Mercati, bond: i nuovi governativi e corporate sotto la lente

Purtroppo la politica italiana non è illuminata dalle stelle come la Tosca di Puccini, anche se sono cinque non brillano di alcuna luce. Mettere in potenziale crisi il Governo che sta gestendo la pandemia e la guerra alle porte dell’Europa con conseguenze economiche negative che ancora si protrarranno nei mesi, significa non avere alcuna cognizione dell’essere realisti e d’altronde chi ha nel programma la “decrescita felice”, non ha alcun interesse per i riparmiatori e i mercati.

In una settimana già difficile per tutti i listini, la tensione politica interna ha pesato ulteriormente a Piazza Affari e sullo spread dei governativi tornato abbondantemente sopra quota 200, dopo che aveva raggiunto un equilibrio in area 190 nelle scorse settimane.

Il rendimento si è subito rialzato sul Btp decennale che è tornato in area 3,3%, riportandoci vicinissimi ai rendimenti di Cipro, 3,35% e Grecia 3,5%. Questo avviene in una fase in cui gli altri stati dell’Eurozona hanno mantenuto o migliorato i rendimenti dei titoli di Stato, dopo la forte volatilità dei mesi scorsi.

Da un lato l’inflazione è pesante ma dall’altro lato ci sono forti timori recessivi. Sotto questo aspetto va valutata con la giusta attenzione l’inversione della curva americana che significa che i titoli governativi con scadenza a due anni offrono un rendimento superiore a quelli con scadenza a dieci anni. Questa situazione è tipica quando crescono le aspettative d’iniziare una fase recessiva dell’economia. Infatti il maggior rendimento dei titoli di governativi con scadenza biennale riflette le aspettative rialziste di breve termine sul fronte dei tassi di interesse da parte della Fed, mentre il rendimento inferiore dei bond con scadenza decennale porta ad una previsione d’inversione della politica monetaria e di un futuro ribasso dei tassi di interesse per fronteggiare il prospettico rallentamento economico. Quindi allarme immediato per l’inflazione Usa ai massimi da 40 anni ed i timori per una recessione prossima, questa è la lettura quotidiana dei mercati allo stato attuale. Alcuni analisti hanno visto il picco nell’ultimo dato di questa settimana e la possibilità che l’inflazione possa iniziare a calare dai prossimi dati visto anche il raffreddamento del prezzo del petrolio, proprio per i timori recessivi prossimi.

Tra le altre cose rilevanti il forte calo dell’euro contro dollaro, tornato sui livelli del 2002 intorno alla parità. Sui dati macro è da evidenziare il primo deficit mensile negli ultimi 30 anni della Germania nella bilancia commerciale, ossia il differenziale tra esportazioni ed importazioni, causato da minore domanda della produzione interna ed all’incremento dei costi, soprattutto energetici, dell’import. Questa situazione sta modificando anche la struttura economica dei paesi virtuosi dell’Eurozona, con il salvataggio di stato in Germania richiesto da Uniper, che è il gestore delle importazione di gas dalla Russia, attraverso la cessione di una partecipazione azionaria, sul modello di quanto fatto durante la pandemia per Lufthansa; mentre in Francia si torna alla nazionalizzazione e probabile delisting dell’Edf, la principale utility che era stata quotata sul mercato nel 2015.

Mercato difficile per le nuove emissioni che durante le fasi incerte e con volatilità, rischiano di non essere prezzate correttamente. Per questo motivo molte sono state rinviate per evitare di dover pagare degli spread eccessivi per collocare il titolo.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Sul fronte dei governativi la Grecia ha raccolto 500 milioni di euro attraverso l’emissione di una nuova tranche del bond a 10 anni con scadenza 18 luglio 2032 (codice Isin GR0124038721). L’obbligazione offre cedola lorda fissa dell’1,75% ed ha visto questa tranche essere colocata sul mercato al prezzo di 84,3 che significa un rendimento a scadenza del 3,66%. Il titolo era stato collocato nella sua prima tranche al 19 gennaio di quest’anno a 99,19 ed il prezzo attuale del collocamento è un chiaro esempio di quanto sia cambiato il mercato in pochi mesi. La Grecia ha rating BB+, un gradino sotto l’investment grade ed il taglio minimo è da mille euro con multipli di mille.

Molto interesse su una doppia offerta sovranational della EU per complessivi otto miliardi, suddivisi tra un nuovo titolo a sette anni e un tap sulla emissione già in circolazione con scadenza 2041.

