Asset allocation: la Cina vista da Lemanik

“La politica di tolleranza zero applicata dalla Cina sull’attuale epidemia di Covid-19 sta spingendo in lockdown le principali regioni industriali. Questo sta aumentando le interruzioni delle global value chain, già stressate, e mettendo sotto pressione la produzione interna della Cina. Il previsto 5,5% di crescita del Pil per il 2022 sembra molto difficile da raggiungere negli attuali scenari di rischi geopolitici ed economici globali. Inoltre, la crisi immobiliare non mostra ancora chiari segni di stabilizzazione”. Questa l’analisi di Marcel Zimmermann, gestore del fondo Lemanik Asian Opportunity di Lemanik.

Nell’ultimo mese i mercati Asean hanno nuovamente sovraperformato le altre borse regionali, seguiti dal Giappone. Le performance più deboli in valuta locale sono venute dalla Cina e da Taiwan. La performance settoriale ha mostrato rendimenti positivi solo nei settori finanziario, dei beni di consumo e dei servizi, mentre i basic materials, la tecnologia e l’healthcare sono stati i segmenti più deboli. La sanguinosa guerra in Ucraina continua a dominare il flusso di notizie e gli scenari di rischio economico per l’Europa, il suo approvvigionamento energetico e le prospettive di inflazione globale rimangono difficili da valutare.

In Cina le valutazioni degli indicatori aziendali continuano a scambiare ai minimi pluriennali, riflettendo la debole visibilità economica e il rischio di sanzioni Usa, se il paese dovesse sostenere direttamente la Russia. La scarsa visibilità economica e geopolitica continua a pesare sui mercati azionari globali e le azioni cinesi vengono scambiate ai minimi pluriennali”, spiega Zimmermann. “In questo contesto, abbiamo iniziato ad aumentare la ponderazione in Cina, ma esitiamo a portarla verso il peso del mercato a causa dell’incertezza di cui sopra”.

L’esposizione allo yen rimane coperta ed è presumibile un’ulteriore divergenza della politica monetaria tra Usa e Giappone. Lo yuan cinese potrebbe sperimentare un’ulteriore debolezza, dato che la banca centrale cinese si muoverà per essere più accomodante. Il dollaro di Hong Kong è scambiato nella fascia superiore dei suoi limiti, ma la banca centrale di Hong Kong ha riserve massicce per difendere il Peg (rapporto prezzo/utili/crescita). Tuttavia, è preferibile coprire anche questo rischio valutario.

Le valutazioni nella regione sembrano interessanti nella maggior parte dei mercati, ma l’attuale debolezza riflette le incerte prospettive geopolitiche”, conclude Zimmermann. “Qualsiasi notizia positiva provocherebbe un rally nei mercati azionari globali”.

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