Investimenti: Cina sulle montagne russe

Ieri le azioni cinesi hanno avuto il loro giorno migliore dal 2008, quando il Governo intervenne dopo che l’ultima svendita aveva spazzato via 200 mld di dollari di valore di mercato in soli tre giorni. E quel selloff era seguito a un selloff molto forte che era già in atto da più di un anno a causa di una grave repressione del governo, in particolare sui settori cinesi più popolari come la tecnologia. Sembra che l’ultima svendita sia stata così forte da portare il Governo cinese a sventolare la bandiera bianca”. A farlo notare è Ipek Ozkardeskaya, senior analyst di Swissquote, che di seguito illustra il proprio outlook sulla Cina.

Anche se i nomi cinesi più popolari, come Alibaba, hanno perso più del 75% del loro valore da ottobre 2020, il grafico dei prezzi sembrava decine di coltelli in caduta che nessun acquirente avrebbe più voluto catturare. Ma la promessa della Cina di allentare la repressione normativa e supportare i titoli immobiliari e tecnologici potrebbe essere un vero e proprio game-changer.

L’indice Nasdaq Golden Dragon China ha guadagnato quasi il 33% in una sola sessione, mentre Alibaba ha guadagnato quasi il 37%, JD.com è balzato vicino al 40% e Didi, l’Uber cinese, ha guadagnato oltre il 41%.

Eppure i rischi prevalgono: siamo ancora in una Cina che non è più la terra delle opportunità di prima di Xi Jinping. Inoltre, gli Stati Uniti mantengono una linea dura sulle quotazioni cinesi negli Stati Uniti, insistendo sul fatto che le società quotate negli Stati Uniti dovrebbero fornire l’accesso completo agli audit, con la minaccia di essere cancellate dalla quotazione se non rispettano.

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