Mercati, petrolio Wti: l’analisi

Nelle ultime sedute il petrolio ha subito un pesante ribasso andando a sfiorare i 95 dollari al barile perdendo così circa il 26% dal massimo di periodo segnato lo scorso 8 marzo e situato in area 123 dollari per barile.

Per capire dove potrebbe andare l’oro nero nei prossimi mesi è importante fare un passo indietro e analizzare le motivazioni che hanno riportato questa commodity a quotazioni che non si vedevano da oltre dieci anni.

Iniziamo con il dire che lo scoppio della pandemia da Covid-19 a portato i corsi a raggiungere dei livelli mai visti, facendo addirittura registrare delle quotazioni negative sui futures dell’aprile 2020, cosa mai successa prima nell’intera storia del petrolio.

Nell’estate del 2021 le quotazioni, complici la fine dei lockdown nei vari paesi e le minori restrizioni che hanno dato il via ad una forte ripresa della domanda, sono tornate ai livelli pre-pandemici ovvero poco al di sopra dei 60 dollari, da quel momento il petrolio ha iniziato a sviluppare un bull market che non si vedeva da tempo.

Il prezzo di questa commodity è poi letteralmente schizzato verso l’alto con lo scoppio della guerra in Ucraina andando così a segnare i suoi massimi relativi proprio nel marzo 2022. Da quel momento i corsi hanno iniziato una fase laterale che, nonostante il successivo embargo dell’Europa al petrolio Russo e la maggior domanda dovuta alla stagionalità, non è stata rotta al rialzo delineando una fortissima resistenza tra i 120 e i 123 dollari.

A questo punto è chiaro intuire come tutti gli eventi che causano un apprezzamento di questa commodity siano già scontati all’interno dei prezzi, ma ciò che non è ancora scontato, o lo è solo in parte, è la recessione dell’intera economia mondiale ormai alle porte; è molto probabile quindi che sia questa la ragione per cui, nelle ultime sedute, si sia assistito ad una caduta dei prezzi piuttosto marcata.

Dal punto di vista tecnico l’attuale discesa rappresenta solo un ritracciamento di un trend in essere ancora rialzista ma è evidente come qualcosa sia cambiato; il via libera al ribasso avverrebbe solo alla rottura degli 86 dollari (linea rossa tratteggiata) che potrebbero riportare i corsi tra i 60 e i 70 dollari (linee verdi tratteggiate) quotazioni che sarebbero adeguate ad una fase di recessione mondiale.

A cura di Francesco Serafini , fondatore di Fintechsi

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