Asset allocation: ecco cosa fare se anche in Europa aumentano i tassi

Ci siamo. Anche la BCE si appresta a breve ad aumentare i tassi di interesse. Il discordo della Lagarde a Lubiana non sembra infatti lasciare tanto spazio alle interpretazioni: “il primo rialzo arriverà solo qualche settimana dopo (specificando meglio la tempistica rispetto a quanto detto il 14 aprile scorso) la fine degli acquisti netti del programma App”.

Considerato che alla velocità attuale gli acquisti dovrebbero terminare all’inizio del terzo trimestre, è lecito pensare che il primo degli aumenti possa avvenire il 21 luglio, data successiva al meeting del 9 giugno. Resta ancora un margine di incertezza che la Lagarde ha precisato essere la definizione esatta di “some time”. Ciò significa che, come vorrebbero le colombe Lane e Panetta, l’aumento potrebbe essere spostato al meeting dell’8 settembre.

Nulla invece è stato detto sullo scudo antispread che, secondo le ultime notizie potrebbe essere un ibrido tra il PEPP, che non prevedeva condizioni e l’OMT di Draghi che al contrario poneva alcune condizioni anche attraverso l’ESM. In altre parole, un piano non troppo stringente ma vincolato per esempio alle condizioni già in essere per il NGeu o che rispettino le condizioni della Commissione Europea. Sicuramente con un piano così congeniato sarebbe più agevole per la BCE proseguire lungo la normalizzazione monetaria. Certo occorre fare i conti con i falchi che spingeranno per condizionare l’intervento dello scudo solo a “reali” situazioni che mettano in pericolo il cammino dell’UE verso la stabilità finanziaria, escludendo interventi mirati a favore dei singoli Stati.

Sono stati inoltre ribaditi due concetti fondamentale del pensiero del Consiglio Direttivo riguardo la normalizzazione della politica monetaria: la gradualità sull’aggiustamento e la flessibilità degli strumenti al fine di garantire la regolare trasmissione degli impulsi monetari. Gradualità e flessibilità imposti dai cambiamenti strutturali in corso e che, nel breve periodo, potrebbero portare a ulteriori shock negativi dell’offerta e quindi a nuove pressioni sui costi. Per il momento, le proiezioni di inflazione della BCE indicano che questa è in linea con l’obiettivo a medio termine, una volta superati gli shock dell’offerta. Vedremo.

L’asset allocation in questo scenario

Per quanto riguarda gli investimenti in Europa, continuiamo a privilegiare i titoli di quelle imprese maggiormente coinvolte dagli investimenti del NextGenerationEU (che vista la situazione potrebbe anche essere ampliato) che hanno difronte un’opportunità unica di sviluppo. Ovvero tutte quelle imprese che operano nel settore della digitalizzazione di prodotto e di processo, della cyber security, della trasmissione di dati su rete fissa o mobile. Ma anche tutte le imprese che operano nella rivoluzione verde, da quelle locali a quelli nazionali, senza dimenticare tutte quelle che operano nel settore delle infrastrutture e della salute.

A cura di Antonio Tognoli, Head of Research di Integrae Sim

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