Asset allocation, azionario: ecco il posizionamento di Credit Suisse

Manteniamo un sovrappeso nelle azioni dei mercati sviluppati ed emergenti. Non prevediamo più che il Giappone, l’Indonesia e il settore dei titoli finanziari sovraperformino, ma ipotizziamo piuttosto che questi mercati registrino una performance in linea col mercato complessivo. Nell’Eurozona, la qualità è ora il nostro stile preferito, e sostituisce le small cap”. Questa, in sintesi, la view sull’asset allocation sulle azioni globali di Marc Häfliger, Head of Global Equity Strategy di Credit Suisse, che di seguito ne spiega le ragioni.

In occasione di una riunione ad hoc il 17 marzo, l’Investment Committee di Credit Suisse ha portato le azioni a un sovrappeso tattico, aumentando l’allocazione verso le azioni dei mercati sviluppati (MS, tramite gli USA) e le azioni dei mercati emergenti (ME, tramite la Cina). Da allora, le azioni globali evidenziano un moderato rialzo, e i ME registrano un’outperformance rispetto ai MS. La Cina ha messo a segno uno dei risultati migliori tra i ME da quando abbiamo introdotto un sovrappeso tattico e le azioni USA hanno leggermente sovraperformato l’MSCI World.

Dal 17 marzo, i settori difensivi, come le utility, il comparto immobiliare e l’energia, hanno sovraperformato, mentre i titoli ciclici come i finanziari e gli industriali hanno sottoperformato. I timori di un rallentamento della crescita o, di fatto, di una recessione sono stati una delle ragioni della sovraperformance dei segmenti difensivi rispetto a quelli ciclici. Questi timori sono insorti dopo che la differenza tra il rendimento dei Treasury USA a 10a e 2a è diventato negativo, un presunto segnale di una recessione. Tuttavia, a nostro avviso, bisogna tenere presente che a) la curva dei rendimenti a 10a-3m, che tende a essere un migliore indicatore di recessione, è ancora in territorio positivo, b) in media, è presente un ritardo di 19 mesi tra un’inversione della curva dei rendimenti e una recessione, e c) le azioni tendono a raggiungere il massimo solo un anno dopo l’inversione della curva dei rendimenti. Di fatto, la nostra analisi mostra che le azioni globali salgono in media del 12% nei dodici mesi successivi all’inversione della curva dei rendimenti.

Il focus si sposta sulla stagione degli utili del secondo quarter

A nostro avviso, le azioni globali continuano a beneficiare di un contesto economico costruttivo e di utili solidi. Inoltre, il posizionamento degli investitori è ancora prudente. Ciò premesso, gli ostacoli ultimamente sono aumentati, ad esempio a causa dell’inasprimento della politica monetaria e dei timori di un rallentamento della crescita. L’imminente stagione degli utili del 1T, che le banche statunitensi avvieranno il 13 e 14 aprile, fornirà un «controllo dello stato di salute» della classe di asset. Le settimane più intense per gli utili saranno il 25–29 aprile e il 2–6 maggio, quando il 68% della capitalizzazione di mercato dell’S&P 500 e il 66% della capitalizzazione di mercato dell’Euro Stoxx 600 forniranno le rispettive comunicazioni. L’attenzione si concentrerà sulle prospettive dei margini e sulle indicazioni aziendali in generale, sulla capacità delle aziende di segnalare della fiducia che non ci saranno grandi mancanze degli utili (cioè segni di stabilità), e sui potenziali impatti di Omicron e del conflitto Russia/ Ucraina sugli utili.

Riduzione dell’esposizione azionaria ciclica

Il Giappone non è più tra i nostri mercati preferiti sui MS, in quanto le preoccupazioni per la crescita globale (riflesse da un rallentamento della produzione industriale globale), unitamente al rallentamento degli utili e alla prolungata interruzione della catena di fornitura, creano una prospettiva più impegnativa per il mercato, nonostante una valutazione ancora interessante. A livello settoriale, non ci aspettiamo più che i titoli finanziari globali sovraperformino, ma portiamo il nostro giudizio a neutrale, poiché il quadro degli utili si è deteriorato. Sui ME, non prevediamo più che l’Indonesia sovraperformi il benchmark MSCI EM, dopo che la valutazione è diventata poco attraente a seguito di una significativa sovraperformance. La qualità è ora il nostro stile preferito nelle azioni dell’UEM, mentre non ci aspettiamo più che le small cap dell’UEM sovraperformino il benchmark MSCI EMU.

 

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