Criptovalute: il Parlamento Europeo vuole regolamentare il mercato

Le due commissioni del Parlamento Europeo, ECON e LIBE, stanno lavorando su una regolamentazione europea per le criptovalute, come riportato da Cryptonomist.ch.

Le commissioni del Parlamento Europeo e il voto sulla regolamentazione crypto

Il 30 marzo è stato infatti distribuito agli eurodeputati delle commissioni ECON (commissione economica e monetaria) e LIBE (commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni) del Parlamento Europeo il testo definitivo del regolamento sul trasferimento di fondi (TFR).

Le intenzioni sono nobili, con questo sistema l’Europa mira a salvaguardare i sistemi di pagamento impedendo illeciti e il fatto che venga usata la Blockchain per uso terroristico e di antiriciclaggio. Il TFR è in uso già dal 2015 ma ora c’è l’intenzione di estenderlo alle crypto. Il Gruppo di Azione Finanziaria (GAFI) evidenzia come così sarà più chiaro il flusso dei capitali.

Tuttavia questo sistema rischia di soffocare l’innovazione tecnologica, mina i portafogli self-hosted volti alla sicurezza del consumatore e ridurrebbe la capacità del continente di attrarre capitali a discapito di un vantaggio competitivo.

Ci sono sempre delle conseguenze

Con l’indirizzo blockchain e quello di casa, i criminali potrebbero vedere esattamente quante monete virtuali possiedi e scegliere se aggredirti virtualmente, tramite hacking, phishing etc, o fisicamente, tramite rapine, rapimenti ed estorsioni. È così che il TFR renderà i cittadini dell’UE meno sicuri. Le conseguenze a seguito dell’approvazione del TFR sarebbero molto gravi e di varia natura.

La prima conseguenza di un voto positivo sarebbe la riduzione della libertà finanziaria.

I cittadini che si avvalgono della Blockchain sono sicuri, protetti da un sistema che li rende liberi e tutela il proprio portafoglio virtuale compromettendo così anche la sicurezza.

Un altro aspetto che verrebbe meno sarebbe l’affievolirsi dell’inclusione finanziaria. I risparmiatori e gli investitori di paesi più svantaggiati sarebbero così discriminati come riconosciuto dal GAFI.

’Unione Europea verrebbe messa in una posizione di enorme svantaggio rispetto agli Stati Uniti, l’Asia e gli altri paesi emergenti limitando le possibilità dell’industria Blockchain nel continente.

Infine se passasse la legge si ridurrebbe anche l’efficacia delle forze dell’ordine che avrebbero tratto vantaggio dai dati di attribuzione ottenuti quando i sospetti si fondono con i CASP regolamentati.

Per evitare tutto questo i parlamentari delle commissioni dovranno votare contro il compromesso D ed E del TFR.

Il riciclaggio e l’assist alla criminalità organizzata

Qualche giorno fa il Parlamento Europeo ha votato sulla messa al bando o meno del Proof of Work (PoW). Fortunatamente per il mondo crypto i parlamentari hanno votato contro ma ora le cose potrebbero andare diversamente.

Per l’Europa è importante controllare i flussi di capitali e i dati in circolazione.

Questo aspetto è andato sensibilmente crescendo in intensità a seguito della crisi bellica ad est per cui si paventa un’approvazione che limita fortemente l’uso delle crypto in Europa e la pone nel medioevo della storia.

Negli obiettivi del “palazzo” non c’è solo controllare e dominare i flussi ma soprattutto la lotta alla criminalità e al riciclaggio di denaro. 

La paura che le transazioni in Bitcoin non siano un modo per ripulire proventi di mafie e crimini vari è fondata, ma di quanto stiamo parlando?

Ad oggi nel mondo crypto la mole di valore che concerne questo modo di fare crimine è dello 0,5%, una percentuale davvero risibile.

C’è da dire però, che secondo il rapporto annuale Chainalysis evidenzia che le monete FIAT sono 232 volte più utilizzate delle criptovalute per crimini di questo genere.

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