Asset allocation: il posizionamento di Generali Investments

Nonostante la recente ritrovata propensione al rischio, riteniamo che nel breve periodo prevalgano venti contrari: alla possibilità di una escalation bellica e delle relative sanzioni, si sommano infatti le politiche più restrittive adottate dalle banche centrali e i sempre maggiori segnali di rallentamento. Pertanto, abbiamo ridotto l’esposizione azionaria a un leggero underweight, moderando il peso del segmento Value e dei settori più ciclici a favore di quelli più difensivi e Growth“. Ad affermarlo sono Michele Morganti e Vladimir Oleinikov di Generali Investments, che di seguito spiegano nel dettaglio l’asset allocation.

Nel breve termine, preferiamo gli Stati Uniti e il Regno Unito rispetto all’area euro, nonostante le valutazioni più elevate degli USA. L’euro area è più ciclica, esposta direttamente alla crisi ucraina e più dipendente dalle importazioni di energia. Anche in un’ottica di lungo periodo, rimane interessante la diversificazione in azioni USA.

Il nostro scenario di base è quello di un rallentamento, non di una recessione globale e ciò induce ad astenerci da un marcato Underweight sulle azioni. In effetti, anche con una crescita piatta degli utili nel 2022 e un rapporto Price Earnings più basso della media storica, le azioni possono offrire rendimenti positivi in un orizzonte di 12 mesi (+5%).

Inoltre, l’attuale rendimento dell’equity, basato sul trend degli utili aggiustato per il ciclo, mostra ancora un gap interessante se confrontato ai tassi reali decennali. Lo stesso vale per l’enorme divario del cash flow aziendale delle economie sviluppate rispetto al capex. Infine, in periodi passati caratterizzati da elevata inflazione, i rendimenti azionari, sebbene ridotti, hanno generalmente sovraperformato quelli delle obbligazioni.

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