La decisione dei principali paesi produttori è arrivata nel giorno in cui gli ambasciatori dei 27 Stati dell’Unione europea hanno dato il via libera al sesto pacchetto delle sanzioni anti-russe, che include l’embargo graduale al petrolio in arrivo via mare in Europa con deroghe per il greggio trasportato via oleodotti.
L’Arabia Saudita, inizialmente fredda su un eventuale incremento della produzione, avrebbe poi accettato di cambiare posizione per raffreddare i prezzi del petrolio e riavvicinarsi con l’amministrazione Biden. Riad ha poi anche assicurato che risponderà aumentando la produzione anche nel caso in cui una crisi dell’offerta dovesse colpire il mercato petrolifero.
In questo scenario “I nostri titoli favoriti nel settore sono Eni e Galp fra le integrate e Saras nella raffinazione. Quest’ultima beneficia dello “shortage” di medi distillati in seguito alle sanzioni alla Russia”, fanno notare gli analisti di Equita.