Asset allocation, bond emergenti: migliorano le prospettive

Il picco della forza dollaro dovrebbe ormai essere stato raggiunto e il peggio per la crisi pandemica dovrebbe essere alle spalle. La crisi immobiliare cinese impiegherà tempo per essere risolta ma è stata gestita in maniera molto efficiente dal governo. Il violento reset delle aspettative sui tassi di interesse è probabilmente terminato, almeno per il 2022. In questo contesto puntiamo sui bond emergenti”. È la view di Mario Cribari, responsabile della strategia di investimento e partner di BlueStar Investment Managers Sa.

Numerosi fattori hanno penalizzato finora i bond emergenti

Il rialzo generalizzato dei tassi di interesse e le politiche restrittive delle banche centrali in conseguenza del nuovo ciclo inflazionistico globale; la forza del dollaro che generalmente rende più oneroso il finanziamento delle obbligazioni emesse in valuta locale; l’aumento della volatilità di mercato legata dapprima alla crisi pandemica e poi alla guerra in Ucraina; la crisi immobiliare in Cina, o meglio la crisi societaria di alcune grandi aziende cinesi nate dapprima come società immobiliari e diventate poi, a causa di scarsi controlli, dei conglomerati con elevata leva finanziaria; le politiche scellerate di alcuni, pochi, paesi come la Turchia dove l’indipendenza della banca centrale è stata seriamente messa in dubbio dagli interessi del governo.

Oggi però i bond emergenti rappresentano, nel medio lungo termine, uno dei pochi segmenti interessanti del comparto obbligazionario, ammesso che vengono selezionati oculatamente.

“A risultare interessanti sono soprattutto le obbligazioni investment grade a media scadenza in Asia, in dollari e valuta locale, e quelle high yield globali, compresi alcuni mercati di frontiera selezionati, che sono spesso anche esportatori di materie prime, non sono eccessivamente indebitati, beneficiano di alta crescita economica e hanno classi politiche migliori che in passato”, conclude Cribari. “Da molto tempo siamo investiti inoltre in obbligazioni governative cinesi che per una serie di ragioni consideriamo sostitute, a tendere, dei treasury americani e che hanno dimostrato negli ultimi trimestri, a differenza di questi ultimi, la loro funzione di hedge naturale alla volatilità di mercato”.

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