Asset allocation, bond emergenti: due fattori che influiscono sulle performance

“I due fattori principali che hanno influito sulla performance da inizio anno dell’asset class obbligazioni emergenti nel 2022 sono stati il forte rialzo dei rendimenti dei Treasury USA e l’invasione russa dell’Ucraina”. Ad affermarlo è Diliana Deltcheva, Head of Emerging Market Debt di Candriam, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

I rendimenti dei Treasury USA decennali sono aumentati di 82 pb a fine marzo, determinando un rendimento negativo dei Treasury del 5,7% per l’indice delle obbligazioni sovrane EMD HC (misurato dall’indice JPM EMBI Global Diversified). L’aggressione militare russa ha portato a un rapido inasprimento delle sanzioni e a un sostanziale aumento dei prezzi delle materie prime (energia, metalli e prodotti agricoli) a causa delle preoccupazioni per l’impatto dell’isolamento delle esportazioni russe dal commercio globale.

I prezzi dei bond bielorussi, russi e ucraini sono crollati a livelli distressed, perdendo ovunque tra i 50 e i 90 centesimi sul dollaro, in base alla capacità di accedere alla liquidità esterna o alla disponibilità al servizio del debito. A fine marzo JP Morgan, il principale provider di indici EMD, ha escluso la Russia e la Bielorussia dagli indici sovrani e corporate, con un impatto positivo al 31 marzo rispettivamente dello 0,53% e dell’1,15%. Per quanto riguarda il debito dei mercati emergenti in valuta locale, l’EMFX (1,4%) ha sovraperformato i tassi locali (-7.8%) in quanto l’aumento e le aspettative sull’inflazione hanno portato da un lato a ulteriori rialzi dei tassi d’interesse dei mercati emergenti e delle curve interne, dall’altro hanno supportato livelli valutari più forti nei paesi emergenti esportatori di materie prime come Real Brasiliano, Peso Colombiano, Rand Sudafricano, Peso Cileno e Sol Peruviano.

Il debito dei mercati emergenti a medio termine è supportato sia dalle valutazioni relative al segmento High Yield (specialmente per quanto riguarda, nonostante la graduale contrazione della liquidità a livello globale, gli esportatori di energia) sia dall’outlook positivo per le materie prime nel mezzo di una ripresa dalla pandemia lenta ma comunque favorevole. L’invasione dell’Ucraina e il simultaneo isolamento della Russia a livello politico e finanziario hanno aumentato notevolmente sia il rischio per la traiettoria della ripresa globale sia il rischio di stagflazione a livello mondiale.

I rischi per l’outlook sul debito dei mercati emergenti si sono moltiplicati: dall’aumento dei rendimenti dei Treasury e della volatilità in mezzo a un’inflazione elevata a livello globale, alle conseguenze dell’invasione dell’Ucraina e delle sanzioni imposte alla Russia che, contemporaneamente, hanno una ricaduta sui prezzi delle materie prime ed esercitano una pressione al ribasso sulla crescita globale. I default e le ristrutturazioni del debito in Bielorussia, Russia e Ucraina potrebbero indurre i paesi emergenti importatori di materie prime, con una capacità limitata di compensare l’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, a intraprendere la rinegoziazione del debito. Inoltre, non riteniamo che l’interventismo statale cinese nell’immobiliare e in altri settori sia stato risolto in modo decisivo. Questo, insieme alle politiche di tolleranza zero riguardo al covid, mantiene una pressione al ribasso sulla crescita cinese e sulla domanda di materie prime per quest’anno. Rimaniamo costruttivi sulle materie prime nel complesso, che dovrebbero avvantaggiare gli esportatori emergenti di materie prime e il debito emergente in generale, poiché la maggior parte dei costituenti dell’indice sono esportatori di energia o di metalli.

L’outlook per le commodity è sostanzialmente migliorato dato che Russia e Ucraina sono grandi esportatori globali di energia (in questo caso solo la Russia), metalli industriali, grano e mais, e la riduzione o l’interruzione delle esportazioni da questi due paesi, seppur su base temporanea, si tradurrà in un aumento dei vincoli nelle forniture e in prezzi più alti. Nel medio termine ci aspettiamo che la debolezza del dollaro USA sia minata dal notevole debito gemello accumulato dal paese e dal quasi raddoppio del bilancio della FED nel 2020.

.Quest’anno, tuttavia, il dollaro americano potrebbe mantenere la sua forza soprattutto nei confronti delle valute G10 e dei mercati emergenti non legate alle materie prime, mentre i rendimenti reali statunitensi registrano una crescita prossima allo zero. Permangono l’incertezza intorno al de-rating dell’universo emergente e specifici problemi di liquidità e solvibilità in alcuni di questi mercati, ma saranno affrontati caso per caso.

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