Investimenti, governativi e Pil italiani: le stime targate Mazziero Research

Da inizio anno i rendimenti dei titoli di Stato sono fortemente cresciuti, confermando una tendenza già in atto dal 2° semestre del 2021; anche lo spread BTP-Bund si è ampliato e naviga intorno ai 200 punti base. In questo scenario, ecco di seguito la view e le previsioni della Mazziero Research.

Siamo di fronte agli effetti dei minori acquisti da parte della BCE accompagnati dalla prospettiva che i tassi sono destinati a crescere anche nell’Eurozona.
A questo punto sorvegliato speciale diventa la spesa per interessi che potrebbe aumentare di 5-6 miliardi nell’arco di 12 mesi.

Il tutto avviene in un contesto di rallentamento economico che dopo un trimestre di PIL negativo potrebbe vederne un altro anch’esso di segno meno.

Se queste nostre stime venissero confermate, ci troveremmo in recessione tecnica nel 2° semestre dell’anno, con un PIL annuale al 2,2% solo grazie all’effetto trascinamento della crescita del 2021.

Considerando il continuo aumento del debito, che a marzo ha segnato un nuovo record a 2.755 miliardi, l’obiettivo di riduzione del rapporto debito/Pil da 150,8% al 147,0% potrebbe non essere raggiunto.

Nel frattempo, l’ultimo dato sull’inflazione in calo dal 6,5 al 6,0% su base annua rischia di non mostrare la reale dinamica dei prezzi visto che l’unica contrazione si è avuta sui carburanti grazie alla defiscalizzazione delle accise disposta dal Governo. Tutti gli altri beni, con particolare riguardo agli alimentari, mantengono inalterata la loro crescita.

L’unica nota positiva viene dal mercato del lavoro, con 168 mila occupati in più nel 1° trimestre e 829 mila in più rispetto a inizio 2021. La disoccupazione è scesa all’8,3%, un livello che non si vedeva dal 2010, e anche la disoccupazione giovanile al 24,5% si è riportata ai valori del 2009.

La stima preliminare del PIL del 1° trimestre da parte dell’Istat ha confermato le nostre previsioni per una crescita negativa; ha trovato così conferma la nostra stima per un -0,2% nel 1° trimestre, migliorando la previsione del Governo per un -0,5%.

La nostra precedente stima per il 2° trimestre vedeva un ulteriore acuirsi del rallentamento con un -0,4%, seguito poi da un +0,3% e, infine, 0,0% nell’ultimo quarto. Il tutto si traduceva in una crescita su base annua del 2,1%, positiva quindi, ma inferiore al 2,3% di crescita acquisita come trascinamento dalla forte crescita del 6,6% dall’anno precedente.

Tuttavia, vi sono due fattori che rendono meno pessimistica la nostra previsione e quindi ci portano a una revisione al rialzo da -0,4% a -0,2% la variazione nel 2° trimestre:

  1. L’evoluzione dei prezzi del gas europeo sembra essere entrata in una fase di stabilità mantenendosi al di sotto dei 100 €/Mwh.
  2. Le misure di contrasto agli aumenti energetici da parte del Governo (defiscalizzazione delle accise sino all’8 luglio) hanno portato un reale beneficio, limitando in qualche misura i danni subiti da imprese e famiglie.

A questo punto con un 2° trimestre a -0,2% e senza ulteriori variazioni sui trimestri successivi si avrebbe una crescita annua del 2,2%, inferiore soltanto di un decimo sulla crescita acquisita.

Resta il fatto che, qualora la variazione del PIL fosse negativa come stimiamo, per due trimestri successivi, l’Italia entrerebbe in recessione tecnica all’inizio della seconda metà dell’anno con possibile peggioramento della dinamica degli interessi sui titoli di Stato, innalzando ancora di più i costi di cui abbiamo discusso nella sezione dedicata.

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