Investimenti: come comportarsi alle soglie di questa nuova era

Ci troviamo alle soglie di una nuova era, che interessa tutto il mondo. Il quadro geopolitico mondiale sta mutando radicalmente. La deglobalizzazione prende piede. La popolazione mondiale aumenta ma invecchia e i tassi di crescita rallentano. I baby boomer vanno in pensione. Già dal 2013 le persone che lasciano il mondo del lavoro nei Paesi industrializzati sono più di quelle che vi entrano. La forza lavoro diminuisce, come indicano anche i recenti dati sull’occupazione USA”. A farlo notare è Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors, che di seguito illustra la propria view sugli investimenti in questo scenario.

L’inflazione – un fantasma che da tempo non faceva la sua comparsa – è tornata in grande stile e costringe le banche centrali di tutto il mondo a intervenire, che lo vogliano o meno di fronte all’indebolimento dei dati economici. La Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti e la Banca Centrale Europea (BCE) sono state sorprendentemente chiare sul fatto che la lotta all’inflazione ha precedenza persino sulla crescita.

La prima e sinora unica fase di tassi di interesse (nominali) negativi si è bruscamente conclusa. Ora gli investitori devono fare i conti con rendimenti reali (depurati dell’inflazione) inferiori allo zero. E mentre i dati economici vengono passati al microscopio alla ricerca di tendenze recessive o persino di stagflazione, si va delineando una nuova fase di crescita a lungo termine che ci traghetta verso la neutralità climatica. Una nuova era.

Già da ora si può distinguere chi sarà premiato e chi sarà penalizzato dalla decarbonizzazione. Il conflitto in Ucraina e i conseguenti problemi alle forniture di gas rappresentano un catalizzatore per la transizione a un’economia mondiale neutrale in termini di emissioni di gas serra, così come per la deglobalizzazione. Un trend già accelerato dalla digitalizzazione (che rende più economico far fare un lavoro a dei robot sul suolo nazionale piuttosto che affidarlo a personale all’estero) e dalla fragilità delle filiere, e ora sostenuto anche dalle tensioni geopolitiche.

Tutto considerato, l’inflazione sembra destinata a restare.  Un’altra caratteristica di questa nuova era.

In presenza di rendimenti nominali bassi e rendimenti reali negativi, è difficile difendere anche solo il potere di acquisto del capitale investito. Senza rischiare un po’, ad esempio investendo nelle azioni, non si va molto lontano. In passato le azioni hanno evidenziato un buon andamento in presenza di inflazione. Ma a rendimenti più elevati corrispondono anche rischi maggiori. E i rischi non sono certo diminuiti: l’economia rallenta, mentre le banche centrali lottano contro l’inflazione e potrebbero continuare ad alzare i tassi, fatta eccezione per l’autorità monetaria cinese. E poi naturalmente c’è la situazione geopolitica.

È arrivato il momento di rivedere la composizione degli investimenti a medio-lungo termine e posizionarsi sui segmenti che beneficiano della svolta in atto verso una nuova era.

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