Mercati, ecco cosa accadrebbe senza petrolio russo

Quale potrebbe esserte l’impatto sull’economia di un possibile bando dell’Occidente verso il petrolio russo? Prova di seguito a dare delle risposte alla questione Jeremy Taylor, Portfolio Manager Value Equities di AllianceBernstein.

Sostituire la quota di fornitura mondiale della Russia sarebbe impegnativo anche in uno scenario ottimale. Uno scenario ottimistico includerebbe una maggiore produzione dallo scisto statunitense, dalle nazioni dell’OPEC e dai paesi, attualmente soggetti a sanzioni da parte degli Stati Uniti, come il Venezuela e l’Iran. Ma gran parte di questa maggiore produzione richiederebbe ulteriori investimenti e molto più tempo.

Di conseguenza, una perdita totale delle esportazioni di petrolio russo sarebbe molto dannosa per il PIL globale nel breve/medio termine. Prezzi molto più alti guiderebbero la distruzione della domanda (meno attività economica) per riequilibrare il mercato. I consumatori e le imprese avrebbero bisogno di economizzare e la domanda si contrarrebbe, fino a quando un’offerta adeguata tornerebbe in funzione e permetterebbe ai prezzi di scendere.

Il petrolio non è solo il 5% del PIL mondiale, ma anche un motore chiave della maggior parte delle attività economiche. L’impatto di una carenza di petrolio si sentirebbe in tutta l’Asia e l’America Latina, così come negli Stati Uniti e in Europa, perché i prezzi del petrolio riflettono le condizioni del mercato globale.

La nostra analisi di scenario suggerisce che in un caso di distruzione della domanda i prezzi del petrolio potrebbero raggiungere i 200 dollari al barile. Questo scenario aumenta anche le possibilità di ritorsioni russe contro l’Occidente, che potrebbero portare a un’ulteriore escalation e a sofferenze umane e danni economici.

Naturalmente, è perfettamente possibile che la situazione volga al meglio. Il conflitto è tragico per il popolo ucraino e per il mondo. Serve anche come un enorme campanello d’allarme per i governi occidentali. Ci aspettiamo che ci sarà una rivalutazione dell’importanza della sicurezza energetica e una spinta a sviluppare nuove forniture energetiche di tutti i tipi. Il passaggio alle energie rinnovabili dovrebbe accelerare insieme all’intensificazione degli investimenti nell’efficienza energetica, questa volta con una pianificazione della transizione più pragmatica nei paesi occidentali che consideri sia la sicurezza dell’approvvigionamento che la competitività industriale.

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