Asset allocation: difensivi ancora meglio posizionati dei ciclici

A metà maggio, la maggior parte delle società aveva comunicato i propri risultati (quasi l’80% delle società europee e il 90% negli Stati Uniti). Nel complesso, la stagione degli utili del 1° trimestre si è rivelata ragionevolmente migliore del previsto, con un’alta percentuale di risultati migliori delle aspettative incoraggiando una rivalutazione nel breve termine delle quotazioni azionarie dopo i significativi ribassi registrati nel corso dell’ultimo anno. La crescita degli utili negli Stati Uniti e in Europa si è attestata rispettivamente intorno al 10% e al 35% su base annua.

In questo scenario, acco di seguito la view di Mabrouk Chetouane e Nicolas Malagardis, Global Market Strategy di Natixis IM.

Tuttavia, dobbiamo notare che la sovraperformance dell’Europa è legata principalmente ai settori delle materie prime, in linea con lo shock che la regione sta vivendo. Escludendo i settori dell’energia, gli utili europei sono cresciuti del 12% su base annua ed escludendo i settori dell’energia e dei materiali, del 9% su base annua. Dopo il crollo di marzo, le revisioni degli EPS sono state ampiamente riviste al rialzo grazie alla solidità degli utili. Nei fatti, le revisioni degli EPS sia negli Stati Uniti che in Europa sono tornate in territorio positivo.

Inoltre, le aziende hanno continuato a mostrare un grado relativamente elevato di potere di pricing power nel 1° trimestre che, insieme ad un livello di consumo ancora sano, sta contribuendo a proteggere i margini di profitto nonostante l’aumento dei costi complessivi. Lo stesso vale, anche se in misura minore, per l’Europa. Ad aprile, tuttavia, un numero maggiore di imprese, in tutti i differenti settori, ha dichiarato l’intenzione di aumentare i prezzi di vendita nei prossimi mesi e di trasferire i costi più elevati in capo ai clienti.

Pertanto, anche se gli utili registrati nel 1° trimestre sono stati nel complesso buoni, riteniamo molto probabile che la redditività delle aziende inizierà ad essere colpita a partire dal 2° trimestre, sia in Europa che negli Stati Uniti.

In questo contesto, in cui i fondamentali continuano ad essere sempre più sbilanciati verso il basso, i titoli difensivi dovrebbero continuare a sovraperformare rispetto ai ciclici, la cui flessione è stata guidata dai beni di consumo discrezionali. I titoli a basso beta e non ciclici, vale a dire i difensivi come le utility, le telecomunicazioni e i media, continueranno bene. Inoltre, anche se abbiamo raggiunto livelli di supporto chiave all’interno del mercato azionario statunitense, è probabile che la predominanza di titoli growth nello spazio delle large-cap statunitensi continui a pesare sulla performance. I principali indici europei, tuttavia, dovrebbero fare meglio da qui in avanti su base relativa, poiché sono generalmente più orientati al value e all’intonazione propria dei difensivi rispetto agli omologhi statunitensi. Il segmento delle small e mid cap in Europa, tuttavia, presentano il rischio più elevato di de-rating, poiché la loro elevata concentrazione di titoli di bassa qualità aumenta l’esposizione alla contrazione del reddito disponibile delle famiglie.

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