Investimenti: ecco come gestire le attuali sfide sui mercati USA

Nell’ultima parte del 2021, il mercato azionario statunitense ha dimostrato di essere solido: la forte crescita economica ha permesso alle azioni di raggiungere valutazioni che riteniamo adeguate. Al contempo, l’approccio espansivo adottato durante la pandemia dalla Federal Reserve statunitense (Fed) ha influito sui mercati obbligazionari. In questo scenario, ecco di seguito la view di Ed Perks, Chief Investment Officer di Franklin Templeton Investment Solutions.

Il mercato di quest’anno è stato impegnativo per un’ampia gamma di asset class. Al 6 maggio 2022 le azioni USA, misurate dall’Indice S&P 500, segnavano una flessione del 14,04%. Ancora più marcata rispetto all’S&P 500 è stata la flessione delle azioni growth, misurate dal NASDAQ Composite. Quest’anno hanno ceduto anche tutti i mercati obbligazionari, misurati dall’indice Bloomberg U.S. Aggregate Bond Index. Chiudono ugualmente in rosso le obbligazioni investment-grade e non investment-grade incluse nell’indice aggregato, riflettendo il rialzo generalizzato dei rendimenti e una certa debolezza degli spread delle obbligazioni corporate.

Con l’ingresso nel 2022 gli investitori prevedevano un rallentamento della crescita del prodotto interno lordo statunitense, che secondo noi dovrebbe mantenersi superiore al trend di lungo periodo. A nostro avviso, alla riapertura delle economie era inevitabile che la crescita USA rallentasse, dopo il dato robustamente positivo del 2021. Per di più sono stati rimossi gli stimoli monetari e fiscali, accentuando i riflessi negativi sulla crescita dell’economia USA. Anche le economie di tutto il mondo frenano; il Canada che sta facendo meglio di altri paesi grazie alla robusta componente di materie prime che caratterizza la sua economia.

Al pari delle altre regioni, nel 2022 si prevede una minore crescita del PIL anche negli Stati Uniti – Stime di crescita del PIL nel 2022

I timori inflazionistici sono diventati la priorità assoluta 

Con l’uscita dalla pandemia, l’attività economica si sta normalizzando negli Stati Uniti, ma l’inflazione preme più delle attese e sta contagiando diversi settori dell’economia. Questo scenario sta spingendo la Fed ad aumentare il tasso dei Fed funds e il mercato a prevedere quest’anno rialzi più frequenti. Questi probabili aumenti si sono riflessi su tutta la curva dei rendimenti dei Treasury e a nostro avviso sono all’origine della difficile performance dei mercati obbligazionari. Pertanto, l’entità della possibile stretta provocata da un rallentamento dell’economia resta altamente incerta. Inoltre, vi sono altri rischi per gli investitori, soprattutto di natura geopolitica. Tra questi c’è naturalmente la guerra tra Russia e Ucraina, che potrebbe frenare ulteriormente l’attività economica in alcune regioni e in particolare nell’eurozona.

Di conseguenza, ormai gli occhi sono puntati soprattutto sull’aumento dell’inflazione e sul suo impatto sull’economia. Una delle domande più importanti che il mercato si pone in questo momento è se la Fed saprà pianificare un atterraggio morbido, o un atterraggio duro è più realistico vista la cadenza dei rialzi dei tassi e la stretta quantitativa che partirà a giugno. Per i mercati è una fase movimentata, poiché la Fed ha iniziato ad apportare tagli aggressivi dei tassi e a ridurre il proprio bilancio. Sono dinamiche che probabilmente perdureranno per qualche tempo. Pertanto, riteniamo che sarà fondamentale saper cogliere le opportunità con agilità.

L’inflazione elevata negli Stati Uniti sta iniziando a influenzare le politiche economiche – Inflazione USA: effettiva e attesa (5 anni, 5 anni avanti) Dicembre 2015 – dicembre 2021

I precedenti cicli di rialzi dei tassi USA, e in particolare l’ultimo operato dalla Fed negli anni 2015-2018, sono durati molti anni durante i quali l’economia ha ridotto la sua crescita senza in genere aumentare l’inflazione. Questa volta la situazione è radicalmente diversa: l’inflazione segna livelli molto elevati a fronte di una decelerazione della crescita economica. Gli Stati Uniti non sperimentano questo tipo di inflazione da oltre quarant’anni; ne conseguono nuove sfide e nuove incertezze che incidono sull’attuale andamento del mercato.

Le aziende aprono il 2022 su una nota positiva

Storicamente, le aspettative di utili aziendali tendono ad essere elevate in apertura d’anno per poi ridimensionarsi con il passare del tempo.3 Il 2021 ha segnato un’eccezione: ha aperto all’insegna di molte incertezze sul livello degli utili delle imprese statunitensi, ma poi ha sorpreso in positivo grazie alla capacità delle imprese di gestire le sfide di approvvigionamento e altri problemi logistici.

Raramente gli utili azionari hanno superato le aspettative degli analisti – Utili per azione dell’Indice S&P 500: attesi ed effettivi 2010–2022

Come prospettive per il 2022, le performance aziendali sono generalmente positive rispetto alle attese del primo trimestre.4 Per la parte restante del 2022, le aspettative iniziano a ridursi poiché, probabilmente, le società reagiranno in modo eterogeneo al mutare del contesto macroeconomico. La domanda resta molto forte e le difficoltà logistiche non sono state ancora superate; i blocchi imposti dal COVID-19 si ripetono in Cina e potrebbero contagiare gli Stati Uniti e il mondo.

Intanto, il mercato del lavoro USA sfiora livelli record di disoccupazione, con un elevato numero di posti vacanti. I dipendenti esprimono ancora un elevato grado di soddisfazione e le famiglie mantengono livelli elevati di ricchezza e di buste paga, nonostante le flessioni dei mercati e l’aumento dell’inflazione. La difficoltà per i consumatori sarà capire come difendere il potere d’acquisto. Secondo la nostra analisi, a ritardare o evitare una recessione negli Stati Uniti potrebbe essere la tenuta del mercato del lavoro statunitense – ma anche l’impatto di una mutata politica monetaria sulle prospettive economiche.

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