Mercati, obbligazioni: i nuovi collocamenti della settimana

Fine, per il momento. del tormentone delle ultime settimane con la Fed che ha alzato i tassi di 75 punti base al range 3%-3,25%, record dal 2008.

L’istituto americano governato da Jerome Powell si è mosso, come da attese procedendo alla terza stretta consecutiva e confermando l’intenzione di procedere ad ulteriori strette monetarie per combattere l’inflazione, che viaggia ai livelli massimi dagli inizi degli anni ’80.

Dal focus sul dot-plot, ovvero sulla tabella che riassume le proiezioni sulla direzione dei tassi degli esponenti del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, emerge che i funzionari puntano su nuovi rialzi dei tassi fino a raggiungere il tasso terminale del 4,6%, nel 2023.

Per la precisione, sei dei 19 membri sono a favore di strette che portino i tassi nel range compreso tra il 4,75% e il 5% nel 2023, con l’outlook generale che punta al 4,6%, implicando rialzi che portino i tassi nell’area compresa tra il 4,5% e il 4,75% (la Fed modifica il target sui fed funds con variazioni di quarti di punto percentuale). Sempre dal documento sono emersi fino a tre tagli dei tassi nel 2024 e altri quattro nel 2025, che porterebbero i tassi di più lungo periodo a scendere a un valore mediano pari al 2,9%.

Questo aspetto si riflette sui tassi americani, che viaggiano al contrario, infatti il rendimento di un Treasury a due anni è oggi al 4,08%, al 3,87% sui cinque anni, 3,51% a dieci anni ed infine sul Tresury trentennale il 3,48%.

Nell’Eurozona i tassi sono ancora “scolasticamente” quasi corretti, quindi il rendimento sale in funzione del tempo, anche se c’è un appiattimento dopo la scadenza decennale, con ad esempio, il nostro Btp di riferimento che rende in area 4% sia sul decennale che sul trentennale.

I nuovi bond governativi sotto la lente

Il mercato obbligazionario alla luce dei rendimenti attuali si è però rivitalizzato, e vi sono state ancora molte emissioni. Per la parte governativa è tornata sul mercato la Repubblica d’Austria con un’obbligazione senior sulla scadenza luglio 2026. L’obbligazione (codice Isin AT0000A308C5) offre una cedola annua lorda 2%, prezzo 99.617. Prime indicazioni di rendimento in area 59 punti base sotto il tasso midswap, rivisto in fase finale a 57 punti base sotto il tasso midswap con ordini raccolti per 9.5 miliardi di euro. Lotto minimo di mille euro con multipli di millee rating Aaa.

La Spagna ha collocato via sindacato un nuovo bond ventennale per cinque miliardi ricevendo ordini per oltre 40 miliardi che hanno permesso una riduzione del rendimento rispetto alle prime indicazioni. Alla fine il titolo è stato prezzato a 99,291 con cedola del 3,45% e rendimento del 3,499%; dopo un inizio di quotazioni sui prezzi d’emissione, ha poi performato bene portandosi sopra quota 101. Rating della Spagna Baa1/A/A-, Isin ES0000012K95 e taglio minimo da mille euro con multipli di mille.

Doppia scadenza per la Romania con 1.35 miliardi divisi in due scadenze, la prima al 2026 per 600 milioni di euro al 5% di cedola con Isin XS2538440780 ed il secondo con cedola del 6,625% e scadenza nel 2029, Isin XS2538441598. Entrambi i titoli hanno taglio retail da mille euro con multipli di mille con rating sovrano BBB-. Sul paese c’è da qualche mese molta pressione a causa del conflitto ai suoi confini con conseguenze sui rendimenti dei titoli sovrani che si erano alzati già prima che il movimento rialzista partisse negli altri paesi europei.

Il fondo europeo di stabilità, Esm ha collocato con successo un tap sull’emissione circolante del titolo 1% 2025 emesso nella sua prima tranche nel 2015 a 99,33. Questa porzione è stata di 2 miliardi con richieste sul mercato superiori ai 26 miliardi. Il prezzo di collocamento è stato a 96,241 che esprime un rendimento a scadenza del 2,316%, taglio da mille euro, Isin EU000A1U9894 e rating massimo tripla A.

