Mercati: ecco le previsioni di Dws

“Se si prova a dare un senso ai mercati in questo momento e si pensa a come potrebbero essere tra 12 mesi, ci si trova di fronte a una serie di contraddizioni”. Ad affermarlo è Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di Dws, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

1) I fondi azionari hanno accumulato livelli record di liquidità, ma finora i clienti retail non sembrano voler ritirare i loro risparmi dai fondi.

2) Il sentiment dei gestori di fondi è il peggiore da molto tempo a questa parte, anche se molte classi di attività hanno già subito correzioni a velocità o entità record. Solo le azioni, le obbligazioni e le criptovalute hanno perso collettivamente circa 30.000 miliardi di dollari di valore dall’inizio dell’anno.

3) I risultati trimestrali sono stati in alcuni casi solidi, soprattutto in Europa, e le previsioni sugli utili per l’intero anno sono state addirittura alzate. Allo stesso tempo, gli obiettivi degli indici azionari e le previsioni di crescita economica sono stati ridimensionati. Negli Stati Uniti, la crescita del PIL per il solo 2022 è stata rivista al ribasso dal 3,9 al 2,7% dall’inizio dell’anno e nell’Eurozona dal 4,2 al 2,7%. I tassi di inflazione dichiarati continuano a correre da un record all’altro, ma le aspettative del mercato per l’inflazione a lungo termine sono leggermente in calo. A parte questi paradossi, come sempre in una previsione a 12 mesi, gli investitori devono chiedersi: quali dei temi che oggi dominano il mercato saranno ancora rilevanti a quel punto?

Questa situazione estremamente eterogenea si riflette nelle nuove previsioni a 12 mesi di DWS, alcune delle quali sono riportate nel nostro “Grafico della settimana“. Prevediamo che i vari ostacoli terranno i mercati sulle spine per un po’ di tempo e che la volatilità rimarrà elevata. Tuttavia, scommettiamo che tra 12 mesi, quando guarderemo ai 12 mesi successivi, ci sarà meno ambiguità su tutta una serie di questioni. Ci aspettiamo quindi un potenziale di rendimento fino a due cifre per le azioni e una ripresa delle obbligazioni societarie e dei mercati emergenti. Tuttavia, ciò presuppone che la minaccia di recessione negli Stati Uniti non si materializzi e che un eventuale blocco delle esportazioni di energia russa non metta in subbuglio l’economia europea quest’anno.

Si spera anche che la gestione del Covid da parte della Cina, la guerra in Ucraina e i colli di bottiglia dell’approvvigionamento globale perdano il loro potere esplosivo sui mercati. Indubbiamente, però, e per il prossimo futuro, la minaccia più grande per i mercati non è la guerra, ma il delicato dilemma che le banche centrali devono affrontare. L’inflazione le costringe ad aumentare i tassi di interesse nonostante la situazione economica appaia nuvolosa. I mercati sono giustamente nervosi. La Fed non può salvarli in questo contesto. L’unica speranza è che l’inflazione scenda presto e che la crescita tenga, in modo che la mancanza del sostegno della Fed non diventi un problema significativo.

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