Mercati, bond: primario in ripresa. Le nuove emissioni sotto la lente

Mercati ancora senza direzione in un trend comunque debole e con forte volatilità, dove il tema inflazione è stato più in primo piano rispetto ai tassi ed alle banche centrali e con la guerra in Ucraina meno al centro dell’attenzione operativa, nell’attesa dei prossimi sviluppi.

Le parole del governatore della banca centrale americana sono il principale “market mover” di questo periodo e in questi giorni il numero uno della Fed ha garantito che l’istituto centrale Usa alzerà i tassi di interesse quanto necessario per soffocare il balzo dell’inflazione che, a suo dire, minaccia le fondamenta dell’economia. Dopo questo intervento i mercati hanno visto un po’ di ripresa, salvo poi non confermarla nelle sedute successive.

Questa settimana tra i dati macro, spicca quello della Gran Bretagna, dove in aprile i prezzi al consumo hanno registrato un incremento del 9,0% su anno a fronte di attese per +9,1% su anno e di 2,5% su mese (attese +2,6%). Nello stesso mese i prezzi alla produzione hanno visto un incremento del 14% su anno (il consensus era per +12,5%).

Sulla nostra sponda dell’Atlantico, la presidente Bce, Lagarde, ha dato ai responsabili delle banche centrali dei Paesi della zona euro una maggior voce in capitolo nel corso dei meeting di politica monetaria, chiedendo al consiglio di intervenire meno e di ricavare più tempo per il confronto. Tra le cose più interessanti vi è stata un’intervista del presidente del consiglio di Vigilanza della Bce, Andrea Enria che ha sottolineato che lo scenario di base di un’inflazione in crescita significativa nel 2022 e poi in graduale riduzione verso il target del 2% non è particolarmente dannoso per il settore bancario. Per Enria il principale rischio è quello di una recessione e di una fase di elevata volatilità e significativi ed inattesi rialzi dei rendimenti sui mercati finanziari.

Sono stati quindi nuovamente i rendimenti impliciti dei titoli governativi a condizionare la settimana e a riportare molti investitori in questo settore a discapito degli investimenti più speculativi. Lo spread contro Bund si è rialzato verso quota 190 con il nostro benchmark decennale nuovamente verso quota 2.9%. Nell’Eurozona la Grecia rimane sopra il 3,5%, mentre nel club del 2% oltre a noi sono rientrate Spagna e Portogallo, oltre a Cipro che è al 2,6%. Rialzo anche della Germania con il Bund unico titolo ancora sotto l’1% in area comunque 0,95%. Negli Usa il decennale è a quota 2,85%.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

In questo scenario l’unico deal di particolare successo della settimana è stato quello della Bei che è uscita con un green bond da quattro miliardi con scadenza a dieci anni, cedola dell’1,5% e prezzo di 99,629 che ha ben performato sopra quota 100. Isin dell’emissione XS2484093393 con taglio da mille euro con multipli dimille.

In assenza delle aste governative sono stati altri paesi dell’Eurozona a tenere banco, tra questi la Francia, che ha offerto fino ad 11 miliardi dell’Oat 25/2/2025, cedola zero, 25/2/2026 cedola zero; nuovo Oat 25/2/2028 0,75%; 1-1,5 miliardi Oatei 25/7/2031 0,10%, 1/3/2032 e 0,10%; Oati 1/3/2036 0,10%. L’ Irlanda, ha collocato 750 milioni con scadenza breve 24/10/2022, mentre la Spagna, ha offerto fino a sei miliardi del Bonos maggio 2025 cedola zero, luglio 2027 0,80%, aprile 2032 0,70% e luglio 2042 1%.

Lo Stato di Baden-Württemberg ha annunciato l’emissione di un  green bond nei prossimi giorni, rating Aaa/AA+.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

Settimana molto attiva sul mercato primario dei corporate e finanziari, tra questi l’azienda Suez, leader mondiale nella gestione dell’acqua e dei rifiuti, ha annunciato una nuova emissione obbligazionaria green suddivisa in tre tranche: cinque, otto e 12 anni. I proventi serviranno per rifinanziare parte del debito dell’emittente e parte dei progetti green.  Rating atteso Baa2.

Prime indicazioni di rendimento: per la tranche a cinque anni, 24 maggio 2027,  nell’area di 100 punti base sulla curva midswap, per la tranche  con scadenza a otto anni, 24 maggio 2030, nell’area 120 punti base sulla curva midswap  e per la tranche con scadenza a 12 anni, 24 maggio 2034, nell’area di 150 punti base sulla curva midswap. Gli ordini degli investitori hanno raggiunto i 7.5 miliardi ed hanno permesso all’emittente di ridurre il rendimento: la tranche a cinque anni (FR001400AFL5) offre un rendimento di 65 punti base sul tasso midswap, la tranche a 8anni FR001400AFN1) offre un rendimento di 90 punti base, la tranche a 12 anni (FR001400AFO9) offre un rendimento di 118 punti base. Per la tranche a cinque anni cedola 1.875%, prezzo di emissione  99.604 e rendimento 1.959%, per la tranche a  otto anni cedola 2.375%, prezzo di emissione 99.475 e rendimento 2.448% e per la tranche a 12 anni cedola 2.875%, prezzo di emissione 99.132 e rendimento 2.962%. Le tre tranche hanno ammontari rispettivamente di 750 milioni, 850 milioni e 1 miliardo di euro. Rating delle obbligazioni Baa2 e lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di 100mila.

