
Il punto di partenza è stata l’analisi dello scenario macro attuale: “Il conflitto in Ucraina e l’impennata dei prezzi delle materie prime hanno portato a una spiacevole combinazione: aumento dell’inflazione e rallentamento della crescita”, ha detto Ward, sottolineando come questo scenario rappresenti una sorta di “incubo” per le banche centrali. Proprio il rallentamento della crescita economica, secondo J.P. Morgan AM, dovrebbe portare a una Federal Reserve meno aggressiva nella politica di rialzo dei tassi.
Fatte queste premesse, gli strategist della casa di gestione ritengono che i mercati finanziari abbiano appunto già prezzato nelle valutazioni dei titoli molte notizie negative e i livelli dei prezzi sono tornati molto più interessanti di prima, anche nel settore obbligazionario che ha affrontato di recente lo scenario più negativo degli ultimi decenni. Il che si è tradotto, tra il 2021 e il 2022, in performance con il segno meno anche per i “classici” portafogli bilanciati 60/40, cioè composti per il 60% da azioni e per il 40% da bond.
“Dopo un periodo complicato, il reddito fisso potrebbe gradualmente riacquistare il suo tradizionale ruolo nei portafogli, in un’ottica di diversificazione dell’asset allocation e di protezione nelle fasi di correzioni dell’azionario”, ha detto Toschi. Per quanto riguarda invece il settore azionario, oltre a considerare le valutazioni più attraenti del passato, J.P Morgan AM intravede la rotazione verso i settori value.