Asset allocation, azionario: ecco su cosa puntare in uno scenario di “slowflation”

“Serviranno grande determinazione e ancora qualche rialzo dei tassi per far rientrare il genio dell’inflazione nella proverbiale lampada”. Parola di Stefan Rondorf di Allianz Global Investors, che di seguito dettaglia la view.

Slowflation

Già nell’autunno dello scorso anno avevamo parlato di un “mix pericoloso” di crescita in decelerazione e inflazione in aumento. Ancora oggi questa combinazione tiene in scacco i mercati finanziari. Nelle prossime settimane dove potrebbero concentrarsi le opportunità e i rischi?

L’inflazione esercita pressioni sempre più forti sulle economie. Ad esempio, i dati di inflazione degli USA più recenti mostrano che la cosiddetta inflazione core (che esclude le componenti più volatili di energia e alimentari) sorprende ancora al rialzo e si attesta a oltre il 6% rispetto ad un anno fa, il triplo rispetto al target di inflazione del 2%. Sempre negli Stati Uniti, nel primo trimestre il costo del lavoro ha fatto segnare un rialzo record del 4,5%. Anche in altri Paesi si registrano sorprese negative sul fronte dell’inflazione, sebbene i rialzi non siano tanto marcati quanto in precedenza. Non da ultimo, le pressioni sui prezzi di produzione si confermano estremamente elevate.

Tale situazione dovrebbe continuare a preoccupare le banche centrali. Serviranno grande determinazione e ancora qualche rialzo dei tassi “per far rientrare il genio dell’inflazione nella proverbiale lampada”. Presto o tardi la lotta all’inflazione avviata dalle autorità monetarie innescherà un rallentamento della crescita economica, che comunque almeno per il momento non dovrebbe entrare in una fase di stallo.

Nel contesto attuale possiamo parlare di “slowflation” invece che di “stagflation” – vale a dire di una crescita più contenuta in presenza di un’inflazione più alta. I primi segnali di un rallentamento sono causati dagli stessi tassi di inflazione elevati, come nel caso della fiducia dei consumatori. L’aumento dei tassi sui mutui potrebbe comportare un progressivo raffreddamento nel segmento dell’edilizia, così come il rialzo dei prezzi degli immobili.

Oltre alle politiche delle banche centrali, due fattori esterni pesano sulla crescita e al contempo alimentano l’inflazione: l’invasione dell’Ucraina e la diffusione della variante Omicron della Covid-19, difficile da arginare, in Cina. L’economia mondiale risente soprattutto delle ripercussioni della politica “zero Covid” di Pechino. La Cina – che per anni è stata il motore della crescita – è difficile da sostituire. In ogni caso la Cina non è parte solo del problema, ma probabilmente anche della soluzione. Per raggiungere un tasso di crescita superiore al 5% nel 2022 (come prospettato dal governo cinese) serviranno maggiori stimoli. Al di là delle promesse delle autorità governative di investimenti nelle infrastrutture pubbliche e di sgravi fiscali, in particolare per le aziende, sul fronte monetario la mossa più recente è stata il taglio sorprendentemente ampio dei tassi sui mutui a 5 anni per sostenere il mercato immobiliare.

In generale, il contesto di “slowflation” dovrebbe confermarsi sfidante per i mercati finanziari, dati i crescenti timori per la crescita in presenza di tassi di inflazione elevati rispetto alle medie storiche.

Gradualmente, le azioni colpite da forti ribassi emesse da società resilienti e di alta qualità potrebbero offrire delle opportunità agli investitori di lungo periodo.

Resilienza e perseveranza, ecco quel che serve per percorrere la strada di fronte a noi.

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