Consulenti, nervi saldi davanti alle tante paure

Paura scaccia paura. È quasi un mantra quello che si ripete sui media italiani. Ovvero, la paura della guerra ha di fatto ridimensionato la paura della pandemia tra gli italiani. E la narrazione massmediatica del conflitto russo-ucraino ha di fatto relegato in secondo piano i timori legati al Covid-19. C’è un settore però dove questa regola non ha valore ed anzi risulta smentita. È quello della consulenza finanziaria e del risparmio gestito dove tutti gli attori dimostrano piena consapevolezza dei rischi di periodo e nessuna sottovalutazione dei fattori di un mercato finanziario che sta vivendo una fase di estrema delicatezza.

Una recente ricerca della nuova MediaCognition ha verificato sul campo cosa esattamente la comunicazione di settore sta trasmettendo in termini di rischi percepiti e trend d’investimento, alla luce del conflitto russo-ucraino. Analizzando oltre l’aspetto semantico anche la temperatura emozionale ed umori dei player coinvolti a diverso titolo nell’industry del risparmio e della gestione del denaro degli italiani. E per farlo ha preso in esame 186 contributi di gestori, banker, consulenti e manager di uno dei più significativi eventi di settore, la recente ConsulenTia, organizzata a Roma da Anasf, esaminandone gli interventi ripartiti tra articoli sui media on line e interviste dirette ai protagonisti e aggregando i testi in un corpus unico sul quale applicare le proprie metriche statistiche e di machine learning/artificial intelligence (AI). Ne scaturisce un quadro dominato da un’estrema consapevolezza del periodo delicato e delle sfide che il risparmio si prepara ad affrontare nei prossimi mesi, narrate al pubblico di riferimento senza alcuna enfasi linguistica dettata da ragioni di marketing. D’altronde non potrebbe essere altrimenti. I fattori di rischio più presenti nei contributi riferibili all’evento ConsulenTia sono stati, calcolando la presenza in percentuale dei singoli termini sul totale del corpus linguistico analizzato, la pandemia (al 38,72%), la guerra (34,68%), l’inflazione (21,96%) e la difficoltà degli approvvigionamenti (7,5%). Intorno ai rischi così individuati è stato possibile per lo studio ricostruire la struttura stellare rappresentata dalle parole che indentificano non solo le vulnerabilità ma gli orizzonti e le scelte d’investimento che da quest’ultime si dipanano, attraverso la creazione di una mappa semantica con i rimandi vettoriali ai diversi fattori d’investimento. Nell’analisi emozionale del linguaggio, la paura (21,5%) e la tristezza (18,2%) raccolgono percentuali minoritarie rispetto alla gioia, sentimento prevalente nei messaggi trasmessi (59,6%). I consulenti italiani, insomma, hanno i nervi saldi.

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