un fattore imprevedibile e inqualificabile e non per situazioni legate a dati macro economici o questioni legate alle politiche monetarie.

E’ anche difficile analizzare l’andamento dei mercati alla luce delle sofferenze che stanno subendo le popolazioni coinvolte nel conflitto, però i riflessi di quanto succede è parte del quotidiano ed i mercati ne sono coinvolti in pieno. Le quotazioni dei titoli sono delle vere e proprie montagne russe e qualsiasi logica economica è messa da parte dal susseguirsi di notizie positive o negative; a questo si aggiungono anche le maggiori perdite che alcuni titoli possono subire in funzione del peso del loro business nelle zone colpite dalla guerra o dalle sanzioni e che al momento non è prevedibile sapere quando e come potrà essere ripristinato.

Sul fronte operativo, l’evento centrale della settimana è stata la riunione della Banca Centrale Europea che doveva fare i conti con l’invasione russa in Ucraina e le ricadute del conflitto sull’ inflazione, arrivata al nuovo record di 5,8% nella zona euro. Al termine del meeting sono state diffuse le nuove stime trimestrali che sono state riviste al rialzo per l’inflazione e tagliate per la crescita che scende al 3,7% contro il precedente di 4,2%. Per l’inflazione la stima sale ora al 5,1% contro il 3,2% precedente e l’obiettivo delle politiche è riportarla all’1,9% entro il 2024.

Nella precedente riunione, a inizio febbraio, la presidente Lagarde aveva lasciato intravedere una stretta monetaria, provocando un brusco rialzo dei tassi della zona euro; il conflitto in Ucraina però, scoppiato tre settimane dopo la riunione, ha complicato il quadro di azione di Francoforte che ha comunque mandato alcuni segnali che non erano previsti in questo momento, in primo luogo l’annuncio di ridurre il piano di acquisto dei titoli nei prossimi mesi scendendo da maggio a 30 miliardi e poi da giugno a 20 miliardi al mese.

Di contro la questione del rialzo dei tassi d’interesse che fino a poche settimane fa era scontato, al momento non è in agenda e sarà valutato in base all’evolversi degli eventi e dei prossimi dati, ma con un approccio non aggressivo. Al centro della politica della Bce rimane il controllo dell’inflazione.

Grande attenzione ai dati anche negli Stati Uniti, dove sono stati diffusi quelli sull’inflazione di febbraio. Le attese erano per un incremento annuo a +7,9% dal precedente +7,5% già record da febbraio 1982 e sono state centrate, mentre sono leggermente risalite le nuove richieste di disoccupazione. Il dato assume un’importanza particolare in vista del meeting della Federal Reserve del 16 marzo. La scorsa settimana il governatore Powell ha detto di ritenere ancora appropriato un rialzo di 25 punti base nonostante le ripercussioni del conflitto in Ucraina. Washington ha infatti deciso un divieto delle importazioni di greggio russo provocando un immediato rialzo dei prezzi del petrolio e della benzina nel paese.

Questa situazione di conflitto ha molti riflessi anche sulle commodities, oltre ai prodotti energetici sono sotto pressione i metalli e nella giornata di giovedi il London Metal Exchange ha dovuto sospendere le contrattazioni del nickel a causa di una possibile “buco” per circa otto miliardi da parte di una società cinese, rimasta impantanata con le posizioni a causa della volatilità dei prezzi che hanno portato i margini richiesti a livelli molto elevati. Molte volte o quasi sempre le guerre iniziano e finiscono per cause economiche, è auspicabile che il Governo di Pechino, faccia una moral suasion più pesante alle parti in causa anche per evitare danni alla sua economia. Dopo il caso di Evergrande di pochi mesi fa, un’altra difficoltà economicamente pesante non sarebbe molto digeribile per l’economia cinese.