Sempre tra i corporate da segnalare Wuerth Finance International con un’obbligazione senior con scadenza 23 agosto 2030 da 600 milioni di euro. Prime indicazioni di rendimento in area 75/80 punti base sul tasso miswap, poi abbassate a 60 punti base, con ordini che hanno superato 1.1 miliardi di euro. Nel dettaglio: cedola 2.15% prezzo 99.638 e rendimento 2.174%. Rating A, Isin XS2480515662 e lotto minimo mille euro con multipli di mille, adatto alla clientela retail.

Il gruppo Hera è tornato a rifinanziarsi sui mercati con l’emissione di un nuovo green bond per l’importo di 500 milioni di euro. L’operazione arriva a distanza di sette mesi dal lancio delle obbligazioni sostenibili nell’ottobre scorso per 500 milioni di euro, destinate ai soli investitori qualificati. In quell’occasione, la durata fu fissata in 12 anni e mezzo e la cedola ad appena l’1%. Il rendimento lordo alla scadenza fu dell’1,077%. Invece, in questa occasione l’emittente offriva in partenza 130 punti base sopra il tasso midswap, cioè qualcosa come poco meno del 2,9% e per una scadenza di appena sette anni. Alla fine, ha fissato una cedola del 2,50% su base annua e corrisposta semestralmente. E ha spuntato un prezzo di poco inferiore alla pari, 99.122,  e un rendimento alla scadenza del 2,639%. Gli ordini sono stati pari a 1,7 miliardi, circa 3,4 volte superiori all’importo offerto. Rating BBB+ e Baa2 e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille, Isin XS2485360981. Il gruppo Hera è considerato una società all’avanguardia nella finanza sostenibile tricolore, avendo emesso il suo primo green bond già nel 2014 e l’ultima emissione di questo tipo risale, invece, al 2019.

La compagnia spagnola di telecomunicazioni Telefonica ha emesso obbligazioni per un controvalore di un miliardo di euro attraverso un bond sustainable. Il bond green ha scadenza a nove anni, nel maggio 2031. Il suo rendimento è  del 2.592%, 93 punti base sopra il tasso midswap, meno dei 115 punti base ipotizzati nella fase iniziale di collocamento. Anche in questo caso l’alta domanda ha permesso la riduzione dei costi.  Gli ordini per questo bond sono stati di 1.8 miliardi (XS2484587048). Cedola 2.592%, prezzo 100, rating Ba2/BB e taglio minimo di investimento 100mila euro. Telefonica aveva emesso il suo primo green bond già nel 2019.

BPER Banca ha collocato il primo bond di quest’anno, si tratta di un’obbligazione senior preferred 3NC2 dell’ammontare di 500 milioni di euro. L’obbligazione ha scadenza a 3 anni il  30 giugno 2025 e una call esercitabile dall’emittente al secondo anno. Prime indicazioni di rendimento in area 265 punti base sopra il tasso midswap, abbassate a 245 punti base nella fase finale. L’obbligazione paga una cedola fissa del 3.375%, prezzo 99.89, rendimento 3.427%, lotto minimo di 100mila euro con multipli di mille e rating Ba3/BB+ e Isin XS2485537828.

La branch austriaca di Unicredit ha collocato un mortgade bond green a 6 anni da 500 milioni di euro, facendo così il suo debutto sul mercato green anche con questo strumento. Il titolo Unicredit Bank Austria (Isin AT000B049911) paga una cedola annua fissa dell’1.50%, verrà rimborsato a 100 il 24 maggio 2028, prezzo di emissione pari a 99.841 per un rendimento a scadenza di 1.528%, equivalente a 6punti base sopra il tasso midswap, abbassato dai 10 punti fissati in partenza del collocamento. Rating AAA e lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di 100mila.

Definiti pricing e importo per il prestito obbligazionario senior unsecured a tre anni annunciato da Cnh Industrial. L’ammontare nominale dell’obbligazione è pari a 500 milioni di dollari, con cedola che sfiora il 4%, precisamente il 3,950%. La scadenza è nel 2025 e il prezzo di emissione è pari a 99,469%, equivalente a un rendimento a scadenza del 4.08%. I titoli senior pagheranno interessi semestralmente il 23 maggio e il 23 novembre di ogni anno a partire dal 23 novembre 2022 Il regolamento dell’offerta è atteso per il 23 maggio 2022 e scadranno il 23 maggio  2025.L’emittente gode di rating investment grade: BB/BBB+. Isin US12592BAN47 e taglio retail da 2mila dollari con multipli di mille.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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