Investimenti, Francia: ecco i campioni a prenscindere dal voto

I francesi, come noto, sono chiamati a votare il nuovo presidente della Repubblica, e il Capo dello Stato in carica Emmanuel Macron è il favorito per la vittoria, che gli assegnerebbe un secondo mandato all’Eliseo. Dopo il primo turno delle elezioni presidenziali che si è tenuto domenica 10 aprile, Macron dovrà affrontare ancora una volta la candidata di estrema destra Marine Le Pen nel ballottaggio del 24 aprile – una riedizione del secondo turno del 2017, che portò una vittoria schiacciante per il presidente in carica.

“Sebbene Macron, preferito dalle imprese, possa ancora essere il favorito per la vittoria, la popolarità di Marine Le Pen non sembra essere diminuita, e nel secondo turno la forbice fra i due candidati pare essere molto più stretta di quanto si pensasse. Se la Le Pen dovesse ripetere le vittorie a sorpresa della Brexit e di Donald Trump, è probabile che gli investitori ne sarebbero sconvolti, in un 2022 già molto turbolento per i mercati”. Ad affermarlo è Hywel Franklin, Head of European Equities, lead manager of Discovery Europe Fund di Mirabaud AM, che di seguito illustra nel dettaglio la propria visione.

Le differenze tra i candidati sono nette in molti ambiti, come è evidente dalle rispettive posizioni in materia di energie rinnovabili. Mentre Macron ha già delineato piani per investire significativamente nell’energia solare ed eolica, in passato Le Pen ha giurato di abbattere le turbine eoliche del Paese.

Anche se nel corso dei cinque anni della presidenza Macron i mercati hanno fatto registrare periodi di forte volatilità, il suo mandato è stato ampiamente positivo per le azioni e il mercato azionario francese ha sovraperformato la maggior parte dei peers europei in questo periodo.

Abbiamo una posizione sovrappesata sulla Francia rispetto al nostro benchmark in entrambe le nostre strategie e continuiamo a identificare una serie di interessanti opportunità innovative. Crediamo che molte delle aziende all’avanguardia del Paese siano nelle condizioni per continuare a prosperare a prescindere dal risultato elettorale, grazie a modelli di business allineati a importanti trend globali di lungo termine, come la decarbonizzazione.

Fra questi titoli vi è quello del gruppo di ingegneria GTT, leader mondiale nei sistemi di contenimento a membrana per il trasporto e lo stoccaggio di gas naturale liquefatto (GNL). Il vantaggio tecnologico di GTT rispetto ai sistemi di pari livello ha permesso al gruppo di arrivare a detenere una quota di mercato dominante del 90% nel settore del contenimento per le navi metaniere.

I dati finanziari di GTT sono tra i più interessanti che abbia mai visto nella mia carriera di due decenni nel mondo degli investimenti. Il suo business a basso assorbimento di capitale ha zero debiti e 200 milioni di euro di liquidità netta, e generalmente distribuisce l’80% degli utili sotto forma di dividendi. Il gruppo non dipende direttamente dai prezzi del GNL, ma dal volume di GNL trasportato. Le sue vendite sono inoltre protette dall’inflazione.

Sebbene la quota del GNL nel mercato globale del gas sia attualmente solo del 10%, la domanda è destinata a raddoppiare entro il 2035, guidata in gran parte dalla necessità della Cina di passare dagli impianti a carbone ad alte emissioni al gas.

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