Le parole della Lagarde sulla riduzione degli acquisti dei titoli, hanno avuto un immediato riflesso sui titoli periferici ed in particolare sui Btp che hanno visto rialzarsi i rendimenti in area 1,9% contro una media precedente in area 1,65%. Lo spread contro Bund è a quota 161 e risente del rialzo dei rendimenti anche della Germania che torna a valori positivi sulla curva decennale. Sopra la soglia dell’1% sono ora la Slovenia 1.12%, Spagna 1.26%, Portogallo 1.12% Lettonia 1.17%, Cipro 1.78% e sopra di noi di nuovo solo la Grecia al 2.5%.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

A livello di emissioni governative il Tesoro ha collocato sei miliardi di Bot con scadenza 12 mesi a rendimento negativo del 0.44%. Negli altri paesi vi sono stati dei tap da parte dell’Irlanda su titoli già in circolazione, 400 milioni sul 0.35% 2032 e 600 milioni sull’1.7% con scadenza nel 2037. 500 milioni i due increase del Portogallo sul Pgb 4.125% 2027 e sul 2.25% con scadenza nel 2034.

Uno dei temi al centro dell’attenzione finanziaria è stato in merito a degli Eurobond  per finanziare l’aumento delle spese militari e i maggiori costi dell’energia. Sarebbe questa la reazione dell’Unione Europea alla guerra in Ucraina scatenata dall’invasione della Russia. I dettagli dell’operazione saranno affrontati al vertice europeo di emergenza a Versailles.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

Buona tutto sommato l’offerta di nuovi titoli con qualche corporate che si è affacciato nuovamente sul mercato. Tra i più trattati ci è stata l’agenzia tedesca KFW,  che gode del rating massimo AAA, ha riaperto con  1 miliardo di euro la sua emissione già in circolazione: KFW 0% 15 giugno 2026 , rendimento equivalente a 37 punti base sotto il tasso midswap, lotto minimo mille euro con multipli di mille e Isin DE000A3H3E76. L’outstanding dell’obbligazione è ora di sette miliardi di euro. KFW ha riaperto con un miliardo anche la sua emissione già in circolazione: KFW 0% 10 gennaio 2031,  rendimento 23 puntibaswe sotto il tasso midswap, lotto minimo di mille euro con multipli di mille, Isin DE000A3H2ZF6 e nuovo outstanding del bond sul mercato sei miliardi di euro.

La banca tedesca Landeskreditbank Baden-Wuerttemberg (L-Bank) ha collocato sul mercato un’obbligazione senior a dieci anni. Prime indicazioni di rendimento in area 8 punti sotto il tasso midswap, poi abbassato a 9 punti base con ordini che hanno superato 1. 5miliardi. Nel dettaglio l’obbligazione (DE000A3MQPN4) paga una cedola annua lorda dello 0.75%, prezzo 99.493, equivalente a un rendimento dello 0.803%. Ammontare 1.25 miliardi di euro e scadenza 16 marzo 2032. Rating AAA e lotto minimo di mille euro con multipli di mille.

Nuovo green bond da 500 milioni di euro per BPM con scadenza 15 marzo 2027. All’apertura del libro ordini, le prime indicazioni di prezzo sono di 25 punti base sul midswap, sceso poi a 23 per il buon numero di richieste. L’offerta è così salita a 750 milioni con cedola del 0.75%, taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille e Isin IT0005489932.

La multi-utility A2a è tornata sul mercato, forse con il deal di maggior successo della settimana; infatti ha collocato un bond senior senior per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro con ordini che hanno superato 3.5 miliardi. La guidance di rendimento è stata rivista a 100 punti base sul tasso midswap rispetto alle prime indicazioni in area 130/135 punti poi riviste in area 110 punti base. Il titolo, con scadenza al 16 marzo 2028 è stato collocato sotto la pari a 99,308 e staccherà una cedola annua dell’ 1.50% che porta all’1,622 % il rendimento a scadenza. Lotto minimo 100mila euro con multipli di mille e Isin XS2457496359. Rating Baa2/BBB.

