Mercati, utility: i perchè del “no” all’introduzione di un cap ai prezzi

L’Agenzia per la Cooperazione tra i Regolatori nazionali per l’Energia (ACER) ha inviato all’UE la risposta alla richiesta di un parere sulla situazione del mercato elettrico. Parere richesto in vista delle decisioni che la Commissione dovrà prendere a fine maggio sul tema dei prezzi
energetici.

Secondo l’ACER:

  • l’imposizione di cap ai prezzi elettrici è distorsiva del mercato e va confinata a condizioni speciali come quelle di Spagna/Portogallo (recentemente autorizzate all`introduzione di un cap a 40 €/MWh in termini di prezzo del gas);
  • misure di emergenza mal concepite possono far regredire l’integrazione del mercato EU e la concorrenza, aumentando il costo della transizione energetica;
  • le attuali distorsioni non sono da imputare al sistema di pricing;
  • le regole in vigore hanno contribuito a mitigare l’attuale situazione evitando la riduzione di flussi di elettricità o blackouts in alcune regioni.

Più interessanti per ACER, sono meccanismi temporanei e automatici di prezzi amministrati nel caso in cui il mercato superi alcuni limiti (come in Texas o Australia).

“Anche se il parere ACER non è vincolante per la EU – fanno notare da Equita – si tratta di indicazioni supportive per le società energetiche (Enel, Iren, A2a, Erg, Falck Renewables e Alerion) che in questo momento subiscono il rischio di interventi regolatori nel settore. L’Acer non è un’organizzazione privata, ma l’associazione che raggruppa le autorità nazionali di regolamentazione, con un peso importante nelle decisioni legislative”.

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