Forex: il Dollar Index si rimette in riga

La scorsa settimana è stata caratterizzata dalle riunioni delle Banche centrali e, tutto sommato, è trascorsa relativamente bene. La Fed ha ovviamente aumentato i tassi lo scorso 16 marzo, mentre è previsto per il prossimo 4 maggio un nuovo rialzo, forse, di 50 bps. Staremo a vedere. È ancora troppo presto per le certezze.

La situazione dell’Euro Index (paniere valutario di mia realizzazione) rimane orientata verso il basso e il grafico Renko con box size di 1 è qui per confermarlo, nonostante il rimbalzo della scorsa settimana che non appare sul grafico in questione.

Oggi, invece, voglio presentarvi un secondo grafico; ossia il confronto tra il Dollar Index e l’Euro Index realizzati da Bloomberg.

Nella parte superiore osserviamo, su base mensile, le due curve normalizzate, mentre nella parte inferiore è presente il rapporto tra il Dollar index e l’Euro Index. Emerge che, proprio in questo momento, il Dollar Index tende a riportarsi all’interno di un trend momentaneamente abbandonato circa 2 anni fa. Vedi l’inizio della pandemia. Praticamente, il Dollar index si rimette in riga.

Non ci saranno particolari appuntamenti macroeconomici durante le prossime sedute, se non quelli soliti, e la situazione appare (cpi, guerra e … permettendo) relativamente calma. Ciò non ci autorizza ad abbassare la guardia, anzi.

Come di consueto, vado curiosare tra gli elementi che compongono il mio Euro Index alla ricerca di eventuali spunti operativi, conferme o smentite.

A livello complessivo, per quanto riguarda la tabella, nel 33% dei casi (in lieve rialzo rispetto al 24% della scorsa settimana) la divisa europea è in uno scenario rialzista o moderatamente rialzista nei confronti delle altre divise, mentre le performance a cinque giorni evidenziano qualche cedimento dell’euro nei confronti di alcune divise.

La situazione è tuttora ribassista, mentre l’euro cerca, per lo meno, di mantenere le posizioni. Scendo nei particolari per scavare qualche particolarità nei confronti della divisa europea e del dollaro Usa.

I movers e spunti sull’euro

L’Eur/Usd realizza qualche minimo ascendente, ma si trova in difficoltà in corrispondenza della resistenza stativa di 1,1130 circa. L’Eur/Aud non ha confermato la precedente ipotesi di rimbalzo e ripiega verso probabili nuovi minimi relativi. L’Eur/Cad conferma e si mantiene in un contesto negativo e tende a peggiorare ulteriormente. L’Eur/Chf ha centrato in 2 occasioni l’obiettivo di 1,04, ma si è quindi indebolito. Ancora probabile un nuovo tentativo di raggiungere 1,05. Attenzione tuttavia alla tenuta dei livelli attuali. L’Eur/Jpy confermato la precedente ipotesi di essere “…in grado di proseguire la tendenza in essere verso 131,5/7” spingendosi ben oltre 133. Probabile il proseguimento della tendenza in essere verso 135/6, ma attenzione alla tenuta di 131,5 circa. L’Eur/Sek si mantiene in un contesto ribassista, mentre realizza un movimento potenzialmente interessante in quanto, generalmente, le ultime candele possono precedere un prossimo ampio movimento dei prezzi. Intervenire in caso di break out da 10,35/10,50. L’Eur/Zar sembra tuttora “diretto verso 16” e tende a peggiorare ulteriormente l’attuale situazione già negativa. L’Eur/Rub si è riportato in corrispondenza dei livelli del 28 febbraio scorso, ma la rischiosità è quella di qualche giorno fa. Qualche tentativo sopra 125 con obiettivi 140 e 150/5, ma cautela.

La situazione della moneta unica rimane generalmente ribassista tranne in qualche caso e per motivi macro; vedi lo yen nipponico.

