Investimenti, obbligazioni: ecco a cosa prestare attenzione in questa fase

La recente inversione della curva dei rendimenti tra 5 e 30 anni non porterà a una recessione poiché i rendimenti reali restano in territorio profondamente negativo. C’è, invece, spazio affinché i rendimenti dei Treasury statunitensi a 2 anni continuino a salire fino al 2,85% nel medio termine. Tuttavia, le odierne aste di banconote a 2 e 5 anni potrebbero frenare, anche se per poco, la svendita delle obbligazioni, dal momento che entrambe le aste offrono il rendimento più alto degli ultimi tre anni. Prevediamo che la curva dei rendimenti continuerà ad appiattirsi al ribasso dopo la pubblicazione dell’indice dei prezzi di questa settimana assieme ai dati sulle retribuzioni non agricole in primo piano”. L’avvertimento arriva da Althea Spinozzi, senior Fixed Income Strategist di BG Saxo, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

In Europa, intanto, i rendimenti continueranno a salire e più parti della curva dei rendimenti tedesca diventeranno positive poiché il mercato crede che un’aggressiva BCE aumenterà i tassi di 50 pb quest’anno. Attenzione anche nel vecchio continente sui dati dei prezzi al Consumo che saranno pubblicati venerdì.

Gli investitori vedono una Federal Reserve sempre più aggressiva

La volatilità nel mercato dei Treasuries americani è sotto i riflettori. La curva dei rendimenti USA ha accelerato il suo appiattimento con lo spread 5s30s che si è invertito questa mattina per la prima volta dal 2006. L’intera curva dei rendimenti si sta spostando più in alto. Tuttavia, i rendimenti a breve termine stanno aumentando più rapidamente di quelli a lungo termine. Significativa è stata la mossa dei rendimenti dei Treasury statunitensi a 2 anni, che hanno superato la linea di tendenza decennale in calo. Se continuano a salire, non troveranno resistenza fino al 2,85%, che casualmente coincide con il tasso previsto dal dot plot nel 2023 e nel 2024.

A guidare il rapido aumento dei rendimenti dei Treasury USA è il mercato degli swap che sconta ulteriori aumenti di 200 pb per quest’anno. Inoltre, diverse banche di investimento hanno modificato le previsioni di rialzo dei tassi d’interesse per confermare le aspettative secondo cui la Fed sarà più aggressiva e che potrebbe aver bisogno di aumentare i tassi di 50 punti base più volte quest’anno.

Sebbene gli investitori possano rapidamente attribuire l’appiattimento e l’inversione della curva dei rendimenti ad una recessione imminente, è essenziale contestualizzare le cose.

In primo luogo, la parte lunga della curva dei rendimenti non è in calo ma in costante aumento, indicando che il mercato obbligazionario non è preoccupato per un’imminente recessione. I rendimenti a dieci anni sono, come i rendimenti a due anni, sulla strada per testare la loro linea di tendenza decennale discendente e la loro media mobile semplice su 200 mensili al 2,66%. Se superano questo livello, non troveranno resistenza fino al 3,15%.

I rendimenti reali negativi sono un altro fattore che aiuta a escludere la possibilità di una recessione imminente. Infatti, mentre i rendimenti nominali sono aumentati drasticamente, i rendimenti reali restano in territorio profondamente negativo, mantenendo le condizioni di finanziamento estremamente favorevoli. Tuttavia, più aggressiva diventa la Federal Reserve, più rapido sarà l’aumento dei rendimenti reali, che potrebbe causare un improvviso inasprimento delle condizioni finanziarie che colpisce le società più deboli.

Tuttavia, l’economia statunitense per ora resta forte e questo permette alla banca centrale l’attuazione di politiche monetarie più restrittive. Nella seconda metà dell’anno, si potrà capire meglio se l’economia sta affrontando il rischio di una recessione.

Le aste del Tesoro USA a 2 e 5 anni di oggi saranno al centro dell’attenzione e potrebbero mostrare che il mercato si aspetta una Federal Reserve ancora più aggressiva rispetto al recente passato. Tuttavia, il recente selloff delle obbligazioni consentirà agli investitori di acquistare queste scadenze ai rendimenti più alti degli ultimi tre anni. Pertanto, è più probabile un’elevata partecipazione alle aste del Tesoro di oggi, anche se riteniamo che ci sia spazio per i rendimenti a due anni di continuare a salire.

I relatori della Federal Reserve di questa settimana, i dati di febbraio di giovedì sul reddito e la spesa personale e le buste paga non agricole di venerdì potrebbero accrescere o rallentare l’aumento dei rendimenti. Se i dati economici mostrassero che l’inflazione continua a crescere e il tasso di disoccupazione a scendere, ci sarebbero tutte le condizioni per mettere in atto politiche monetarie più aggressive.

Rendimenti sovrani europei

Gli investitori europei guarderanno al rilascio dell’IPC (Indice dei prezzi al consumo) dell’eurozona di venerdì, che dovrebbe raggiungere il 6,7% a marzo. Nel frattempo, gli investitori considerano improbabile che la BCE rimanga accomodante per evitare la stessa sorte della BOJ.

Infatti, accentuando la divergenza delle politiche monetarie con la Federal Reserve, lo yen giapponese precipita, generando ancora più inflazione. Finora, il mercato vede verosimili rialzi dei tassi della BCE di 50 pb entro la fine dell’anno. Di conseguenza, i rendimenti sovrani europei continuano a salire, in particolare quelli tedeschi. La maggior parte della curva dei rendimenti tedesca è ora sopra lo zero. Rimangono negativi i rendimenti a 2 anni, attualmente al -0,14%. Se oltrepassassero lo 0%, sarebbe la prima volta che dal 2014.

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