Asset allocation, attenzione: il Bitcoin non protegge dall’inflazione

In questi ultimi mesi ho letto diversi articoli e post di presunti esperti che sostengono a gran voce che il Bitcoin ha fallito come riserva di valore e non è un asset che protegge dall’inflazione.

Uno dei primi insegnamenti che il mercato mi hanno dato è che la volatilità di breve periodo è un pessimo indicatore per prendere decisioni di investimento.

Mi spiego meglio, se guardo i mercati ogni venti anni, è molto probabile che noti l’essenza del mercato, ovvero una crescita di valore simile a quella media storica di lungo periodo.

Se lo guardo ogni dieci anni trovo dei periodi in cui i mercati, anche quello americano che è stato il più performante dell’ultimo secolo, hanno tentennato e offerto rendimenti leggermente negativi pur in un lasso di tempo così ampio.

Se lo guardo a 5 anni mi accorgo che ci sono periodi in cui il mercato ha offerto rendimenti negativi e nemmeno troppo pochi.

Se lo guardo ogni anno ci sono anni che il mercato ha perso anche più del trenta per cento, e quindi se guardo il mercato solo in quell’anno potrei tranquillamente affermare che i mercati azionari perdono valore, non proteggono dall’inflazione, insomma sono pessimi investimenti.

Se poi lo guardo ogni mese o addirittura ogni giorno, la mia opinione è sicuramente influenzata dalla volatilità del mercato e dalle emozioni, positive o negative che esso genera.

Se qualcuno vi fornisce un’opinione, per lo più spacciandola per verità assoluta, guardando l’andamento di un asset negli ultimi mesi, secondo voi è un’opinione corretta od è affetta dalla volatilità del mercato?

Decidete voi se credere o meno a chi vi racconta il mercato guardando pochi mesi, la mia opinione credo sia chiara sul tema.

Fatta questa doverosa assunzione, guardiamo se è vero che il Bitcoin sia un buon protettore dell’inflazione oppure no.

Chi sostiene che non lo sia, afferma: l’inflazione è aumentata negli ultimi mesi, il bitcoin negli ultimi mesi è calato, quindi non è un buon asset per proteggersi dall’inflazione.

Partiamo dal concetto di inflazione per chi non mastica economia tutti i giorni a colazione.

L’inflazione è il termine che viene usato per descrivere la perdita del potere di acquisto dell’Euro (o di altre valute) nel tempo.

E’ un fenomeno che si osserva difficilmente tra un anno e l’altro (a parte quando arriva al 7% come in questo momento), perché per anni è stata contenuta al 2% annuo di media.

Vuol dire che se con 100 euro nell’anno uno compravo 100 kg di pasta, l’anno dopo ne potevo comprare 98, l’anno dopo 96 ecc…

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Grafico 1: Erosione del valore dell’Euro lungo il tempo

Chi ha una certa, si ricorderà quanto costava un ghiacciolo negli anni ’80, ovvero circa 50 lire, mentre oggi un ghiacciolo costa 1 euro, ovvero circa 40 volte tanto.

Significa che nel tempo il nostro potere di acquisto diminuisce.

Quindi è ovvio che un asset che protegge dall’inflazione cresce di valore nel tempo, soprattutto nel lungo termine.

Ovviamente ci vorranno sempre più euro per acquistare lo stesso asset, quindi il valore cresce e così il suo prezzo di acquisto.

Quindi proviamo a vedere alcuni beni comuni come si sono comportati rispetto all’euro negli anni.

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Grafico 2: Rapporto Euro/Petrolio e rapporto Euro/Grano

Come potete osservare il valore dell’Euro è sceso progressivamente nel tempo, quindi di fatto aver acquistato questi asset ci avrebbe protetto dall’inflazione in questi anni.

Prendiamo per esempio il grafico dell’oro.

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Grafico 3: rapporto tra Euro e Oro

L’oro è considerato da tutti una riserva di valore, ovvero che nel tempo si apprezza proteggendo dall’inflazione.

Se consideriamo l’oro un bene rifugio che protegge dall’inflazione, dobbiamo tenere in considerazione la volatilità dell’oro, perché anch’esso ha degli anni in cui il suo valore cresce ed anni in cui il suo valore cala, come ad esempio quest’anno rispetto allo scorso anno.

Allora perché non dovrebbe valere lo stesso anche per il bitcoin?

Il fatto che il bitcoin abbia perso circa il 30% negli ultimi mesi, determina semplicemente che la perdita di valore dell’Euro nei suoi confronti passa dal 97.07% al 95,67%.

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Grafico 4: Bitcoin vs Euro, base 100

Significa che chi ha acquistato Bitcoin nel dicembre 2016, ha evitato di perdere il 95% del proprio valore, o in altre parole ha moltiplicato il suo valore per 22 volte.

E’ stato di gran lunga l’asset class più performante degli ultimi 6 anni, proteggendo il mio patrimonio dall’inflazione alla grande.

Eventualmente il ragionamento corretto da fare è il seguente: Quanto Bitcoin mi bastava in porta

foglio per contrastare l’inflazione e la perdita di valore dell’euro?

Bastava comprarne il 0,38% a dicembre 2016 per contrastare la perdita di valore dell’Euro in questi anni.

Questo dato dovrebbe farci riflettere sul potere che ha avuto il Bitcoin di contrastare la perdita di potere di acquisto dell’euro in questi ultimi anni.

Il Bitcoin è una delle più asimmetriche opportunità di investimento mai esistita; se ne aveste investito lo 0,38% del vostro portafoglio ed il resto sotto il materasso, oggi non avreste avuto alcuna perdita di potere di acquisto.

Giusto per chiudere, con l’inflazione sopra il 7%, bastano 9 anni per far perdere all’Euro il 50% del proprio potere di acquisto, quindi se la situazione rimane l’attuale, non possiamo prescindere dall’investire una percentuale tra il 3-6% in Crypto Assets per i prossimi nove anni.

A cura di Daniele Bernardi, ad di Diaman Partners

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