Successo anche del deal del produttore mondiale di turbine, Vestas Wind Systems Finance, che ha collocato un sustainability-linked bond a sette anni e a 12 anni con ordini che hanno superato 2.7 miliardi di euro. La guidance per l’obbligazione più breve è stata rivista a 88 punti base da area 115, per quella più lunga è stata fissata a 120 punti base da area 145. Le due tranche hanno scadenze, rispettivamente,  giugno 2029 e giugno 2034 e ammontare di 500 milioni di euro per ciascuna tranche.  Nel dettaglio, il prezzo per la tranche scadenza 2029 è stato fissato a  99.833, con un rendimento effettivo pari a 1.524% e cedola fissa a 1.50%. La scadenza 2034) ha una cedola fissa di 2%, un prezzo di 98.721 e un rendimento a scadenza pari a 2.119%. Isin XS2449928543  per la tranche a sette anni, XS2449929517 per la tranche lunga.  Rating Baa1 e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille.

La società energetica ENBW ha sondato il mercato proponendo due nuove obbligazioni con scadenza a sette e 12 anni. La risposta dal mercato è stata abbastanza buona, raccogliendo ordini per circa un miliardo di euro. A fine giornata però la società ha deciso di posticipare le operazioni data la troppa volatilità del mercato di questi giorni in quel settore.

Sul fronte dei titoli della Russia regna l’incertezza, viste le ultime dichiarazioni del presidente di non pagare gli investitori dei paesi presenti nella lista degli “ostili”, o comunque di pagare in rubli.

Ad oggi però tutte le operazioni in corso sono state soddisfatte, sia per il pagamento delle cedole in valuta estera di alcuni corporate, sia per il rimborso delle scadenze dei “big” dell’energia come Gazprom e Rosfnet. La stessa Ucraina continua l’attività sul mercato, ed ha collocato l’equivalente nella divisa locale di 220 milioni circa di euro di titoli per finanziare il conflitto; inoltre è stato onorato il pagamento delle cedole sui titoli in dollari il primo marzo scorso. Fare orizzonti temporali sui titoli di questi paesi è assolutamente una lotteria, da un lato le agenzie di rating hanno declassato il debito russo poco sopra la soglia del default, quando fino a pochi giorni fa era in pieno investment grade; per ora gli impegni sono stati onorati, ma il proseguo del conflitto, le sanzioni, l’impossibilità di accedere ai mercati, oltre alle ritorsioni interne, pone in essere le difficoltà che i possessori di questi titoli potranno avere nei prossimi mesi se la situazione non si sbloccherà in tempi rapidi. Ricostruire comunque un minimo di fiducia economica sarà difficile, anni di lavoro ed investimenti sono stati spazzati via dalla sera alla mattina, società che chiudono le sedi in Russia azzerando gli asset, difficilmente potranno ritornare nel paese e le conseguenze saranno molto dure anche per l’occupazione stessa del paese.

Sul dollaro focus sulla mega offerta da 30 miliardi, una delle più grandi in assoluto, da parte della Magallanes che è la società veicolo di At&t e Discovery che ha ricevuto manifetazioni complessive per oltre 106 miliardi, pari ad una vera e propria offerta sovranazionale. I titoli sono stati suddivisi in 11 scadenze sia a tasso fisso che variabile; il titolo più lungo ha scadenza a 40 anni ed offre un rendimento superiore di 3.05 punti in più rispetto al Treasury di riferimento. Questa scadenza 2062 è stata emessa per tre miliardi con isin USU55632AJ93, la cedola è del 5.291%, prezzo d’emissione a 100. La prima scadenza è 2024 con 500 milioni al 3.528% e 500 milioni a tasso variabile. Tutti i titoli hanno taglio minimo da 2mila dollari con multipli di mille.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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