IFC, un istituto che fa capo alla Banca Mondiale, ha collocato sul mercato un bond in dollari  per 2 miliardi. L’intento è stato di sostenere gli investimenti privati nei paesi in via di sviluppo e che ha attratto ben 4,9 miliardi di capitali da parte di oltre 100 investitori. L’emittente gode del massimo rating: AAA.  l bond con scadenza 15 settembre 2025 offre cedola fissa del 3,625% ed è stato emesso a un prezzo di 99,961.  Pertanto, ha offerto al suo debutto un rendimento lordo alla scadenza del 3,639% (Isin US45950KDA51)

Di prossima emissione sui mercati il primo green bond del fondo sovrano saudita Public Investment Fund (PIF). Il PIF gestisce asset per 620 miliardi di dollari ed è alimentato dai proventi petroliferi incassati dal regno, primo esportatore di greggio nel mondo. Il green bond di PIF avrà come obiettivo di sostenere l’Economia Circolare del Carbonio, un modo per rendere compatibile lo sfruttamento dei giacimenti con il taglio delle emissioni di CO2. Il green bond sarà emesso in dollari e avrà rating A, come il debito sovrano saudita.

Le nuove emissione corporate sotto i riflettori

Alla pioggia di emissione di questo mese di settembre in Italia ha concorso anche Terna, la società che gestisce quasi 75.000 chilometri di rete elettrica nazionale. La società ha collocato sul mercato un nuovo bond con scadenza il 22 settembre 2027, cioè della durata iniziale di cinque anni. Ha offerto una cedola del 3,44% e l’emissione è avvenuta alla pari. Pertanto, il rendimento alla scadenza coincide con il tasso lordo offerto. Al netto dell’imposizione fiscale del 26%, questo scende a poco meno del 2,55%. L’importo emesso è stato di 100 milioni di euro. Il rating assegnato a Terna è Baa2 con Isin XS2536846236 .

La branch tedesca di Unicredit (HVB) ha collocato un mortgage bond green a sei anni da 500 milioni di euro. Il titolo che ha Isin DE000HV2AY12 paga una cedola annua fissa del 2.625%, verrà rimborsato a 100 il 27 aprile 2028, prezzo di emissione pari a100 per un rendimento a scadenza di 1.639%, equivalente a 0 punti base sopra il tasso midswap, abbassato dai 6 punti fissati in partenza del collocamento. Rating AAA e lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di 100mila.

Sul fronte corporate Engie, azienda leader in Europa nelle attività legate alla fornitura di energia e gas e nei servizi di efficienza energetica e sostenibilità, ha collocato un green bond da 500 milioni di euro a sette anni, aumentato poi a 650 milioni di euro. Prime indicazioni di rendimento in area 135 punti base sul midswap, poi abbassate a 120 punti base e 100 punti base a chiusura del collocamento, a fronte di ordine per 2.15 miliardi di euro. L’obbligazione paga una cedola annua lorda del 3.50%, prezzo 99.021 equivalente a un rendimento finale del 3.661%. L’obbligazione sarà rimborsata alla pari alla scadenza fissata il 27 settembre 2029. Rating BBB+, lotto minimo di 100mila euro con multipli di 100mila e Isin FR001400A1H6.

Amco ha collocato un bond  per l’importo di 500 milioni di euro, a fronte del quale sono pervenute richieste per 1,7 volte da parte di oltre 60 investitori. L’obbligazione è senior unsecured, sostanzialmente ordinaria. Ha scadenza fissata per il 27 marzo 2026 e data di regolamento per il prossimo 27 settembre. Pertanto, l’emissione presenta una durata iniziale di tre anni e mezzo. Il bond AMCO offre una cedola fissa annua lorda del 4,375% ed è stato collocato a un prezzo di 99,896. Ne deriva che il rendimento annuo lordo alla scadenza è stato di circa 4,40%.

La Coca Cola ha emesso 500 milioni in euro con scadenza al 2025 e cedola del 2,75%. Il titolo ha un taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille ed è stato emesso a 99,48 salvo poi scendere nel grey market in area 98,80. Isin del titolo XS2533012790.

L’operatore ferroviario nazionale  ceco, České Dráhy, ha in corso il collocamento di un’obbligazione green a cinque anni. Rating atteso Baa2.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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