Asset allocation: ecco il posizionamento di Oddo Bhf AM

Almeno per gli investitori, quest’anno l’estate si è conclusa a Jackson Hole, Wyoming, all’annuale conferenza dei banchieri centrali e dei migliori economisti. Il messaggio emerso dai discorsi del Presidente della Fed, Jerome Powell, e dalla rappresentante della BCE, Isabel Schnabel, non lascia dubbi: entrambe le banche centrali si stanno attenendo alla rigida politica monetaria necessaria per sconfiggere l’inflazione, accettando di perdere parecchi punti nei tassi di crescita.

Nel frattempo gli utili aziendali, specialmente in Europa, subiscono la pressione dei crescenti prezzi dell’energia e di un probabile embargo sul gas.

Di fronte a queste condizioni, ecco di seguito la view di Laurent Denize, Global CIO di Oddo BHF AM.

La recessione è dunque il nostro scenario di base, anche se non siamo in grado di prevederne durata e portata. La ripresa iniziata a giugno si è interrotta repentinamente a fine agosto. Al momento, la parola d’ordine è cautela per le azioni europee, ma ciò non significa che altre regioni o classi d’attivo non possano presentare alcune opportunità.

2022 – Urge resilienza

Per i mercati dei capitali, il 2022 si è rivelato il peggiore dalla crisi finanziaria del 2008; solo il dollaro USA e il petrolio sono riusciti a generare rendimenti significativi. Non solo le azioni hanno messo a segno perdite a doppia cifra da inizio anno, ma anche gli investimenti pensati per stabilizzare, come i titoli di stato, non hanno più offerto un rifugio sicuro. Il rimbalzo estivo delle azioni è stato il frutto non solo delle speranze di una politica monetaria meno restrittiva, ma anche di guadagni aziendali migliori del previsto. Guardando da vicino, tali guadagni provengono in larga parte dalle società di energia e materie prime. Inoltre, ci sono stati movimenti di mercato provocati dall’acquisto di titoli da parte di investitori che hanno dovuto liquidare le loro posizioni corte. Alla luce delle costanti incertezze, gli investitori istituzionali intendono ridurre ulteriormente il rischio nei loro portafogli, ovvero abbassare i coefficienti azionari e optare per una duration breve. Nemmeno le valutazioni offrono più un cuscinetto di sicurezza, considerato l’aumento nei tassi d’interesse e le tendenze recessive. Occorre quindi spostare l’attenzione su società abbastanza resilienti in un contesto di mercato caratterizzato da un’inflazione in aumento e un calo nei dati sulla crescita.

Il mercato dei titoli di stato resterà contrassegnato da un ulteriore aumento dei tassi d’interesse e da un appiattimento della curva del rendimento. Nemmeno la volatilità dovrebbe diminuire. Inoltre, esiste un rischio di frammentazione, ovvero che gli spread dei singoli stati si allarghino, soprattutto nella zona euro. A seconda della portata delle correzioni di mercato, inizieremo gradualmente a costruire posizioni in asset rischiosi come azioni e obbligazioni High Yield.  Anche se i titoli di stato offrono poche prospettive, almeno in Europa, la situazione sembra migliore per le obbligazioni corporate. Soprattutto nel segmento dell’high yield, si aprono possibilità di cogliere spread elevati, ma solo a condizione di effettuare un’attenta analisi del credito dei rispettivi emittenti.

Recessione moderata come scenario principale

Nel nostro scenario principale, a cui assegniamo una probabilità del 60%, presumiamo una moderata recessione in Europa, accompagnata da un rallentamento globale della crescita. Ciò potrebbe inoltre portare a un calo nell’inflazione il prossimo anno, anche se non ancora al livello del 2% a cui punta la BCE. Che cosa devono fare gli investitori in un simile contesto di mercato?

Azioni – Nelle circostanze attuali, si raccomanda una netta concentrazione sui titoli di qualità, ovvero società con rendimenti elevati sul capitale, vantaggi competitivi chiaramente definiti, basso livello d’indebitamento e valutazione ragionevole. Occorre invece evitare società con livelli di indebitamento elevati e fortemente energivore, come i titoli del settore chimico o industriale. Tra le regioni, il Giappone e i Mercati Emergenti hanno maggiore valore potenziale rispetto alle azioni USA, che godono tuttora di rating ambiziosi. Alcune tematiche d’investimento offrono guadagni e la possibilità di diversificare, soprattutto in un periodo caratterizzato da sconvolgimenti, come la trasformazione ecologica, che prende sempre più slancio grazie all’esigenza di indipendenza energetica in Europa. Nel frattempo sono anche state ridotte le sopravvalutazioni di queste società. La guerra ha inoltre spostato l’attenzione sulla sicurezza alimentare. Per nutrire la sempre crescente popolazione mondiale, la produzione alimentare dovrà crescere del 60% entro il 2050, senza danneggiare l’ambiente. La necessaria rivoluzione alimentare apre opportunità d’investimento in un settore alquanto difensivo. Infine, le società che offrono sicurezza per le infrastrutture informatiche o i sistemi di pagamento online presentano un forte potenziale di crescita. E non da ultimo, queste tematiche si sono dimostrate più resilienti, avendo perso la metà rispetto ad altri indici da inizio anno.

Obbligazioni –  Con l’aumento nei tassi d’interesse, quest’anno le valutazioni delle obbligazioni Investment Grade e High Yield  sono tornate ad essere interessanti. Non è possibile escludere un ulteriore ampliamento degli spread, che comporterebbe delle perdite. Storicamente, però, l’inizio di una recessione è sempre stato il momento migliore per cominciare gradualmente ad entrare nel mercato dell’High Yield. Gli spread oggi presentano una probabilità dell’85% di un rendimento positivo vicino all’8%, calcolato in base a dati storici computati. Se non altro, secondo la nostra analisi le obbligazioni HY sono una maniera per limitare l’erosione del capitale. Ciò che conta è il carry: se gli spread si ampliano di un significativo 2%, il carry compenserà ulteriormente la perdita sul capitale (Ceteris Paribus).

Diversificazione – In questo contesto recessivo, la maggior parte delle materie prime dovrebbe continuare a perdere valore. Oltre all’oro o alle valute (CHF, USD), è possibile diversificare anche investendo in asset privati, in particolare in Private Equity. Il capitale è vincolato per un periodo di tempo più lungo, durante il quale potrebbe perdere valore, ma una volta finita la crisi, vi sono allettanti opportunità di rendimento.

Outlook – Pensiamo che non sia ancora giunto il momento di prendere rischi sostanziali. Per arrivarci, l’inflazione deve raggiungere il picco, le banche centrali devono avvicinarsi alla fine del ciclo di aumento dei tassi, la curva del rendimento si deve stabilizzare e importanti indicatori di mercato devono scendere ai minimi. A seconda della portata delle correzioni di mercato, inizieremo gradualmente a costruire posizioni in asset rischiosi come azioni e obbligazioni High Yield. In questo contesto consigliamo di andare avanti, e sicuramente di non perdersi d’animo. Alla fine, il 2023 potrebbe somigliare al 2009…

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