Asset allocation, ecco su cosa puntare secondo NS Partners

“Il blocco delle esportazioni russe di petrolio, che complessivamente rappresentano circa il 3% della produzione globale, ha causato un forte rialzo del prezzo e la quotazione del gas potrebbe rimanere attorno ai massimi storici per un periodo più lungo del previsto. Pertanto, la transizione verso le energie rinnovabili ora risulta ancora più urgente a causa del conflitto geopolitico e i tempi saranno lunghi, ma gli investimenti green a livello mondiale, sia di governi che di aziende, sono già di notevole importanza”. Ad affermarlo è Giacomo Calef, Country manager di NS Partners, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Tra gli altri, lo scorso gennaio i paesi dell’UE hanno raggiunto l’accordo su una proposta della Commissione Europea per investire circa 1.037 miliardi di euro in 5 progetti infrastrutturali transfrontalieri nell’ambito del CEF, ovvero il Connecting Europe Facility. La maggior parte del finanziamento andrà al progetto EuroAsia interconnector, a sostegno di un’interconnessione elettrica alimentata anche da fonti di energia sostenibile.

Tra infrastrutture e nuove tecnologie, inoltre, la transizione richiederà una grande quantità di materiali ed i maggiori player del settore dell’estrazione mineraria si stanno preparando per espandere la propria capacità produttiva: tra le altre, Rio Tinto ha offerto circa $2,7 miliardi di dollari per acquisire il restante 49% di Turquiose Hill, che a sua volta controlla Oyu Tolgoi. Quest’ultima è un’azienda mineraria operante nel deserto del Gobi in Mongolia che, secondo alcuni esperti, potrebbe diventare la quarta miniera di rame più grande del mondo entro il 2030. L’obiettivo di Rio Tinto sarebbe quello di aumentare la produzione di materie prime come rame, litio e alluminio per ricoprire un ruolo chiave nella transizione dai combustibili fossili.

E quali sono, in particolare, le principali fonti di energia pulita su cui l’economia futura potrà fare affidamento? I focus principali saranno solare ed eolico. Ad esempio, sempre nel deserto del Gobi, la Cina sta esplorando un’interessante opportunità: il Governo sta pianificando di costruire una capacità produttiva di energia solare ed eolica, corrispondente a circa 450 GW (gigawatts), da completarsi entro il 2030. Un progetto di questa portata equivarrebbe a più del doppio della capacità ad oggi installata negli Stati Uniti.

Alla luce di ciò, dunque, si ritiene che il tema della transizione energetica non dovrebbe mancare in un portafoglio azionario e, visti i ribassi generalizzati sui mercati, potrebbe essere un buon momento per mediare gli investimenti a prezzi più bassi.

Usa: l’economia è pronta per sostenere il rialzo dei tassi

Esattamente come previsto, nonostante i rischi finanziari derivanti dal conflitto in Ucraina, la Federal Reserve alla riunione di Marzo ha avviato concretamente il processo di normalizzazione monetaria, alzando il tasso di policy di 25 punti base. Secondo il Presidente Powell la priorità è l’inflazione e per il 2022 il Comitato della FED si attende almeno altri sei rialzi dei tassi. Il dato annuo sulla crescita dei prezzi di Febbraio, comprendente quelli dell’energia, con un +7,9% è ai massimi da 40 anni.

La fine delle politiche espansive arriva in un contesto in cui,  a causa della scarsità di materie prime e di beni energetici, i principali economisti stanno rivedendo al ribasso la crescita economica. A Dicembre la FED stimava un aumento del PIL USA del +4%, mentre ora solo un +2,8%, e i livelli dell’inflazione potrebbero rimanere ancora superiori alla soglia del 4%. Inoltre, si consideri che lo stock del debito nazionale degli Stati Uniti ha registrato un incremento importante negli ultimi anni.

l momento si attesta a circa $30.000 miliardi di dollari, ovvero il 124% del PIL 2021, ed è aumentato del +32% da fine 2019, mentre il PIL è cresciuto di meno, cioè del +12% circa. La FED, dunque, dovrà rientrare cautamente dalle misure espansive, in modo da non appesantire l’onere sul debito.

Tuttavia, l’economia statunitense mostra ancora segni di forza. La crescita dei nuovi posti di lavoro non agricoli lo scorso Febbraio è risultata più alta del previsto, con un aumento di 678.000 unità, ed il tasso di disoccupazione è sceso al 3,8% dal 4% di Gennaio. I miglioramenti, in particolare, riguardano il terziario: sono aumentate le assunzioni in hotel, ristoranti, parchi di divertimento ed altri player del settore hospitality, poiché le aziende hanno dovuto accogliere un numero crescente di turisti, partecipanti a convention e viaggiatori d’affari. Inoltre, le attuali offerte di lavoro si attestano ancora a più di 11 milioni, nonché più del 60% rispetto al livello pre-pandemico di Febbraio 2020.

A livello di portafoglio, dunque, riteniamo opportuno che la parte azionaria si focalizzi ancora sull’area statunitense, selezionando solo i player più forti nel proprio settore di riferimento e in grado di generare utili sopra la media anche in un contesto di minor crescita.

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