Asset allocation: è il momento di essere selettivamente contrarian

“Nel contesto attuale appare appropriato mantenere un atteggiamento contrarian sfidando il mercato e costruire posizioni su titoli azionari dalle buone opportunità di crescita, le cui valutazioni sono diventate relativamente attraenti. Questo perché i timori, seppur fondati, appaiono ragionevolmente prezzati”. Parola di Pasquale Corvino, gestore di Zest, che di seguito spiega la view.

Il conflitto in Ucraina ha esacerbato i timori inerenti due grandi  punti di discontinuità rispetto al  passato recente, ossia minore globalizzazione e maggiori pressioni inflazionistiche. A corollario di  tutto questo diventa inevitabile, da parte delle principali banche centrali e in primis della Fed, porre in essere politiche monetarie restrittive volte a calmierare la dinamica dei prezzi e di conseguenza raffreddare la crescita  economica. Per tali ragioni la curva dei tassi statunitense ha iniziato a muoversi con maggiore violenza e incorporare fino a otto rialzi da 0.25% sull’anno per poi prezzare 2/3  tagli a seguito del conseguente rallentamento economico.

L’inversione della curva, e cioè con tassi governativi di breve periodo più elevati dei tassi di lungo periodo, storicamente ha dimostrato un certo valore predittivo per recessioni e/o correzioni  di mercato ma alcune precisazioni sono doverose.

In primo luogo, anche nei casi in cui l’indicatore è stato accurato, l’intervallo di tempo intercorso tra “segnale” e “bear market“/recessione è talmente variegato da essere poco utile come strumento di market timing, e cioè uscire dal mercato evitando fasi ribassiste. In secondo luogo, la parte di curva più informativa per la Fed, ossia la parte breve, non mostra segnali preoccupanti.

In ultimo, la correzione dei titoli azionari dalle valutazioni più elevate, associate a tassi di crescita più elevati, può già ritenersi drammatica, avendo cancellato in 12 mesi oltre un decennio di sovraperformance.

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