Forex: per l’Euro, forse, il supporto questa volta è valido

L’Euro Index (paniere di mia creazione) ha finalmente raggiunto e quindi superato i minimi pre-covid confermando quanto ipotizzato già da qualche settimana.

Al Bloomberg Euro Index, invece, manca veramente poco per raggiungere i minimi di febbraio 2020 (852,55) visto che ha realizzato, al momento, un minimo relativo 854,27.

In ogni caso non è una gara a chi arriva prima, ma di certo il biglietto verde si è preso una bella rivincita.

Cosa accadrà ora?

Ci siamo dunque riportati in corrispondenza dei valori di circa 27 mesi fa e, già allora, l’euro proveniva da una fase discendente.

In effetti, il benchmark europeo ha perso circa il 10% durante le ultime due correzioni, ossia dal mese di aprile 2018 al mese di febbraio 2020 e dal mese di gennaio 2021 ai giorni nostri, anche se la pendenza non è stata la stessa. Inoltre, in entrambi i casi, la discesa è iniziata dopo il completamento di un testa e spalla ribassista.

Sappiamo dunque che i livelli attuali sono a dire poco fondamentali in un’ottica di medio/lungo periodo e che l’incertezza non è mai stata cosi elevata come ora.

Visto che siamo in tema di rischiosità, proprio oggi, la Fed (o meglio dire il Fomc) prenderà una decisione di politica monetaria, mentre un aumento dei tassi di mezzo punto percentuale è dato per scontato. Pertanto, il ritorno sui livelli di inizio 2020 era relativamente scontato, mentre il difficile inizia sin da ora.

Dal punto di vista puramente tecnico, e a mio modesto parere, è possibile un effimero rimbalzo fisiologico seguito da una nuova correzione, ma qualsiasi scenario ha un suo perché.

Come di consueto, vado curiosare tra gli elementi che compongono il mio Euro Index alla ricerca di eventuali spunti operativi, conferme o smentite.

A livello complessivo, per quanto riguarda la tabella, nel 39% dei casi (in recupero rispetto al 21% della scorsa settimana) la divisa europea è in uno scenario rialzista o moderatamente rialzista nei confronti delle altre divise, mentre le performance a 5 giorni evidenziano una situazione di calma apparente, eccezione fatta per il rublo russo.

La situazione puramente tecnica è ribassista, ma il benchmark europeo ha raggiunto importanti livelli di supporto, mentre ci sono molte, troppe, variabili sul tavolo. Procedere con la massima cautela in questo fine settimana…

Scendo nei particolari per scavare qualche particolarità nei confronti della divisa europea e del dollaro Usa.

I movers e spunti sull’euro

L’Eur/Usd ha superato l’obiettivo ribassista di 1,06, mentre consolida da qualche giorno sui minimi di periodo ed è intrappolato tra 1,045 e 1,060 circa. Intervenire in caso di fuoriuscita di tale intervallo. L’Eur/Aud ha testato brevemente il livello di guardia di 1,475 dal quale cerca di rimbalzare, ma poi si scontra con la resistenza di 1,50. La situazione non è interessante ora, ma intervenire con il breakout. L’Eur/Brl stenta a raggiungere il primo obiettivo rialzista di 5,60 e potrebbe non riuscire nel suo intento. Attenzione alla tenuta di 5,10. L’Eur/Cad ha sfiorato l’obiettivo ribassista di 1,335, ma fa ancora in tempo a superarlo. Positivo solo sopra 1,37. L’Eur/Cnh ha effettuato un movimento altalenante durante le ultime sedute interessando il supporto di 6,95/0. La situazione è neutrale per il momento. L’Eur/Czk potrebbe aver iniziato una difficile fase di rafforzamento, ma attenzione alla tenuta di 24,50. L’Eur/Jpy cerca di mantenersi nelle immediate vicinanze di 137 e viene ribadita l’importanza della tenuta della sottile fascia di supporto di 135/4. L’Eur/Sek ha infranto momentaneamente il supporto di 10,30 dimostrando l’attuale incertezza che regna sui mercati, forex incluso. Non operare tra 10,20 r 10,50 circa. L’Eur/Try testa tuttora il supporto di 15,50 il quale eventuale cedimento confermato dovrebbe coincidere con un segnale di peggioramento. L’Eur/Zar si dimostra in difficoltà in corrispondenza della resistenza di 17, mentre tende a infrangere al ribasso il supporto di 16,50. L’euro si dirige verso un segnale short con obiettivo attorno a 15,7/5.

