Mercati: lo spread transatlantico è destinato a restringersi

Dopo il messaggio molto determinato di Jackson Hole e il dato sull’indice dei prezzo al consumo Usa, ancora una volta sorprendente (core: 6,3% contro 6,1% previsto), i mercati si aspettano che la Fed aumenti i Funds rate a 4,5% e la Banca centrale europea i tassi sui depositi al 2,5% nel secondo trimestre del 2023.

In questo scenario, ecco di seguito la view di Florian Späte, senior bond strategist di Generali Investments.

Si ritiene che la Fed possa alzare i tassi di altri 75 punti base questa settimana. Ma non solo il picco è più alto, ci si attende inoltre che la banche centrali mantengano i tassi a un livello elevato per un periodo più lungo.

Di conseguenza, i rendimenti dei bond governativi sono aumentati e tornando quasi ai livelli di giugno.

In ogni caso, le previsioni a medio termine  per i Treasuries e i Bund variano. Vicini al 3,5%, il margine di rialzo dei rendimenti statunitensi a dieci anni appare limitato. La prosecuzione di una politica monetaria restrittiva è già scontata e nel medio termine la Fed abbasserà il tasso di riferimento verso il livello a lungo termine del 2,5%. Gli OIS statunitensi a cinque anni e a tre mesi sono scambiati al 2,9% indicando il livello verso cui  i decennali Usa potrebbero convergere. Al contrario, il margine di manovra per tagliare i tassi di riferimento nell’Euro Area sembra più ridotto con il tasso di riferimento (correttamente) prezzato nel medio termine del 2%. I rendimenti reali a dieci anni sono ancora in territorio negativo (-0,6%) e anche gli OIS a cinque anni e a tre mesi dell’Euro Area al 2,1% indicano un potenziale rialzo per i rendimento dei Bund.

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