Criptovalute, Bitcoin: mining sempre più difficile

Con “difficulty” nel mining di Bitcoin si intende il livello di difficoltà che devono risolvere i miner per trovare l’hash che convalida i blocchi.

Il livello di difficulty del Bitcoin mining segna un nuovo record

Tale livello varia in continuazione, all’incirca una volta ogni due settimane, in modo da adeguarsi alle variazioni dell’hashrate e tenere sempre più o meno attorno ai 10 minuti il tempo medio necessario per trovare i singoli hash e convalidare i singoli blocchi, come riportato da Cryptonomist.ch.

Ieri si è verificato l’ultimo aggiustamento automatico della difficulty, che ha raggiunto il suo nuovo massimo storico di sempre: 31,25 T.  Il livello precedente era di 29,79 T, quindi nettamente inferiore. Il netto aggiustamento al rialzo è stato necessario a causa dei recenti nuovi massimi riguardanti l’hashrate.

Infatti, quando cresce la potenza di calcolo allocata a livello mondiale sul mining di Bitcoin, detta in gergo “hashrate”, c’è il rischio che si riduca anche significativamente il tempo medio necessario per minare i blocchi. Infatti il cosiddetto block-time era sceso fino a 9 minuti e mezzo negli ultimi giorni, addirittura con un picco minimo mensile di 8,6 minuti il primo maggio.

L’innalzamento della difficulty quindi è stato necessario, ed era assolutamente previsto, tanto che sia i mier che i mercati erano preparati a tale evento.

Va tuttavia detto che dopo il record dell’hashrate del 2 maggio il suo livello è sceso un po’, anche a causa del fatto che il calo del prezzo di Bitcoin ha fatto scendere in modo significativo il valore dei BTC incassati dai miner ad ogni blocco. 

Inoltre con l’incremento della difficulty aumenta anche l’energia elettrica necessaria ad estrarre gli hash, quindi la profittabilità del mining diventa ancora meno conveniente.

La difficulty sia adatta al livello dell’hashrate

Secondo i dati di di bitinfocharts.com, è precipitata a 0,134 dollari al giorno per THash/s, ovvero un livello che non si vedeva da dicembre 2020, prima dell’inizio dell’ultima grande bullrun. Allora il prezzo di Bitcoin era ampiamente sotto i 20.000$, ma la difficulty era inferiore a 20 T.

A questo punto è possibile immaginare che il prossimo aggiustamento, previsto per fine maggio, possa portare ad una riduzione della difficulty, perché è possibile che nei prossimi giorni l’hashrate cali.

Queste dinamiche, strettamente tecnico-operative, non incidono sui prezzi di mercato, perché al contrario sono loro ad esserne influenzate.

Più il prezzo di BTC scende più si riduce la profittabilità del mining, visto che i miner vengono ripagati proprio in BTC. Quando ciò accade i miner riducono i consumi energetici spegnendo alcune macchine, riducendo l’hashrate.

Invece quando il prezzo di BTC sale cresce anche la profittabilità del mining, quindi o arrivano nuovi miner, o quelli già attivi acquistano nuove macchine, o semplicemente vengono riaccese macchine per il mining in precedenza spente. Tutto ciò fa aumentare l’hashrate.

 

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