La moneta unica ha confermato di trovarsi in un contesto instabile e impegnativo. Meglio limitare l’operatività per le prossime giornate. Lecito qualche modesto trade sui maggiori cambi; eur, usd, gbp e jpy.

Alcune idee sul dollaro Usa

L’Usd/Aud ha confermato la precedente ipotesi di “possibile il prossimo superamento di 1,42” in quanto si è spinto fino 1,4224. La situazione rimane rialzista, meno speculativa, e attenzione alla tenuta di 1,395 circa. L’Usd/Cad ha proseguito la strada rialzista sfiorando l’obiettivo di 1,295 (realizzato 1,2914). Possibile un ulteriore rafforzamento, ma attenzione alla tenuta di 1,275. L’Usd/Chf ha pienamente confermato la precedente ipotesi di “probabile il proseguimento del rialzo verso 0,98 (centrato martedì sera) e tende a rafforzarsi ulteriormente verso 0,993. Attenzione alla tenuta di 0,968/7. L’Usd/Cnh ha confermato la precedente ipotesi di “spingersi anche oltre (6,75)”, mentre appare indecisa ora. Attenzione ora alla tenuta di 6,60. L’Usd/Nok ha sfiorato il primo obiettivo di 9,50 (realizzato 9,4897) e sembra in grado di avvicinarsi anche al successivo 9,70/5. Fondamentale tuttavia la tenuta di 9,30/25. L’Usd/Nzd ha confermato la precedente ipotesi di “un ulteriore rialzo verso 1,54” in quanti si è spinto fino 1,56 circa. Probabile il proseguimento della tendenza in essere verso 1,578/85, ma attenzione alla tenuta di 1,535. L’Usd/Sek sembra ancora aver le carte in regole per raggiungere il primo obiettivo di 10 (fatto 9,9393), ma attenzione alla tenuta di 9,75. L’Usd/Zar ha confermato la precedente ipotesi di “probabile un ulteriore rialzo verso 16,1/3” in quanto ha realizzato un massimo relativo a 16,20 prima di ripensarci. La situazione è speculativa ed è possibile una discesa verso 15,2/0.

Il Dollar index ha messo a segno un nuovo massimo di periodo per poi consolidare. La situazione è potenzialmente molto rischiosa, ma il biglietto verde è da preferire all’euro per la speculazione.

La seguente grafica mostra la tendenza di alcuni importante cross

Trade opportunity

Riprendo oggi l’analisi del Nzd/Usd pubblicata lo scorso 6 aprile che potete rileggere cliccando qui.

Riporto per comodità la precedente strategia operativa. “Mantenere gli eventuali long in essere e accesi a 0,675 con stop cautelativo a 0,688 (praticamente il precedente 1° obiettivo). Gli obiettivi sono 0,72 e 0,7350, poi 0,745/550. Short quindi sotto 0,688 con obiettivi 0,675 e 0,6590, poi 0,6450 e 0,633/15. Come sempre cerco di sfruttare i precedenti livelli”.

Nel nostro caso, il dollaro neozelandese ha quasi immediatamente generato un segnale di stop and reverse con il ritorno al di sotto di 0,688, andando pertanto short, per poi superare il 3° obiettivo ribassista di 0,6450 (realizzato 0,6411).

Il Nzd continua a regalarci grosse soddisfazioni e possiamo anche ringraziare i grafici Ichimoku e P&F 0,0025*3 rispettivamente presentato e nominato durante la precedente analisi.

Attualmente il Kiwi (altro nome del dollaro neozelandese preso in prestito dal noto volatile che non vola…) interessa un doppio livello di supporto, individuato proprio in corrispondenza del nostro obiettivo 0,6450, costituito sia dal supporto del trend discendente, in essere dall’effimero massimo di fine febbraio 2021, sia dal rintracciamento del 50% del rialzo effettuato tra il mese di marzo 2020 e il massimo sopra citato del 2021.

La situazione puramente tecnica rimane ribassista, ma è lecito ipotizzare un tentativo di rimbalzo dai valori attuali.

Direi quindi di procedere in questo modo. Mantenere gli eventuali short in essere da 0,688 con stop a 0,6520 e obiettivi 0,633/29 e 0,615, poi 0,606/594. Senza posizioni in essere è possibile andare short sotto 0,640 con stop a 0,648 e obiettivi come sopra. Qualche long sopra 0,652/3 con obiettivi 0,661 e 0,670, poi 0,682 e 0,693.

A cura di Giovanni Maiani, analista tecnico di lungo corso, docente e probiviro Siat e responsabile delle gestioni patrimoniali di Banca Bsm

https://giovannimaiani.blogspot.com/
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