Asset allocation, settore azionario: la view di Generali Investments

Nel complesso, il secondo trimestre non si annuncia come una negativa stagione di reporting e le aziende dovrebbero superare le aspettative degli analisti. Le dichiarazioni antecedenti l’apertura della stagione degli utili in USA sono state migliori della norma e le stime sugli utili del secondo trimestre si sono stabilizzate solo di recente dopo essere aumentate nell’ultimo anno. L’Europa continua invece a registrare revisioni positive delle stime circa gli utili del 2Q, anche grazie alla riapertura delle attività post Covid e agli aiuti di Stato.

In questo scenario, ecco di seguito la view di Michele Morganti, Senior Equity Strategist di Generali Investments.

Per l’indice S&P 500, gli analisti prevedono una crescita annua positiva ma più debole rispetto al primo trimestre: 5,9% contro 11,4%. Per quanto riguarda l’Europa, gli analisti vedono una crescita del +22% contro il 42% del primo trimestre.

Per l’indice S&P 500, la crescita annuale degli utili  finora riportata è risultata negativa (-10%) a causa in particolare del segmento finanziario (-28% su base annua). Il resto dei settori ha invece registrato una crescita, con l’aumento maggiore per energia, industriali e consumer discretionary (rispettivamente 78%, 66% e 50%). Il dollaro forte pesa sui risultati statunitensi del secondo trimestre e molto probabilmente peserà anche nel terzo trimestre.

Passando all’indice Stoxx 600 Europe, i settori immobiliare, telecomunicazioni ed healthcare mostrano un andamento degli utili negativo. La crescita maggiore proviene da materiali e consumer discretionary. L’euro più debole sta aiutando in particolare il confronto annuale della crescita dell’EPS per i titoli difensivi, poiché il cambio EUR/USD ha registrato una media di 1,20 nel 2Q21 rispetto a 1,06 nel 2Q22.

Detto questo, l’attuale debolezza degli indicatori di fiducia combinata con l’aumento dei costi di produzione produrrà maggiore cautela nelle indicazioni che i CEO daranno, in relazione al potere di imporre ancora prezzi elevati, nonché di mantenere margini aziendali in crescita. Con le sorprese macro, gli indicatori di fiducia (ISM, IFO) e l’utilizzo della capacità produttiva in calo – e i rischi di recessione in aumento – ci aspettiamo che gli analisti inizino a tagliare le stime per il secondo semestre 2022 e per l’anno 2023. Ciò stride con le attuali aspettative degli analisti che vedono una crescita annua degli utili di quasi il 10% nei successivi 4 trimestri.

Le nostre previsioni di crescita degli utili restano al di sotto del consenso di quasi il 5% nel 2022, del 7% nel 2023 e del 12,5% nel 2024. Manteniamo una posizione di Underweight sull’azionario a causa dell’incertezza sulla durata della guerra, dell’inflazione persistentemente elevata, delle politiche monetarie estremamente aggressive, dei tassi reali in aumento e della sopravvalutazione dell’indice tecnologico USA (20%). In tali condizioni, il mercato potrebbe essere tentato di scontare nei prezzi un ulteriore rallentamento economico, mettendo sotto pressione il premio per il rischio azionario e i PE (price-earnings). Manteniamo una posizione di Overweight relativo in Cina, USA e Regno Unito, rispetto all’area euro.

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