Mercati: ecco come gestire la volatilità con lo stock picking

La volatilità dei mercati non sembra rappresentare un ostacolo per quanti sono interessati a investire in fondi azionari, come dimostra l’ultima mappa mensile di Assogestioni relativa a maggio 2022.

“In questo particolare momento di mercato stiamo osservando una riallocazione degli investimenti dal reddito fisso all’equity, complici anche il recente rialzo dei tassi e le prospettive di un’inflazione duratura, che fanno venire meno l’appeal delle asset class obbligazionarie”. Ad affermarlo è Antonio Amendola, gestore del fondo AcomeA PMItalia ESG di AcomeA SGR, che di seguito illustra nel dettaglio la propria view.

Tuttavia, siamo ancora lontani da una reale inversione di tendenza dei listini e lo scenario attuale di incertezza macroeconomica e geopolitica ci potrebbe accompagnare almeno fino a fine anno. Occorre tenere a mente come la volatilità, se ben gestita, non sia un male assoluto ma una variabile fondamentale che favorisce la gestione attiva e moltiplica le possibilità di creare alpha nei portafogli gestiti attivamente.

Oltre al fisiologico travaso obbligazionario-azionario, un’altra grande rotazione sta interessando internamente la componente equity dei portafogli: quella dai titoli growth ai titoli value. I primi hanno registrato una crescita ininterrotta dal 2008, ma lo scenario attuale, con le banche centrali meno impegnate in stimoli monetari, determina una rifocalizzazione delle strategie sulle azioni value.

Alcune società sul mercato italiano quotano a multipli dimezzati rispetto a un anno; un esempio può essere Leonardo (+55% da inizio anno), che nonostante il forte repricing dovuto alla guerra quota ancora a multipli interessanti. L’attuale momento di mercato rende ancora più evidente il valore dello stock picking e della selezione delle singole storie aziendali, piuttosto che di un intero settore. Per i professionisti dello stock picking è bene avere chiaro un “identikit” di azienda che sia in grado di superare periodi di incertezza e volatilità e tornare a crescere. Le caratteristiche da tenere presenti sono, a nostro avviso: livelli bassi (o nulli) di indebitamento; marginalità sostenibile e vantaggi competitivi chiari (come ad esempio brevetti industriali); pieno controllo delle catene di fornitura, che devono essere corte; un prodotto riconosciuto con un pricing power che consenta di scaricare sul cliente finale gli effetti inflattivi sulle materie prime.

Le opportunità su Borsa Italiana oggi non mancano, sia sul listino principale MTA che sull’Euronext Growth Milan, dove si continuano a vedere multipli interessanti. Lo stock picking non può prescindere, a nostro avviso, da un engagement attivo con le società in portafoglio, con le quali occorre tenere un contatto costante. Questo stretto rapporto ci consente di notare come imprenditori e manager delle PMI italiane non siano troppo spaventati dallo scenario attuale, a differenza di quanto accade per le Large cap del FTSE Mib, giustamente più preoccupate, in quanto per loro è più complicato ribaltare l’aumento dei prezzi sul costo del prodotto finale, molto spesso una vera e propria commodity. Le PMI sono più agili e flessibili, per loro è più semplice gestire le filiere produttive e hanno prodotti con una maggior riconoscibilità sul mercato. In generale, poi, gli ordinativi delle piccole e medie imprese sono a livelli record, quindi sono preparate ad affrontare ulteriori mesi di incertezza dal punto di vista internazionale.

 

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