Mercati, utility: ecco chi potrebbe sfruttare meglio i cambiamenti in arrivo

Diversi articoli di stampa nel week end sul tema costi energetici. Tra le varie ipotesi in discussione:

  1. Una ulteriore semplificazione delle procedure autorizzative per le rinnovabili, che prevedrebbero la possibiltà di eliminare la VIA (autorizzazione ambientale) in cambio di una procedura abilitativa semplificata per il fotovoltaico a terra con una relazione asseverata che indica l’assenza di vincoli paesaggistici. Ipotizzato inoltre la possibiltà che le normative semplificate abbiano prevalenza sulle prescrizioni degli strumenti urbanistici, edilizi e ambientali contrastanti(la norma potrebbe consentire una forte accelerazione dagli attuali 1/1.2GW per anno ai 7- 8GW annui richiesti per il raggiungimento dei target EU)
  2. Il tetto al prezzo del gas a livello comunitario (comunque elevato – Il Sole24Ore ipotizza 150 €/MWh), che tuttavia incontra opposizione da diversi stati membri e sembra al momento di difficile applicazione (ad ogni modo, un cap a 150 €/MWh sarebbe comunque solo marginalmente utile alla riduzione dei costi energetici)
  3. Il rafforzamento dell’import LNG con l`ipotesi di realizzare a breve nuovi impianti offshore (possibile beneficio per SNAM che potrebbe essere la più coinvolta nel settore).
  4. La modifica delle regole di formazione del prezzo elettricità.

“In particolare l’ulteriore semplificazione per le rinnovabili ci pare l’unico elemento di novità rispetto agli altri punti (già emersi più volte nelle scorse settimane) – fanno notare da Equita Sim –  Si tratterebbe di una semplificazione notevole che potrebbe favorire gli investimenti di Enel, Erg, Alerion, Falck, ma anche di Iren/A2A nel settore renewables“.

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