Mercati: doppia marcia per l’indice S&P 500

Come riportato nella precedente analisi dell’S&P 500, scritta quasi due mesi orsono, il mercato si trova in un trend di lungo periodo decisamente ribassista.

Ovviamente mi riferisco al movimento partito da inizio 2022 perché, aumentando ulteriormente l’orizzonte temporale, si farebbe fatica ad asserire che i mercati USA possano essere in un trend ribassista.

Quindi, tornando a movimenti più recenti, possiamo affermare che il trend di lungo sia ancora ribassista ma la struttura di breve termine, come ipotizzato nell’analisi precedente e ad oggi confermato, sembra decisamente cambiata assumendo un’intonazione più positiva.

A rendere il tutto ancora più importante dal punto di vista tecnico, è che questo sia avvenuto nonostante i venti di guerra e di possibile recessione che è ormai praticamente confermata, dato che le ultime due rilevazioni trimestrali del Pil sono uscite negative (anche se, ad essere precisi, per avere una recessione tecnica il secondo trimestre negativo dovrebbe essere inferiore al primo, cosa che in questo caso non è avvenuta).

Inoltre va anche considerato che la FED sta attuando una politica monetaria decisamente meno espansiva rispetto al passato, con aumenti del costo del denaro praticamente ad ogni riunione e, nonostante tutto, i mercati hanno ancora voglia di salire probabilmente perché al momento l’azionario sembra l’unico investimento in grado di combatte un’inflazione che è ormai vicina alla doppia cifra e che in UK, ad esempio, è già andata oltre il 10%.

Dal punto di vista grafico sembra che il rialzo in essere, ritracciamento del trend ribassista di breve, possa spingersi almeno fino area 4.080 (1° target) ed in un secondo momento arrivare sui 4.250 punti (2° target), se questo secondo obiettivo dovesse essere raggiunto, il rialzo prenderebbe ulteriore forza ed avrebbe come possibile target l’area 4.500 ed al quel punto si verrebbe a creare una situazione grafica decisamente interessante.

Al momento però ritengo che le probabilità di ripresa del trend ribassista di fondo siano ancora molto alte in quanto, anche a livello fondamentale, i rischi globali di una recessione sono molto elevati ed il petrolio, ad esempio, sembra prezzare proprio questo tipo di scenario con le quotazioni che nelle scorse sedute sono tornate sugli 80 dollari al barile. Per approfondire la mia view su questa commodity, è possibile leggere la mia analisi, più attuale che mai, a questo link.

Ad ogni modo se l’S&P 500, benchmark di tutti gli indici mondiali, dovesse tornare e chiudere al di sotto dei minimi segnati lo scorso 7 settembre, la struttura rialzista si indebolirebbe andando ad invalidare quanto soprascritto.

Ricordo infine che la prossima settimana, precisamente il 16 di settembre, sarà giornata di scadenze tecniche sui futures e che questa seduta di Borsa spesso è caratterizzata da un’altissima volatilità, occorrerà quindi prestare la massima attenzione.

A cura di Francesco Serafini , fondatore di Fintechsi

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