Asset allocation, azionario: ancora troppo ottimisti su utili

Dopo un forte rally a partire da metà giugno, la realtà si è imposta agli investitori, ricordando a tutti che la lotta all’inflazione rimane la priorità numero uno della banca centrale. Le parole del presidente della Fed Powell suggeriscono che i rischi economici nei prossimi mesi sono sempre più orientati verso una recessione, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.

Di fronte a questa prospettiva, ecco di seguito la view di Norman Villamin, Chief Investment Officer (Wealth Management) di Ubp.

Per quanto riguarda l’azionario, con i multipli P/E al di sopra delle medie pre-pandemia e nonostante i rendimenti dei Treasury decennali abbiano ripreso la loro marcia verso l’alto, gli investitori si trovano di fronte a uno scenario parallelo a quello del primo semestre 2022, poiché i mercati azionari potrebbero essere costretti a riprezzare ancora una volta un contesto di rendimenti più elevati.

Questa volta, però, gli investitori non potranno contare sulla forte crescita degli utili che ha caratterizzato il primo semestre del 2022. Al contrario, sono iniziate le revisioni al ribasso delle previsioni sugli utili del secondo semestre del 2022 e del 2023, anche se l’ultima stagione degli utili si è conclusa come previsto.

Tuttavia, le attuali stime di consenso sono ancora lontane dal riflettere l’impatto negativo sulla redditività aziendale derivante dal significativo rallentamento dell’attività che ci aspettiamo negli Stati Uniti e dalla probabile recessione in Europa.

Il mercato vede la crescita degli utili a livello globale attestarsi ancora all’11% nel 2022 e al 6% nel 2023, un valore decisamente troppo elevato alla luce del nostro scenario economico.

Poiché un rallentamento dell’attività economica, in particolare in Europa, è inevitabile nel secondo semestre, e diventerà più difficile per le aziende continuare ad aumentare i prezzi per difendere i margini in un momento in cui i costi delle materie prime, della manodopera e dell’energia rappresentano ancora un grosso ostacolo per le imprese.

La crescita degli utili nel 2022 dovrebbe rimanere modestamente positiva ma, nel nostro scenario economico di base, che prevede un rallentamento significativo, è probabile che gli utili diminuiscano l’anno prossimo, mentre le valutazioni devono comprimersi ulteriormente per riflettere l’aumento dei rendimenti obbligazionari.

In questo contesto, rimaniamo quindi cauti sull’azionario e manteniamo la nostra protezione nelle varie forme che abbiamo implementato nel corso dell’anno.

Continuiamo a privilegiare le società con una visibilità sugli utili di alta qualità e bilanci solidi. Queste dovrebbero sovraperformare in un contesto di elevata incertezza macro e di crescente pressione sui margini di profitto.

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