Mercati, come muoversi tra oro e tassi di interesse

A cura di Ben Popatlal, Multi-Asset Strategist, e Xi (Lenna) Chen, Fund Manager, Multi-Asset, Schroders

L’oro è correlato negativamente ai tassi di interesse reali: questa era la conclusione a cui eravamo giunti nella nostra analisi di settembre 2020, che descriveva l’oro come al centro di un “tiro alla fune” tra tassi di interesse e inflazione.

Ora che l’inflazione è elevata e i tassi d’interesse sono in aumento lungo la curva, abbiamo pensato che sarebbe stato utile valutare se questa conclusione sia ancora valida e cosa significa l’attuale contesto per l’oro come asset class.

Osservando il periodo recente e i dati storici nel grafico sottostante, possiamo notare che durante i cicli di rialzo dei tassi la correlazione tra l’oro e i rendimenti reali tende ad aumentare, passando da negativa a positiva. In altre parole, il prezzo dell’oro sale insieme ai rendimenti reali, e ciò è apparentemente in contraddizione con il nostro risultato iniziale.

Come abbiamo spiegato l’ultima volta, quando gli asset rischiosi come le azioni sono guidati da una liquidità abbondante, anziché da una forte crescita, è probabile che mostrino una correlazione negativa con i rendimenti reali. Allora eravamo giunti alla conclusione che quando (o se) la liquidità sarebbe stata ritirata, ad esempio quando le banche centrali avrebbero iniziato ad alzare i tassi e i rendimenti reali sarebbero tornati a salire, l’oro non avrebbe più rappresentato una copertura particolarmente valida contro un sell-off del mercato azionario.

Ebbene, il ritiro della liquidità è iniziato e di conseguenza i titoli azionari hanno registrato perdite quest’anno. Alla luce della nostra tesi del “tiro alla fune” su larga scala, ci saremmo potuti aspettare che l’oro cedesse più di quanto abbia fatto quest’anno. Ma la nostra analisi di oggi spiega perché la performance dell’oro è stata relativamente poco interessante, non beneficiando dei flussi di denaro guidati dalla ricerca di una copertura contro l’inflazione, né registrando perdite a causa dell’impatto dell’aumento dei tassi.

Guardando avanti, i mercati si concentrano sempre più sulla possibilità di una fase di crescita stagnante e aumento dell’inflazione, nota anche come stagflazione. In un simile contesto, l’oro dovrebbe essere relativamente interessante, dato che in fasi simili la maggior parte delle asset class subisce perdite. Come mostra il grafico, l’oro si difende bene in questo contesto ma, nel campione preso in considerazione, c’è solo un periodo storico di stagflazione e quindi trarre conclusioni sulla performance futura da ciò potrebbe essere alquanto incerto.

Sebbene non vi siano stati molti periodi di stagflazione nei nostri dati storici, vi sono stati molte fasi di rallentamento in cui abbiamo osservato la correlazione dell’oro con i rendimenti reali. È incoraggiante che l’oro sia ancora libero dalle azioni delle banche centrali. Con i cicli di rialzo dei tassi che spesso portano alla recessione, l’oro inizia a performare anticipando gli imminenti tagli e le condizioni finanziarie più allentate che il contesto recessivo richiede.

Conclusioni

Riteniamo che la relazione tra tassi d’interesse reali e oro sia ancora abbastanza valida nella maggior parte dei contesti. Tuttavia, se si considera l’attuale fase economica nell’ambito degli ultimi 50 anni, ciò che stiamo vedendo riguardo a inflazione e tassi di interesse sembra un’anomalia.

In un contesto così estremo, gli investitori dovrebbero fare attenzione a prendere decisioni basate su ipotesi precedentemente formulate che potrebbero essere temporaneamente non valide.

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