Alcune idee sul dollaro Usa

L’Usd/Aud non ha confermato la precedente ipotesi di rafforzamento, mentre ha generato un segnale short a seguito del ritorno “sotto 1,3750”. Probabile proseguimento della discesa verso 1,315. L’Usd/Cad ora diventa interessante e potrebbe accelerare la discesa verso 1,2350. L’Usd/Chf non ha confermato la precedente ipotesi di “un ulteriore rafforzamento”, mentre ha generato un segnale short sotto 0,935. La situazione è solo moderatamente ribassista. Attenzione in caso di ritorno sopra 0,94. L’Usd/Cnh ha confermato la precedente ipotesi di “ritorno verso 6,35” (avevo scritto 1,35), mentre ora tende a rimbalzare. Probabile un ulteriore rafforzamento verso 6,42/5. L’Usd/Jpy ha pienamente confermato il precedente segnale di rafforzamento generato con il “ritorno al di sopra di 116,50” e sembra aver le carte in regola per proseguire oltre. Vedi la sezione “Trade opportunity” di mercoledì scorso. L’Usd/Nok ha generato un segnale short sotto 8,80, ma non sembra convinto. Attenzione in caso di immediato ritorno al di sopra di 8,80/5. L’Usd/Nzd ripiega con decisione realizzando nuovi minimi. Probabile un ulteriore peggioramento verso 1,39. L’Usd/Rub è ritornato in corrispondenza dei livelli di fine febbraio, ma la situazione rimane potenzialmente molto rischiosa. Moderati long puramente speculativi sopra 118 con obiettivi 135/50. L’Usd/Zar ha generato un segnale ribassista a seguito del cedimento di 15 e sembra intenzionato ad accelerare la discesa verso 14,20/00. Per l’Usd/Sek si veda la sezione “Trade opportunity” odierna.

La situazione del biglietto verde non è di facile lettura mentre, a livello complessivo (Dollar index), consolida dal 4 marzo tra 97,70 e 99,50 circa. La situazione è rialzista.

La seguente grafica mostra la tendenza di alcuni importanti cross

Trade opportunity

Riprendo oggi l’analisi dell’Usd/Sek pubblicata il 16 febbraio scorso che potete rileggere cliccando sul seguente link.

Riporto per comodità la precedente strategia operativa. “Long su tenuta di 9,15/0 e sopra 9,50 con obiettivi rispettivi 9,40/50 e 9,75, poi 10,1/8 e 11,30. Short solo sotto 9,10 con obiettivi 8,85 e 8,65/0, poi 8,50 e 8,15”.

Nel nostro caso, il superamento di 9,50 ha favorito qualche long e il quasi perfetto raggiungimento del 2° obiettivo posto a 10,10 (realizzato 10,0698). In seguito, il dollaro ha confermato l’importanza di tale ostacolo che lo ha respinto e fatto ripiegare verso l’area precedentemente evidenziata in 9,50/40.

Il grafico Point and Figure 0,05*3 evidenzia un doppio livello di supporto individuato nelle immediate vicinanze di 9,40 ricavato da un doppio minimo statico e da una reta a 45 gradi.

Viene quindi servito su un piatto d’argento una “scusa” per poter rimbalzare evitando, in questo modo, l’ipotesi di un ulteriore peggioramento e di un probabile e successivo segnale di inversione ribassista.

Il dollaro è a un bivio che potrebbe condizionare l’andamento dei prossimi mesi.

Al rialzo, invece, osserviamo una resistenza statica a 9,40 che sarà poco utile e faremo pertanto affidamento alla prossima posta a 9,55; sempre utilizzando il grafico P&F.

La situazione puramente tecnica è ancora rialzista nel breve periodo, ma a rischio di peggioramento.

Direi di proseguire in questo modo: Long su tenuta di 9,40/35 e sopra 9,55 con obiettivi rispettivi 9,55 e 9,85, poi 10,10 e 10,80/11,30. Short quindi sotto 9,35 con obiettivi 9,15 e 8,90/85, poi 8,65/30.

A cura di Giovanni Maiani, analista tecnico di lungo corso, docente Siat e responsabile delle gestioni patrimoniali di Banca Bsm

https://giovannimaiani.blogspot.com/
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