Criptovalute, Germania: niente tassa sul capital gain

La Germania ha spiegato che sono da intendersi tax free i capital gain sul Bitcoin, a patto che restino sul wallet per più di un anno, come riportato da Cryptonomist.ch.

I privati in Germania ​​non saranno soggetti a tasse sul capital gain delle transazioni in Bitcoin o Ethereum o altre valute, a patto che abbiano detenuto gli introiti fermi per almeno un anno.

Nella specifica pubblica il 10 maggio scorso e ripresa per chiarimenti e spiegazioni dal Ministro delle Dinanze tedesco, il giorno seguente si chiarisce che i proventi in criptovalute derivanti da staking, prestito e airdrop sono compresi nelle condizioni di cui sopra, assegnando ufficiosamente al Paese l’etichetta di crypto friendly.

Anche Bitcoin o Ethereum se usati per staking e/o prestito, saranno esenti da tasse se questi avranno una durata minima di un anno.

Il Paese è ritenuto il più grande amico delle crypto, almeno secondo un rapporto pubblicato da CoinMarketCap recentemente.

Coincub, autore del suo Global Crypto Ranking, ha classificato la Germania, in maniera del tutto inaspettata, prima, scalzando Singapore nel rapporto trimestrale pubblicato.

Il Paese è quello con più nodi Bitcoin pro capite superando gli Stati Uniti. Negli ultimi mesi ha dato segnali importanti che tendono le mani decise al mondo delle valute digitali.

La Federal Financial Supervisory Authority ha concesso una licenza commerciale per la custodia di criptovalute per Coinbase in Germania ed ha apportato alcune iniziative interessanti con altre società.

Il sistema finanziario in Germania diventa sempre più crypto friendly

Deutsche Boerse, un grande operatore finanziario, ha quotato più di 20 prodotti in crypto su una sorta di Borsa digitale che prende il nome di Xetra.

A questo quadro si aggiunge la notizia, anch’essa crypto friendly, secondo la quale la Cassa di risparmio Sparkasse stia cercando di promuovere wallet crypto per scambio di valute digitali ai propri correntisti, che fungerà da volano per radicalizzare le valute digitali nel Paese allargando la base dei clienti criptovalute.

La relazione con le crypto nel resto del mondo

Singapore, un tempo patria per distacco del Bitcoin e soci, non occupa più il gradino più alto del podio anche a causa dell’inasprimento delle linee guida sui fornitori di servizi di asset virtuali da parte dell’Autorità monetaria e soprattutto dell’enorme upgrade che altri Paesi hanno fatto negli anni.

Paesi come l’America o l’Australia si sono distinti, ad esempio, negli ETF e negli NFT, nella crescita di società del settore e una campagna informativa alla popolazione che non mira a demonizzare l’asset, ma a spiegarlo alle persone comuni.

Infine, la sempre attenta Svizzera, che quando si parla di finanza non lascia sfuggire neanche un’occasione, ha completato i primi cinque Paesi, distinguendosi per innovazione tecnologica, includendo Ethereum nel servizio di criptovalute della Banca BBVA, dichiarando il Bitcoin a tutti gli effetti come valuta a corso legale limitatamente alla città di Lugano.

Altri Paesi si sono distinti per tasse agevolate oltre ai teutonici. L’Ungheria, ad esempio, applica una tassazione forfettaria del 15%, Cipro del 12,5% (ma solo per i residenti), la Nigeria il 20%, mentre Malta vanta una tassazione tra il 5% e il 35%, a seconda di importi, durata dei depositi e utilizzo delle crypto in portafoglio.

La spinta tedesca nel mercato delle criptovalute

La Germania, da sempre locomotiva dell’Europa da un punto di vista economico, aggiunge quindi un’altra freccia al suo arco che si spera porterà successi e target mai raggiunti prima.

L’apertura a un mercato in così forte espansione capace di mettere sul campo numeri importanti, nonostante la giovane età, porterà al Paese nuova linfa attraendo capitali che prima non trovavano modo di esprimersi e di essere investiti fungendo da calamita anche per gli investitori più giovani che sono anche i più aperti a questo asset.

La regola alla base è che se i capitali vengono accumulati in Germania e i guadagni devono rimanere lì per uno o più anni, allora si verrà premiati da una tassazione zero.

Questa almeno è l’idea alla base del ragionamento tedesco, almeno per quanto riguarda questa fase.

A proposito di fase, il ministro delle finanze tedesco ha, inoltre, sottolineato che questa mano tesa agli hodler non è detto duri in eterno, non perché rappresenta una sorta di promozione al mondo delle valute digitali, ma piuttosto perché il Paese rimane molto attento all’evoluzione di questo mondo.

In un futuro più o meno prossimo potrebbe essere interesse della Germania applicare una tassazione congrua ai depositi e alle transazioni in controtendenza con quanto fatto finora.

L’ipotesi di una retromarcia, tuttavia, non è da considerarsi neanche lontanamente probabile al momento, e i risparmiatori tedeschi possono godersi le imposte nulle sul capital gain ancora a lungo

 

 

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