Mercati, settore oil & gas: attenzione al contributo di solidarietà UE

La bozza di proposta della Commissione Europea, che dovrebbe essere presentata questa settimana, vedrebbe i 27 Paesi dell’UE introdurre un “contributo di solidarietà” per le società oil & gas.

La notizia era già circolata venerdì in occasione del vertice dei ministri dell’Energia Ue a
Bruxelles. Secondo la bozza visionata ieri da Reuters, la quale potrebbe essere modificata in corso d’opera, le compagnie petrolifere, del gas, del carbone e della raffinazione dovrebbero versare un contributo basato sui “profitti in eccesso realizzati nell`anno fiscale 2022”.

Secondo la bozza, Bruxelles fisserebbe un’aliquota minima per tutti i Paesi dell’UE, ma i governi potrebbero scegliere di aumentare l’aliquota. La misura verrebbe approvata da una maggioranza rafforzata di Stati membri, il che significa che non richiederebbe l’approvazione unanime dei 27 Paesi membri dell’UE.

I sostenitori dell’imposta sulle entrate citano l’esempio del Regno Unito, che a maggio ha introdotto un’imposta aggiuntiva del 25% sulle società che estraggono petrolio e gas nel Mare del Nord, portandola al 65%.

Gli oppositori sostengono che l’imposta sarebbe difficile da applicare nei mercati nazionali dell’UE, a differenza del UK in quanto quest`ultima è un produttore di petrolio. In Francia, una proposta di legge per imporre un’imposta eccezionale del 25% è stata respinta dal parlamento lo scorso luglio.

Riteniamo che la notizia possa avere risvolti negativi per l’intero settore – avvertono da Equita – come accaduto per la windfall tax è già stata applicata in Italia con un`aliquota al 25% (sull’incremento del saldo tra operazioni attive e passive), con un impatto significativo per le società (per Eni 1.4 mld di euro e 96 mln per Saras). Un contributo basato sui profitti (domestici) e non sugli imponibili potrebbe portare a una tassazione più equa. La maggior parte degli utili di Eni (>90%) sono comunque realizzati al di fuori della UE (prevalentemente nel upstream)”.

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