Sul primo l’offerta era di cinque miliardi con richieste che hanno superato i 33 miliardi, prezzo di collocamento a 99,59 per un rendimento a scadenza dell’1,685%. Buona performance appena emesso nel grey market, ma prezzi tornati poi vicino a quello di collocamento. Isin EU000A3K7MW2 con taglio minimo da un euro con multipli di uno. Il tap sulla scadenza 2041 con cedola 0,45% è stato di 3tremiliardi con richieste superiori a 28 miliardi e prezzo di 70,563 per un rendimento a scadenza del 2,401%. Migliore la performance successiva con il prezzo che si è attestato sopra quota 71. Isin EU000A3KT6B1, stesso taglio e massimo rating tripla A per l’Unione Europea.

Tra i sovranational, offerta in euro anche dall’Asian development Bank con un miliardo a scadenza nel 2032 con cedola del 1,95% e prezzo d’emissione a 99,721. Taglio minimo da mille euro con multipli di mille e Isin XS2504099669.

La regione francese dell’Ile de France ha emesso 700 milioni di euro con scadenza decennale ad un tasso del 2,23% con prezzo d’emissione 99,938. Il rating dell’emittente è pari al Paese AA2/AA ed ha un minimo di sottoscrizione di 100mila euro con multipli di 100mila, Isin FR001400BCS5. Sul grey market successivo ha performato bene salendo mediamente in area 100,4.

Le nuove obbligazioni corporate sotto i riflettori

Decisamente bassa l’offerta sui corporate per i motivi citati, per la maggior parte si è trattato di piccole riaperture di emissino già circolanti. Di nuovo la francese Nerval  operante nel settore del real estate con rating A-, ha emesso 350 milioni con scadenza nel 2028 e cedola del 3.625%. taglio minimo da 100mila euro con multipli di 100mila con Isin FR001400BS43. Prezzo d’emissione a 99,308 che si è mantenuto anche nei primi scambi sul mercato.

Church Commissioners for England (CCE), l’ente caritatevole appartenente alla Chiesa d’Inghilterra, ha emesso le sue prime obbligazioni per un controvalore di 500 milioni di sterline. I cosiddetti “Cranmer bond” sono stati collocati sul mercato in doppia tranche: a dieci e 30 anni, rispettivamente con  scadenze: 14 luglio 2032 e 14 luglio 2052. Ciascuna tranche sarà di 250 milioni di sterline. I Crammer bond godono di valutazioni altissime, Moody’s ha assegnato alle due tranche il rating Aa1, il secondo più alto della sua scala. Nello specifico l’emissionne con scadenza 2032 ha Isin XS2496686309, cedola al 3,25%, prezzo d’emissione a 99,653 e taglio minimo da 100mila sterline con multipli di 100mila; per la scadenza 2052 il prezzo è 98,291 con cedola del 3,625% e Isin XS2496686564.

La Chiesa prevede di utilizzare i fondi raccolti dalla vendita delle obbligazioni per finanziare progetti sociali ed iniziative di tecnologia pulita. L’operazione ha il nome di  Project Cranmer in onore dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer, ovvero colui che coordinò il divorzio tra il re Enrico VIII e Caterina d’Aragona e che contribuì a gettare le basi della Riforma inglese; tuttavia, l’iniziativa di Cranmer alla fine non gli fu favorevole, dato che fu giustiziato per ordine della regina Maria I, la figlia di Enrico, che una volta ascesa al trono cercò di annullare la riforma.

Dopo le emissioni degli anni scorsi AMCO tornerà sul mercato entro novembre per raccogliere liquidità in vista dell’acquisto di nuovi portafogli. Amco si prepara a fare provvista di liquidità per mezzo miliardo in vista di quello che molti osservatori ritengono possa essere un autunno caldo per il credito deteriorato.

Ferrovie dello Stato ha annunciato una serie di incontri con gli investitori per presentare il suo piano ESF con l’obiettivo di emettere una nuova obbligazione green nel prossimo futuro., Rating assegnato alla società BBB.

La compagnia statale del gas dell’Ucraina,  Naftogaz ha lanciato un invito agli obbligazionisti in possesso dei suoi bond denominati in valute estere, affinché accettino il congelamento per due anni dei pagamenti. La proposta prevede che fino al luglio del 2024 non riceverebbero né il capitale, né le cedole. La scadenza più imminente si avrà tra pochi giorni, per l’esattezza in data 19 luglio e riguarda un’obbligazione in dollari da 335 milioni (Isin XS2027393938). Lo stesso giorno, poi, l’emittente dovrà pagare la cedola del bond da 600 milioni di dollari con scadenza nel luglio 2024.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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