Bond Esg, una tendenza destinata a durare oltre la crisi

Sarà una sfida tra green bond e brown bond. Come scrive Il Sole 24 Ore, ci si aspetta una corsa all’ultima emissione per le obbligazioni sostenibili, un comparto che fin da inizio 2022 ha rappresentato il 57% dei nuovi collocamenti da parte dei corporate italiani, per una crescita del 24% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Un trend che ci conferma anche a livello europeo, con numeri più contenuti, dal momento che la quota di bond ESG (Environmental, social, e corporate governance) emessi da corporate rappresentano il 47% del totale dei bond collocati da inizio anno.

Nonostante la ripresa delle emissioni, il mercato resta cauto e registra ancora un forte gap rispetto ad un anno fa, quando il mercato aveva a che fare con tassi negativi. Da inizio anno le emissioni di bond (comprese le obbligazioni Esg) si sono attestate attorno ai 69 miliardi, il 38% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, con punte di -54% per i corporate, -42% per gli SSA, compensato in parte dal +11% per i Fig.

Stesso andamento in Europa, dove il gap tra le emissioni effettuate quest’anno (835 miliardi di euro) e quelle dello scorso anno (963 miliardi di euro) è pari a -13%, con i corporate bond a -34%, gli SSA-25% mentre i finanziari sono risultati i più attivi con un incremento del 43%.

“L’attività è in ripresa dallo scorso giugno e i progetti delle società sono numerosi, se le condizioni di mercato lo consentiranno” ha detto Carolina Marazzini, head of DCM Italy di UniCredit. In Italia è stata Enel a riaprire il mercato dopo la pausa estiva, con un sustainability-linked bond, seguito dai Green Bond del Tesoro e delle Ferrovie dello Stato.
“Nonostante la crisi energetica, quello dei bond legati a finalità Esg è un filone che non si esaurirà presto”, ha aggiunto Marazzini. Insomma, una tendenza destinata a durare oltre la crisi.

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