Investimenti: ecco le regole di Warren Buffett

Le economie dei maggiori Paesi industrializzati stanno lentamente scivolando verso la recessione. Le motivazioni sono note. Più volte lo abbiamo scritto e lo ribadiamo, che non è un problema di se, ma di quando. Più incerte sono invece le soluzioni per uscirne con i minori danni possibili e nel tempo più veloce possibile.

I mercati si stanno giustamente interrogando su quanto questa sarà lunga e profonda. Da un punto di vista economico, l’economia somiglia sempre di più a quella di guerra: razionamento dell’energia, il grano che non sappiamo per quanto tempo ancora ci sarà (le notizie sono contrastanti), inflazione galoppante etc…

Esiste un investitore che ha visto molte recessioni e guerre e non solo è sopravvissuto, ma ha pure guadagnato: Warrant Buffett. Ma quale è la strategia dell’oracolo di Omaha? Se vogliamo è piuttosto semplice, la cosa complicata è metterla in pratica (poi lo capiamo meglio). Secondo Buffett, l’interesse composto alleato al tempo, sono le verità che un investiture non deve mai dimenticare.

Ecco il suo stile di investimento. La prima cosa che insegna Buffet è la pazienza, l’attesa e la non-azione, ovvero l’effettiva gestione passiva sul mercato: nel 1990 Berkshire Hathaway inviò una lettera agli azionisti dove spiegava molto bene il concetto dicendo che “Il letargo, al confine con l’accidia, rimane la pietra miliare del nostro stile di investimento”. Senza una gestione noiosa degli investimenti, lasciata maturare con il tempo, sostiene Buffett, difficilmente si riuscirà a mettere in moto un meccanismo ben noto e che gli ha permesso di diventare uno degli uomini più ricchi al mondo: l’interesse composto.

Occorre quindi ragionare sul lungo periodo, perchè il breve è troppo erratico per consentire scelte ragionate. Per mettere in pratica l’insegnamento, occorre dunque ragionare su due aspetti fondamentali: la visione di lungo periodo e la corretta gestione emotiva e comportamentale (Thaler docet). Secondo Buffett il breve termine è infatti spesso fuorviante, e può esporre il portafoglio ad oscillazioni dei prezzi anche rilevanti che richiedono pazienza e determinazione per essere superate, così da arrivare poi al traguardo finale del rendimento. Questo significa però accettare la volatilità come parte integrante del percorso di investimento, perché è proprio grazie alle oscillazioni dei prezzi che è possibile ottenere un rendimento nel lungo periodo. Detto in altri termini, se l’investimento è a lungo termine, le variazioni dei prezzi di beve termine sono inutili, se non quando sono in grado di offrire un’opportunità di acquisto.

Il migliore investimento? Un fondo indicizzato e niente panico, cattivo consigliere. Secondo Buffett, noto cultore del value investing, per l’investitore comune sarebbe opportuno investire il proprio denaro in un fondo indicizzato con bassi costi di gestione, cercano di evitare il fai da te. E’ quindi sufficiente acquistare quote di un fondo indicizzato o di un ETF e lasciare che il tempo e il mercato facciano il loro corso. Fondamentale è però minimizzare le emozioni che solitamente portano ad effetti negativi sulle performance. Il panico consiglia infatti di vendere quanto tutti vendono (a prezzi spesso ormai bassi) e acquistare quando tutti acquistano (a prezzi ormai troppo alti). Un investimento in fondi indicizzati ha tuttavia anche degli aspetti negativi. E’ vero infatti che difficilmente non performano peggio del mercato, ma è altrettanto vero che difficilmente performano meglio.

Ecco alcune condizioni da verificare prima di comprare (le complicazioni di cui parlavamo all’inizio stanno proprio qui), suggerite da Buffett. Queste sono: i manager devono aver gestito razionalmente i soldi degli azionisti, l’impresa e i managers devono aver realmente aumentato nel tempo i guadagni degli azionisti, al momento dell’acquisto il prezzo deve essere almeno inferiore del 25% al valore intrinseco, i manager devono essere in grado di convertire le vendite in profitti, l’impresa deve evitare l’eccesso di debito, l’impresa deve mantenere nel tempo un ROE superiore a quello medio del proprio settore. Da queste poche regole, ben si capisce che investire è semplice (basta avere denaro per farlo), ma non è facile.

Comunque, se mai doveste incontrare Warren Buffett, non chiedetegli che cosa ne pensa dei Bitcoin, ma offritegli una Coca-Cola, sarà più felice.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim

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