Investimenti, azionario: ecco come muoversi in tempi volatili

I mercati hanno affrontato un periodo tumultuoso negli ultimi due anni, che ha compreso una pandemia, una ripresa economica e ora un conflitto militare in Europa. Le azioni rimangono particolarmente volatili a causa degli eventi scioccanti che si stanno verificando in Ucraina, aggiungendo incertezza a un già complesso contesto di inflazione crescente e stretta monetaria. In questo scenario, ecco di seguito l’outlook di Scott Berg, Portfolio Manager, Global Growth Equity Strategy di T. Rowe Price.

I cambiamenti di regime e il dibattito growth vs. value

A livello generale, riteniamo che il 2022 segni un cambio di regime per gli investitori. Una marcata ripresa dell’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse hanno contribuito alla debolezza del mercato azionario e a una rotazione molto significativa verso i titoli value. In effetti, il primo trimestre del 2022 è stato uno dei peggiori in molti anni per la performance dei titoli growth rispetto a quelli value.

L’emergere di catalizzatori dell’inflazione in una fase di ripresa dell’economia globale è prevedibile, ma l’inflazione ha accelerato più rapidamente del previsto e sta presentando una sfida significativa per i responsabili della politica monetaria. Le cause dell’aumento della pressione sui prezzi sono incorporate in un complesso mosaico di forze temporanee e strutturali, e la reazione degli investitori è stata chiara. Abbiamo visto un significativo riposizionamento in aree del mercato che potrebbero beneficiare di una stretta monetaria, accelerato ulteriormente dalle conseguenze del conflitto Russia-Ucraina, in particolare l’aumento dei prezzi delle materie prime e ulteriori interruzioni delle supply chain. Questo movimento va a scapito dei titoli growth più sensibili al rialzo dei tassi, che hanno sperimentato livelli eccezionali di volatilità.

Dalla crisi finanziaria globale, la sovraperformance dei titoli growth è stata la caratteristica dominante dei mercati azionari, accelerata dalla pandemia. Sebbene sia importante riconoscere che le valutazioni estese e un’inflazione in aumento hanno giocato un ruolo nella recente correzione, è anche cruciale notare che la sovraperformance dei titoli growth è stata costruita su un vantaggio fondamentale prolungato e persistente: quello di una crescita superiore in termini di vendite, utili e flussi di cassa. Ci aspettiamo che i mercati riconoscano che i titoli growth di migliore qualità forniranno utili superiori nei prossimi anni.

L’inflazione rimane un rischio

La normalizzazione delle supply chain è fondamentale per allentare i punti di pressione, e mentre gran parte del mondo sta imparando a convivere con il COVID-19, il dilagare della variante Omicron in Cina può causare un’estensione e amplificazione delle interruzioni della supply chain e dell’inflazione. Riteniamo che l’inflazione possa raggiungere il picco nel 2022, con i tassi di interesse che si muoveranno lentamente e progressivamente più in alto, data la necessità di mantenere la stabilità finanziaria.

Mentre l’inflazione è indicativa della ripresa economica, i mercati del lavoro rigidi e le disfunzioni delle supply chain probabilmente smorzeranno la crescita. Tuttavia, il calo della domanda, insieme a una percentuale di inflazione meno reattiva alle tradizionali leve della politica, può permettere ai policymaker un certo margine di manovra per muoversi più lentamente sulla stretta monetaria, anche se le cifre dell’inflazione a breve termine implicano un’azione più aggressiva. Ciò potrebbe fornire un contesto più positivo per i mercati azionari nel corso dell’anno.

Restano molte aree di interesse

In questo nuovo mondo di inflazione più alta e di tassi d’interesse in aumento, crediamo ancora prepotentemente nel potenziale di sovraperformance delle aziende capaci di generare guadagni e flussi di cassa a lungo termine a livelli superiori al mercato.

La nostra maggiore posizione settoriale rimane sui beni di consumo discrezionali, in particolare i leader dell’ecosistema globale della vendita al dettaglio online e dei servizi al consumatore. Abbiamo anche una forte esposizione all’assistenza sanitaria, dove vediamo forze cicliche di riapertura dell’economia e secolari che influenzano la crescita degli utili futuri. Con le pressioni inflazionistiche che probabilmente rimarranno prevalenti, abbiamo mantenuto in gran parte la nostra esposizione ai settori finanziario e immobiliare.

La fiducia che riponiamo nella nostra capacità di trovare buone idee azionarie nei mercati emergenti rimane salda. Le prospettive di un aumento dei tassi d’interesse statunitensi e il conseguente impatto a catena dei costi di finanziamento per i mercati emergenti hanno visto l’asset class sottoperformare significativamente rispetto ai mercati sviluppati. I Paesi con livelli di debito più elevati sono stati colpiti maggiormente, come nel caso del “taper tantrum” del 2013, nonostante la struttura del debito della maggior parte dei Paesi sia cambiata in modo significativo nel corso degli ultimi due decenni. Il miglioramento della crescita degli utili aziendali nel 2022-2023 dovrebbe aiutare, ma abbiamo visto sempre più esempi di auto-sostegno da parte delle singole aziende.

Durante un periodo di crisi, un numero crescente di aziende si concentrano più intensamente sul controllo dei costi, su spese di capitale efficienti e sul miglioramento dei rendimenti per gli azionisti. Riteniamo che anche le valutazioni siano interessanti e rimangano a sconto rispetto ai mercati sviluppati.

Più in generale, in questa fase del ciclo azionario, essere in grado di trovare una crescita degli utili è essenziale, sia in una strategia di portafoglio difensiva sia in una offensiva. A prescindere dai movimenti a breve termine dei mercati, la crescita fondamentale degli utili e dei flussi di cassa rimane, a nostro avviso, il più potente driver dei prezzi azionari nel lungo termine. Sebbene sia importante discutere dei rischi e comprendere i fondamentali alla base di potenziali periodi di cambiamento, rimaniamo concentrati sui driver azionari fondamentali idiosincratici che riconoscono ma non sono guidati da fattori macro top-down.

Ci sono ovvie preoccupazioni per i terribili eventi che accadono in Ucraina, ma al di là di queste preoccupazioni geopolitiche, pensiamo che il mondo sarà più simile alla sua fase pre-pandemica. Mentre alcune delle forze che hanno sostenuto la ripresa economica si sono spostate, il nostro scenario base rimane che le supply chain si normalizzeranno mentre impariamo a vivere con il Coronavirus e che l’inflazione raggiungerà il picco e alla fine si allevierà fino a un livello più basso e gestibile. Nel frattempo, i tassi d’interesse saliranno. Mentre le Banche Centrali affrontano l’inflazione a breve termine, i tassi di interesse saliranno, ma probabilmente senza infliggere danni eccessivi ai consumatori o all’economia in generale.

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