Asset allocation, bond: i nuovi governativi e corporate sotto la lente

Questa settimana è sembrato di tornare indietro di 50 anni, in tempi di democristiana memoria in cui i governi cadevano dopo pochi giorni dal giuramento, sostituiti da altri governi con stessa maggioranza che per giochi di potere interno durante il periodo estivo portava a cosidetti “governi balneari” per non fare nulla in attesa di elezioni. E’ vero che c’era la guerra fredda e due blocchi contrapposti, ma forse era quasi meglio, vi era a livello politico superiore una reciproca stima seppur con fondamentali completamente diversi, da un lato l’economia occidentale e dall’altro lo statalismo socialista, imploso poi per la stessa incapacità economica a stare al passo con i tempi e crollato sotto il muro di Berlino.

Cosa ci sia oggi è difficile a capirlo, e in questa situazione complessa a livello internazionale, non avere una guida completa al timone della nave può portare al naufragio. Siccome però il popolo italiano è da sempre ritenuto un popolo di navigatori, speriamo che anche in questo caso si possa trovare una rapida rotta di via d’uscita. Più difficile è magari fare comprendere agli stranieri il perché di quanto successo in questa settimana, ma la storia è piena d’incongruenze prima fra tutte la mancata rielezione di Churchill a primo ministro dopo la fine della seconda guerra mondiale in cui aveva abilmente condotto il paese alla vittoria contro la minaccia nazista.

Ovviamente in questo contesto saltano tutti i paletti costruiti e oltre a Piazza Affari, pesantemente colpita, anche i nostri titoli di Stato hanno subìto un contraccolpo, portandoci verso uno spread contro Bund tedesco decennale vicino a quota 230, con rendimento del nostro benchmark decennale al 3,55%. Questo risultato ci ha “finalmente premiato” con la maglia nera di peggior rendimento dell’Eurozona, superati quindi anche da Cipro al 3,26% e dalla Grecia di pochi centesimi. Ogni altra considerazione si commenta da sola.

Al netto della situazione politica, gli occhi dei mercati erano puntati, su Francoforte. Questa settimana i rendimenti dei governativi nella zona euro sono saliti sulla notizia che i policymaker della Bce avrebbero discusso nel meeting settimanale un aumento di mezzo punto percentuale, anziché di 25 punti base come annunciato in precedenza, per contrastare l’inflazione che corre a briglia sciolta. Resta da capire, di fronte a questo evento, confermato con il primo rialzo da oltre dieci anni dello 0,5%, cosa succederà al meeting di settembre, o se eventuali altri interventi saranno posticipati verso fine anno.

C’è poi attesa per i dettagli sullo scudo anti-spread, che dovrebbe vincolare i Paesi alle regole di Bruxelles su riforme e disciplina di bilancio. A complicare di fatto il progetto la crisi di governo in Italia, che torna a mettere in luce quanto un Paese così gravato dal debito sia vulnerabile di fronte al rialzo dei tassi.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Sul fronte dei governativi vi sono state offerte dalla Germania sulla scadenza 2030 con incrementi sul circolante. Sul Bund agosto 2030 senza cedola, Isin DE0001030708, l’incremento è stato di 1,5 miliardi al prezzo di 91,89, contro il 104,717 a rendimento negativo dell’emissione iniziale a settembre del 2020, oggi con il prezzo fissato, il rendimento a scadenza è di 1,12% circa.

Oltre alla Germania si sono attivate Francia e Spagna, la prima ha messo a disposizione fino a 10,5 miliardi di euro in tre Oat e fino a 1,5 miliardi in indicizzati, mentre la seconda ha offerto tre Bonos per massimo 5,5 miliardi.
A mercati chiusi, il Tesoro ha reso noti i dettagli dell’asta di Btp ‘short’ e Btpei in programma martedì prossimo.

Per la questione Ucraina, il governo di Kiev ha chiesto ai creditori internazionali il congelamento del suo debito per due anni per poter concentrare le risorse finanziarie sulla guerra; è probabile che questa richiesta possa essere fatta anche ai detentori privati delle obbligazioni governative, come fatto dalla società energetica statale Naftogaz la scorsa settimana. Sembra che molti fondi istituzionali abbiano già dato il loro parere favorevole a questa richiesta.

