Focus sui “FAANG”
L’acronimo FAANG, coniato da Jim Cramer, conduttore televisivo della CNBC, indica cinque tra le più importanti società tecnologiche americane: Meta (FB), precedentemente conosciuta come Facebook, Amazon (AMZN), Apple (AAPL), Netflix (NFLX) e Alphabet (GOOG), precedentemente conosciuta come Google.
Ognuno di questi giganti tecnologici è scambiato sul Nasdaq ed è incluso nell’indice S&P 500. In particolare, i titoli FAANG costituiscono circa il 19% dell’indice americano in termini di capitalizzazione di mercato. Alla luce di questo e considerando che l’S&P 500 è generalmente visto come una proxy per l’economia degli Stati Uniti, è evidente come le performance di queste società possano avere un effetto determinante sull’andamento complessivo dell’economia a stelle e strisce e, più in generale, di tutto il mondo.
Nello specifico, il grafico seguente mette in evidenza come i FAANG (NYFANG), in bianco, abbiano trainato fortemente il recupero dell’economia statunitense, in viola (S&P 500), e mondiale, in verde (MSCI World), a seguito della pandemia.
Al giorno d’oggi la tecnologia ricopre un ruolo fondamentale nelle vite di tutti, dagli e-book ai social network, passando per l’e-commerce, l’intrattenimento in tutte le sue forme e tanto altro. La sensazione di una sempre crescente importanza del comparto tech è riscontrabile anche nei numeri. Infatti, il NASDAQ-100, principale indice tecnologico a livello mondiale, ha messo a referto un +165,52% negli ultimi 5 anni a fronte di un +88,40% dello S&P 500 e di un +60,55% del MSCI World Index.
Importante notare come, in questo contesto di crescita generale, i titoli FAANG si siano particolarmente distinti, con performance addirittura superiori a quelle del NASDAQ-100 sullo stesso orizzonte temporale (+273,15% per Amazon, +360,35% per Apple e +221,11% per Alphabet).
Infine, la volatilità storica dei titoli FAANG sia più elevata rispetto a quella dello S&P 500 e del MSCI World Index. Nello specifico, la volatilità dei giganti tecnologici si attesta tra un minimo di 32% (AAPL) e un massimo di 53% (NFLX), a fronte del 22% dell’indice americano e del 19,66% dell’indice globale. Alla luce di ciò, questi sottostanti potrebbero offrire delle opportunità per operazioni sia long che short, considerando che con i prodotti a leva dinamica la volatilità non alimenta l’effetto compounding tipico degli strumenti a leva fissa.
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