Asset allocation, Cina: la view di KraneShares

Per i mercati cinesi, l’ultimo anno e mezzo non è stato un periodo di pausa. Il sentiment degli investitori internazionali è stato reso turbolento dall’aumento dei rischi geopolitici, dalle conseguenze della politica Zero Covid e dalle incertezze sul settore immobiliare.

“Tuttavia, siamo ottimisti sulle prospettive economiche del Paese. Quelle citate sono le preoccupazioni degli investitori internazionali, che operano sui mercati offshore, mentre gli investitori cinesi, che sono attivi sui mercati onshore, hanno una visione piuttosto diversa. Questo ha creato un’enorme disparità tra mercati offshore e onshore”. Ad affermarlo è Brendan Ahern, CIO di KraneShares, che di seguito spiega più nel dettaglo la view.

Ci sono alcune preoccupazioni principali che guidano la visione pessimistica degli investitori stranieri sulla Cina:

Zero Covid – Questa politica, nota in Cina come “la vita prima di tutto”, è stata motivata dai bassi tassi di vaccinazione tra gli anziani in Cina. Ma dopo il duro lockdown di Shanghai, con la chiusura del porto, il governo si è reso conto dell’enorme impatto economico di tali misure. Così, in alcune regioni, come Hong Kong, è stato stabilito un livello di tolleranza, mentre le regole di isolamento sono state allentate e le chiusure è diventata più mirata a singoli complessi residenziali e quartieri. Riteniamo che dopo il 20° Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese, previsto per metà ottobre, potremmo assistere a un ulteriore allentamento di questa politica.

Settore immobiliare – Le politiche si sono recentemente evolute grazie alla consapevolezza da parte del governo dei livelli di indebitamento degli sviluppatori immobiliari e dei significativi risparmi delle famiglie investiti nel settore, che ammontano al 60% dei risparmi totali delle famiglie: i politici vogliono che questa ricchezza venga indirizzata verso investimenti più produttivi. Nello specifico, Evergrande è in grosse difficoltà, quindi il governo l’ha obbligata a terminare i progetti, in modo che i proprietari di case ricominciassero a pagare i mutui. È probabile che Evergrande prima o poi sparirà, ma i politici non permetteranno che questo inneschi una crisi finanziaria.

Relazioni con gli Stati Uniti – Alcuni osservatori speravano in una distensione delle relazioni tra Stati Uniti e Cina sotto la guida di Biden, ma non è stato così. Washington vede Pechino come un concorrente, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia. Riteniamo che si possano prevedere maggiori limitazioni alle esportazioni tecnologiche statunitensi verso la Cina.

Geopolitica e Taiwan – Per quanto riguarda lo scenario geopolitico più ampio, la Cina ha chiaramente osservato ciò che è accaduto alla Russia e la risposta globale all’invasione dell’Ucraina. È difficile sapere con esattezza cosa accadrà tra Cina e Taiwan su un orizzonte di medio-lungo periodo. Tuttavia, la Cina sa di essere molto interconnessa con l’economia globale e il commercio internazionale verrebbe meno in caso di guerra. L’economia cinese è intrecciata anche con quella italiana, da un lato perché la Cina è un importatore di beni italiani e di input della sua produzione di alta gamma, dall’altro perché il mercato cinese è una fonte di reddito cruciale per alcune multinazionali italiane.

Delisting delle azioni ADR negli Stati Uniti – Di recente abbiamo assistito a sviluppi positive, con l’accordo sulla revisione contabile delle società cinesi quotate negli Stati Uniti che rappresenta un passo significativo verso la risoluzione della questione della revisione contabile, create dalla legge Holding Foreign Companies Accountable Act. I revisori del PCAOB Usa visiteranno Hong Kong questo mese. Pur essendo ottimisti su un esito positivo, continuiamo a monitorare la situazione con estrema attenzione, avendo preso provvedimenti per proteggere i nostri investitori da una minaccia di delisting, convertendo gli ADR in H-Shares.

Regolamentazione del settore Internet – Riteniamo che il peggio del ciclo normativo del settore digitale sia passato. L’intervento politico ha pesato sul sentiment degli investitori e ha lasciato le azioni Internet cinesi a trattare su multipli bassi, inferiori alle loro medie storiche. Siamo costruttivi, ci sono molti catalizzatori positivi che si possono manifestare.

Nel frattempo, sui mercati onshore gli investitori cinesi tendono a essere più ottimisti e a concentrarsi maggiormente sulla politica economica, fiscale e monetaria. Con il venir meno dello stimolo globale post-COVID, la domanda di prodotti cinesi è in calo, come dimostrano la recente diminuzione delle esportazioni. Per compensare questa situazione, Pechino dovrebbe attuare politiche incentrate sull’aumento dei consumi interni. Nelle ultime settimane, ad esempio, il premier Li Keqiang ha annunciato diverse misure per sostenere la crescita. Tra questi, il sostegno al credito di 300 miliardi di renminbi da parte delle banche statali e l’emissione di 200 miliardi di renminbi in obbligazioni da parte delle società di produzione di energia. Nel frattempo, contrariamente ad altre banche centrali mondiali, la PBoC, la banca centrale cinese, ha ridotto costantemente i tassi e continua a introdurre misure di sostegno alla liquidità per aiutare l’economia e le famiglie cinesi. Tutte queste misure forniranno un sostegno ai consumi e alla domanda interna, in particolare al settore dei servizi e alle PMI.

Anche se sembra improbabile che la Cina raggiunga il suo obiettivo di crescita del PIL, la realtà è che l’economia cinese non è mai stata grande come oggi.  La legge dei grandi numeri significa che i tassi di crescita a due cifre appartengono al passato, anche se questo non è necessariamente un male.  Alcuni elementi degli elevati tassi di crescita del PIL cinese del passato sono stati ottenuti grazie all’espansione del debito. In futuro vedremo un tasso di crescita più basso ma più sano. Riteniamo che le autorità governative siano pienamente consapevoli delle sfide che la Cina deve affrontare e dell’urgenza con cui devono essere affrontate.

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