La Bielorussia è tecnicamente in default dopo aver mancato il pagamento della cedola legata a un bond in dollari con Isin XS1634369224, cedola 7.625% e scadenza 28 giugno 2027.

I nuovi corporate sotto i riflettori

Praticamente assente per l’incertezza della settimana a causa della riunione Bce, l’offerta di nuovi titoli, tra questi la Landesbank Baden-Württemberg ha perfezionato il collocamento di un covered bond green a 5,5 anni per  1 miliardo di euro. L’obbligazione è garantita da un pool di mutui residenziali. Rating assegnato all’emissione AAA. L’obbligazione ha scadenza 28 febbraio 2028, lotto minimo 100mila euro con multipli di mille e Isin DE000LB2ZV93; cedola fissata a 1.75% con prezzo d’emissione a 99,688, equivalente a un rendimento dell’1.81%. Gli ordini raccolti hanno superato 4.6 miliardi e lo spread è stato abbassato a 5 punti base sopra il tasso midswap rispetto ai dieci punti base iniziali.

Anche Toronto-Dominion Bank  ha collocato un covered bond dell’ammontare di 2.5 miliardi di euro con scadenza a tre anni, il 28 luglio 2025. Prime indicazioni di rendimento in area 20 punti base sopra il tasso midswap, abbassate  a 17 punti con ordini che hanno raggiunto i 3.3 miliardi di euro. L’obbligazione covered (XS2508690612) paga una cedola annua dell’1.707%, prezzo di emissione 100, lotto minimo 100mila euro con multipli di mille e rating AAA.

Intesa Sanpaolo ha collocato un’obbligazione bancaria in dollari. Il titolo presenta una durata iniziale di due anni, dato che scadrà in data 13 luglio 2024 (Isin XS2499922834). Offre una cedola fissa annua lorda del 4,30%. L’emissione è avvenuta per un controvalore di 200 milioni di dollari. La banca gode di rating BBB. Nel suo primo giorno di quotazione, il prezzo dell’obbligazione bancaria risultava sceso un po’ sotto la pari, a 99,80. Il rendimento lordo corrispondente era del 4,62%.

L’istituto di credito francese BNP Paribas ha provveduto all’emissione di due obbligazioni in dollari USA e con cedola mista. Le due tranche sono rispettivamente con scadenza 11 luglio 2025 (isinXS239262392) e 11 luglio 2027 (XS2392623760). Si tratta, quindi, di due titoli della durata iniziale di tre e cinque anni. Offrono entrambe tassi misti. Infatti, la tranche a tre anni corrisponde all’obbligazionista cedole trimestrali per un tasso lordo annuale del 3,50%. La tranche a cinque anni corrisponde cedole trimestrali per un tasso lordo annuale del 3,9%. Successivamente al primo anno, le obbligazioni BNP Paribas offrono tassi d’interesse variabili e pari al tasso USD SOFR (Secured Overnight Financing Rate) calcolato a tre mesi. Nel dettaglio, la tranche a tre anni offre cedole trimestrali per un tasso lordo annuale compreso tra un minimo del 3% e un massimo del 5,50%. La tranche a cinque anni riconosce, invece, cedole trimestrali per un tasso lordo annuale compreso tra un minimo del 3,20% e un massimo del 5,70%.

Sempre sul dollaro maxi offerta da IBM per 3.25 miliardi spalmati su quattro scadenze. La prima è al 2025 per 1 miliardo con cedola 4% Isin US459200KS93; si sale al 4,15% con scadenza 2027, Isin US459200KT76; 4,4% per la scadenza 2032 Isin US459200KU40, ed infine il 4,9% per la scadenza 2052 Isin US459200KV23. Rating dell’emissione A- e taglio da 100mila dollari con multipli di mille. Anche dal differenziale del rendimento tra il più breve ed il più lungo si può notare come la curva sia schiacciata.

Ferrovie dello Stato ha annunciato una serie di incontri con gli investitori per presentare il suo piano ESF con l’obiettivo di emettere una nuova obbligazione green nel prossimo futuro, Rating assegnato alla società BBB.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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